La filosofia di Andy Warhol. Da A a B e viceversa
Uscito nel 1975 e ripubblicato dalla Feltrinelli nel 2016, nella traduzione di Caterina Medici, La filosofia di Andy Warhol è un lungo viaggio tra le idee e le visioni dell’artista.
Il libro è strutturato in 15 capitoli nei quali possiamo leggere le riflessioni riguardanti l’amore, il successo, la bellezza, il tempo, l’economia, l’arte, come se Andy Warhol parlasse con un altro se stesso. Un monologo interiore, una narrazione di come vedeva il mondo e di come viveva il suo tempo sofferente alle regole, rinchiuso nella sua solitudine:
In un modo o nell’altro, per come funziona la vita, la gente finisce per essere sola persino nella folla della metropolitana o degli ascensori, o tutta sola in locali immensi.
Andy Warhol nacque a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto del 1928. Mostrò da subito un innato talento artistico, e studiò arte pubblicitaria al Carnegie Institute of Technology. Dopo la laurea, ottenuta nel 1949, si trasferì a New York. La ‘grande mela’ gli offrì subito molteplici possibilità di affermarsi nel mondo della pubblicità, lavorando per importanti riviste. Le sue opere più famose sono diventate delle vere e proprie icone, ad esempio le immagini che raffigurano Marilyn Monroe, Mao Tse-Tung, Che Guevara e tante altre. La ripetizione è diventata il suo segno distintivo: su grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori. Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali (famose ad esempio le sue bottiglie di Coca Cola), o immagini d’impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio ripetendole più volte. La sua attività artistica, che portava gli scaffali di un supermercato all’interno di un museo o di una mostra d’arte, è provocatoria e apre la strada al movimento artistico della pop art: l’arte doveva essere ‘consumata’ come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Sfogliando le pagine di questo libro possiamo infatti udire la voce dell’artista che esclama:
Le mie opere sono sempre robaccia ma tanto tutti siamo solo oggetti.
Con Andy Warhol e la pop art si elimina la distanza tra soggetto e oggetto, fra società dei consumi e della comunicazione di massa e coscienza critica di essa, fra modernità e tradizione, annullando la concezione umanistica dell’arte e rovesciando la comune sensibilità estetica. Le opere dell’artista hanno infatti scompaginato le relazioni e i legami che esistevano con i movimenti artistici precedenti (ad esempio l’esperienza artistica con Duchamp) e anzi hanno creato un vero e proprio momento di rottura e di scarto nei confronti di ciò che in precedenza si era consolidato. Come possiamo leggere dalle pagine di questo saggio, Warhol più di ogni altro artista ha saputo interpretare, dirigere e vivere questo particolare clima in maniera del tutto esemplare, mostrandosi un cervello in continuo movimento, capace di guadagnarsi una posizione nell'Olimpo dell'arte.
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento mercoledì, 13 dicembre 2017
Uscito nel 1975 e ripubblicato dalla Feltrinelli nel 2016, nella traduzione di Caterina Medici, La filosofia di Andy Warhol è un lungo viaggio tra le idee e le visioni dell’artista.
Il libro è strutturato in 15 capitoli nei quali possiamo leggere le riflessioni riguardanti l’amore, il successo, la bellezza, il tempo, l’economia, l’arte, come se Andy Warhol parlasse con un altro se stesso. Un monologo interiore, una narrazione di come vedeva il mondo e di come viveva il suo tempo sofferente alle regole, rinchiuso nella sua solitudine:
In un modo o nell’altro, per come funziona la vita, la gente finisce per essere sola persino nella folla della metropolitana o degli ascensori, o tutta sola in locali immensi.
Andy Warhol nacque a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto del 1928. Mostrò da subito un innato talento artistico, e studiò arte pubblicitaria al Carnegie Institute of Technology. Dopo la laurea, ottenuta nel 1949, si trasferì a New York. La ‘grande mela’ gli offrì subito molteplici possibilità di affermarsi nel mondo della pubblicità, lavorando per importanti riviste. Le sue opere più famose sono diventate delle vere e proprie icone, ad esempio le immagini che raffigurano Marilyn Monroe, Mao Tse-Tung, Che Guevara e tante altre. La ripetizione è diventata il suo segno distintivo: su grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa immagine alterandone i colori. Prendendo immagini pubblicitarie di grandi marchi commerciali (famose ad esempio le sue bottiglie di Coca Cola), o immagini d’impatto come incidenti stradali o sedie elettriche, riusciva a svuotare di ogni significato le immagini che rappresentava proprio ripetendole più volte. La sua attività artistica, che portava gli scaffali di un supermercato all’interno di un museo o di una mostra d’arte, è provocatoria e apre la strada al movimento artistico della pop art: l’arte doveva essere ‘consumata’ come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Sfogliando le pagine di questo libro possiamo infatti udire la voce dell’artista che esclama:
Le mie opere sono sempre robaccia ma tanto tutti siamo solo oggetti.
Con Andy Warhol e la pop art si elimina la distanza tra soggetto e oggetto, fra società dei consumi e della comunicazione di massa e coscienza critica di essa, fra modernità e tradizione, annullando la concezione umanistica dell’arte e rovesciando la comune sensibilità estetica. Le opere dell’artista hanno infatti scompaginato le relazioni e i legami che esistevano con i movimenti artistici precedenti (ad esempio l’esperienza artistica con Duchamp) e anzi hanno creato un vero e proprio momento di rottura e di scarto nei confronti di ciò che in precedenza si era consolidato. Come possiamo leggere dalle pagine di questo saggio, Warhol più di ogni altro artista ha saputo interpretare, dirigere e vivere questo particolare clima in maniera del tutto esemplare, mostrandosi un cervello in continuo movimento, capace di guadagnarsi una posizione nell'Olimpo dell'arte.
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento mercoledì, 13 dicembre 2017