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La donna di Gilles

Piccolo capolavoro della scrittrice belga Madeleine Bourdouxhe, pubblicato nel 1937, La donna di Gilles è la storia di una infelicità domestica. Élisa vive per Gilles e in questo amore ricambiato si appaga e si risolve interamente. Ma Gilles si innamora di Victorine, la sorella di lei, sensuale e fatua, e l'idillio è distrutto. Pur di continuare ad essere la sua femme, Élisa è disposta ad accettare ogni cosa, a fingere di non vedere, a continuare come nulla fosse e poi perfino a diventare la confidente del marito, quando questi, nella sua grossolanità, la mette a parte delle pene d'amore che la gelosia per Victorine gli procura. Pur nella sofferenza estrema e nella solitudine più assoluta, Élisa non abbandona mai il marito, soprattutto quando, conclusasi malamente la storia con Victorine, lui dovrà attraversare il lungo inverno della disperazione. Eppure verrà il giorno, quando la malattia amorosa di Gilles si sarà finalmente placata, in cui le toccherà chiedersi se lo ama ancora e se per continuare ad essere la sua donna non debba mettere fine alla propria vita. Perché per Élisa non è la perdita dell'amore di Gilles ad essere intollerabile, quanto piuttosto quella del suo amore per lui: "Amore... dove sei, amore? Non ci sei più. Eri dentro di me, e io non ero altro che te, Amore? Niente. Io non sono niente".

Così, pur intessuto nella stoffa ruvida della realtà quotidiana (una città industriale del Belgio, una famiglia di operai), in un amalgama tonale tanto perfetto quanto enigmatico, il romanzo della Bourdouxhe non rappresenta altro che questo passaggio da un nulla ad un altro nulla. Costretta a guardarla in faccia questa verità, Élisa non arretra, non minimizza, non si volge altrove, ma la accetta con lo stesso gesto con cui le nega il suo assenso, rifiutando non di morire, ma di rinascere altro dalla donna di Gilles, decisa, senza mercanteggiare, a conquistarsi col martirio il diritto di rendere il suo amore se non eterno assoluto.

Ilaria (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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