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La regola dei 5 secondi

Mel Robbins è una delle donne più popolari e potenti d’America: speaker e motivatrice capace di riempire gli stadi con persone disposte ad ascoltare le sue parole sul cambiamento e il miglioramento personale. Eppure la vita di Mel non è stata sempre caratterizzata dal successo: solo pochi anni fa, infatti, si era ritrovata prigioniera in un vero e proprio tunnel di sconfitte, dal quale non riusciva a uscire, soprattutto perché non era capace di tradurre tutti i suoi buoni propositi in azioni concrete.

Mel ha potuto misurare sulla propria pelle gli effetti di una verità tanto banale quanto sfuggente: per cambiare non servono buoni propositi, consapevolezza e lucidità mentale. Serve l’azione. E quando il cambiamento che pure desideriamo ci obbliga ad uscire dalla nostra comfort zone, ecco che esitiamo, riflettiamo, ci fermiamo, fino ad intrappolarci in una gabbia mentale che ci creiamo da soli. L’esitazione porta a temporeggiare, dando spazio a emozioni che tendono a bloccarci e a conservare le routine più consolidate. Dare ascolto a tali emozioni significa rimanere fermi dove siamo e sviluppare una serie articolata di scuse ragionevolissime, che ci confortano nell’inazione.

Che fare, dunque? Non dare tempo all’esitazione, ma passare subito all’azione: quando siamo di fronte all’opportunità di un cambiamento – ci dice Mel – prendiamo la decisione col cuore, superando la paura e lasciando spazio al coraggio e alla fiducia. Appena avvertiamo l’impulso ad agire in base ai nostri obiettivi, diamoci solo il tempo di un brevissimo conto alla rovescia (5, 4, 3, 2, 1… via!) e agiamo subito, prima che la mente ci blocchi.

Il conto alla rovescia ci ricorda la partenza di un missile verso obiettivi stellari: ed in effetti il paragone funziona, visto che – quando partiamo davvero per raggiungere i nostri obiettivi – nessuno, se non noi stessi, è in grado di fermarci. Il countdown è una sorta di rito che ci aiuta a indirizzarci verso la nuova direzione, a preservarci dalle lusinghe delle “buone ragioni” per non fare, a tenere alto il controllo sulla nostra vita e anche a incrementare la fiducia in noi stessi: basta poco, pochissimo, dunque, per interrompere i vecchi schemi dell’inazione e della procrastinazione.

Certo, passare all’azione non basta: oltre al coraggio per cominciare, ci vuole anche la disciplina per continuare.  E per fare tutto questo, bisogna smettere di preoccuparsi, sconfiggere l’ansia e costruire attorno a noi un forte sentimento di fiducia: ci sarà sempre qualcuno che non crede in noi, a torto o a ragione. Però possiamo fare qualcosa perché quel qualcuno non siamo proprio noi stessi. Dunque? 5, 4, 3, 2, 1… via!

 

Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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