La signora della lampada
Gilbert Sinoué, apprezzato scrittore francese di origini arabe, noto anche in Italia per i suoi romanzi a sfondo storico, si è dedicato in questo testo alle imprese della impavida Florence, infermiera di due secoli fa. Per raccontarne la vita, sceglie una forma ibrida, a metà tra il saggio biografico e il romanzo, e immagina che dopo la sua morte, avvenuta nel 1910, un aspirante biografo della defunta ne cerchi le tracce parlando con testimoni e conoscenti, in una sorta di indagine volta a ricostruirne la complessa personalità e magari a far luce sulle ombre che pure si addensavano su di lei. Florence, infatti, declina la proposta di fidanzamento di Richard Milnes, un giovane di trentatré anni, erede di una vasta proprietà nello Yorkshire e annuncia così alla famiglia di volersi dedicare alla cura di malati e indigenti, abbracciando il mestiere di infermiera, un’attività degradante allora, buona solo per le donne di infima condizione e indegna di una ragazza proveniente da una famiglia benestante. Il 21 ottobre 1854, autorizzata da Sidney Herbert, ministro della difesa, Florence parte con infermiere volontarie per la Turchia e ai primi di novembre giunge a Scutari, quartier generale della spedizione britannica in Crimea, presso Sebastopoli. Durante quell’atroce guerra viene chiamata «la signora della lampada» dai feriti e dai malati che lei assiste con assoluta abnegazione, girando per le corsie dell’ospedale militare con una lampada a petrolio tra le mani. Muore in un giorno del 1910 e il Times scrive che «con Miss Nightingale scompare una delle più grandi eroine della storia britannica». La signora della lampada è il romanzo della sua vita, il ritratto di una donna eccezionale che ha segnato profondamente la storia del XIX secolo.
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Ultimo aggiornamento lunedì, 31 agosto 2020
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Gilbert Sinoué, apprezzato scrittore francese di origini arabe, noto anche in Italia per i suoi romanzi a sfondo storico, si è dedicato in questo testo alle imprese della impavida Florence, infermiera di due secoli fa. Per raccontarne la vita, sceglie una forma ibrida, a metà tra il saggio biografico e il romanzo, e immagina che dopo la sua morte, avvenuta nel 1910, un aspirante biografo della defunta ne cerchi le tracce parlando con testimoni e conoscenti, in una sorta di indagine volta a ricostruirne la complessa personalità e magari a far luce sulle ombre che pure si addensavano su di lei. Florence, infatti, declina la proposta di fidanzamento di Richard Milnes, un giovane di trentatré anni, erede di una vasta proprietà nello Yorkshire e annuncia così alla famiglia di volersi dedicare alla cura di malati e indigenti, abbracciando il mestiere di infermiera, un’attività degradante allora, buona solo per le donne di infima condizione e indegna di una ragazza proveniente da una famiglia benestante. Il 21 ottobre 1854, autorizzata da Sidney Herbert, ministro della difesa, Florence parte con infermiere volontarie per la Turchia e ai primi di novembre giunge a Scutari, quartier generale della spedizione britannica in Crimea, presso Sebastopoli. Durante quell’atroce guerra viene chiamata «la signora della lampada» dai feriti e dai malati che lei assiste con assoluta abnegazione, girando per le corsie dell’ospedale militare con una lampada a petrolio tra le mani. Muore in un giorno del 1910 e il Times scrive che «con Miss Nightingale scompare una delle più grandi eroine della storia britannica». La signora della lampada è il romanzo della sua vita, il ritratto di una donna eccezionale che ha segnato profondamente la storia del XIX secolo.
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