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La donna che collezionava farfalle

 

Segreti, segreti speculari che dal diario che una nobildonna irlandese in prigione scrive negli anni Novanta dell’Ottocento e dalle lettere che la vecchia tata Maddie scrive ad una nipote di lei nel 1968 confluiscono a gettare luce sulla stessa terribile giornata del 1892. È affascinante la potenza di queste due voci che si intrecciano ed è a suo modo ammaliante (come può esserlo lo spettacolo offerto da un rettilario) l’osservazione di una madre totalmente priva di empatia verso i suoi figli, tragicamente anaffettiva, drammaticamente fiera e indipendente, algida e volitiva, con un’idea dei suoi doveri di madre che fa orrore anche ai suoi contemporanei vittoriani, non certo inclini ad impartire educazioni permissive o particolarmente smancerosi verso i bambini. E’ la trasposizione letteraria di una vicenda realmente accaduta in una famiglia dell’aristocrazia irlandese alla fine dell’Ottocento, che l’autrice rende ricca di suspence e di risvolti psicologici enfatizzati dal contrappunto di due vite intense e misteriose.

Angela (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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