La mia vita non proprio perfetta
Penultimo romanzo della regina indiscussa della chick lit inglese, La mia vita non proprio perfetta non parla di shopping compulsivo, come accade nella celebratissima serie I love shopping, ma si incentra su un fenomeno che presenta qualcosa di molto simile ad una forma di dipendenza: la proiezione dei propri desideri di successo e perfezione in un mondo virtuale (quello delle fotografie di Instagram, rese meravigliose dagli effetti del fotoritocco), fino a ritenere che ciò che abbiamo postato sui social sia più “vero” del mondo reale.
Purtroppo la realtà di ogni giorno non può essere migliorata a colpi di Photoshop: magari si deve impiegare due ore per raggiungere l’ufficio, facendo i salti mortali tra un ritardo dei treni e l’altro. Magari si è gli ultimi arrivati, destinati a occuparsi solo di fotocopie e inserimento dati. Magari si vive in un appartamento minuscolo, condiviso con gente strampalata, senza nemmeno un vero armadio dove riporre le proprie cose. Eppure non passa giorno per magnificare quanto siamo felici di vivere a Londra e respirare l’aria ricca di promesse che questa città offre. A molti non serve neppure dire bugie: basta solo tralasciare alcuni particolari per dipingere la propria vita come piena di opportunità. E il gioco è fatto: la realtà virtuale diventa molto migliore di quella reale. Chi ci segue su Instagram avrà tutti gli elementi per invidiarci.
Certo, non tutti i frequentatori di social network inventano una vita parallela per apparire felici. Ma qualcuno lo fa, e ci mette pure tanto impegno: è questo il caso di Katie, una ragazzotta del Somerset, campagnola e lentigginosa, che sogna di conquistare Londra e diventare una vera signora del marketing: perciò si fa chiamare Cat, che suona molto più chic rispetto al nome vero, controlla assiduamente il suo accento e il suo look per rispondere al suo ideale di donna di successo, rappresentata in particolare dalla sua capufficio, Demeter, che però è così indaffarata da chiederle un aiutino solo per farsi ritoccare la ricrescita al volo, in ufficio, invece di ascoltare le sue proposte innovative. Licenziata per ridimensionamento dell’azienda, Katie-Cat è costretta a lasciare Londra e a tornare a casa, inventandosi la storia di un periodo sabbatico: riuscirà a farla franca o sarà tragicamente scoperta?
In un rutilare di avventure divertenti e gag esilaranti, l’autrice ci farà sicuramente amare questa giovane donna disposta a tutto pur di non rinunciare ai propri sogni, e che proprio a casa saprà mettere a frutto le proprie competenze, sostenendo la famiglia a mettere su e a gestire con grande successo un B&B unico nel suo genere. Katie-Cat potrà scoprire che anche la vita normale, che è sempre, per definizione, non-proprio-perfetta, merita di essere ritratta su Instagram!
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 4 giugno 2018
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Penultimo romanzo della regina indiscussa della chick lit inglese, La mia vita non proprio perfetta non parla di shopping compulsivo, come accade nella celebratissima serie I love shopping, ma si incentra su un fenomeno che presenta qualcosa di molto simile ad una forma di dipendenza: la proiezione dei propri desideri di successo e perfezione in un mondo virtuale (quello delle fotografie di Instagram, rese meravigliose dagli effetti del fotoritocco), fino a ritenere che ciò che abbiamo postato sui social sia più “vero” del mondo reale.
Purtroppo la realtà di ogni giorno non può essere migliorata a colpi di Photoshop: magari si deve impiegare due ore per raggiungere l’ufficio, facendo i salti mortali tra un ritardo dei treni e l’altro. Magari si è gli ultimi arrivati, destinati a occuparsi solo di fotocopie e inserimento dati. Magari si vive in un appartamento minuscolo, condiviso con gente strampalata, senza nemmeno un vero armadio dove riporre le proprie cose. Eppure non passa giorno per magnificare quanto siamo felici di vivere a Londra e respirare l’aria ricca di promesse che questa città offre. A molti non serve neppure dire bugie: basta solo tralasciare alcuni particolari per dipingere la propria vita come piena di opportunità. E il gioco è fatto: la realtà virtuale diventa molto migliore di quella reale. Chi ci segue su Instagram avrà tutti gli elementi per invidiarci.
Certo, non tutti i frequentatori di social network inventano una vita parallela per apparire felici. Ma qualcuno lo fa, e ci mette pure tanto impegno: è questo il caso di Katie, una ragazzotta del Somerset, campagnola e lentigginosa, che sogna di conquistare Londra e diventare una vera signora del marketing: perciò si fa chiamare Cat, che suona molto più chic rispetto al nome vero, controlla assiduamente il suo accento e il suo look per rispondere al suo ideale di donna di successo, rappresentata in particolare dalla sua capufficio, Demeter, che però è così indaffarata da chiederle un aiutino solo per farsi ritoccare la ricrescita al volo, in ufficio, invece di ascoltare le sue proposte innovative. Licenziata per ridimensionamento dell’azienda, Katie-Cat è costretta a lasciare Londra e a tornare a casa, inventandosi la storia di un periodo sabbatico: riuscirà a farla franca o sarà tragicamente scoperta?
In un rutilare di avventure divertenti e gag esilaranti, l’autrice ci farà sicuramente amare questa giovane donna disposta a tutto pur di non rinunciare ai propri sogni, e che proprio a casa saprà mettere a frutto le proprie competenze, sostenendo la famiglia a mettere su e a gestire con grande successo un B&B unico nel suo genere. Katie-Cat potrà scoprire che anche la vita normale, che è sempre, per definizione, non-proprio-perfetta, merita di essere ritratta su Instagram!
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 4 giugno 2018
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