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La cospirazione contro la razza umana

L'uomo vuole sopravvivere. Se chiedi a chiunque cosa pensi della vita avrai come risposta che magari è difficile portarla avanti ma che non vi rinuncerebbe. Eppure perché vivere dovrebbe essere un bene? Perché l'uomo è così ossessionato dal vivere il più a lungo possibile, sia come singolo sia come specie?

Tra le diverse schiere che si distinguono di fronte alle possibili risposte a questa domanda, Thomas Ligotti si schiera dalla parte dei pessimisti. La verità, sostiene lo scrittore statunitense, è che chi viene additato come pessimista ha solo intravisto qual è la realtà dei fatti e cerca di aprire gli occhi al genere umano: la convinzione che la vita sia un bene, e che di conseguenza sia un bene procreare, è un'illusione. La prima avvisaglia di questa rivelazione è l'intrinseca contraddizione dell'essere umano, il quale, limitato per natura, si trova a fronteggiare una coscienza che va ben oltre il suo limite. All'improvviso l'uomo acquista “una maledetta eccedenza di coscienza”, sostiene Ligotti, citando il filosofo norvegese Peter Wessel Zapffe, e da questa iniziano a radicarsi la paura e l'angoscia di scoprire cosa veramente egli è, ovvero “irrealtà con le gambe”. L'io non esiste; l'unione di pensieri ed esperienze riassumibili nel termine “io” è un inganno che l'uomo si costruisce perché impreparato ad accettare l'eventualità di essere un qualcosa senza valore o fondamento, una marionetta, un corpo la cui unica occupazione è essere vivo e obbedire alla biologia, immerso in un fantastico sogno nel quale egli possiede un'identità.

Ligotti si fa portavoce di pensatori come Schopenhauer, Nietzsche e Camus e di scrittori “maledetti” come Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft e compie una profonda rilettura del pensiero cosiddetto pessimista (da lui considerato semplicemente realista), spesso nella storia della speculazione occidentale frainteso o rimosso. Utilizzando un linguaggio sia tecnico che narrativo, messo a punto nella sua esperienza di scrittore di romanzi gotici, riesce a divincolarsi abilmente in questo saggio a tratti filosofico; la chiarezza espositiva si carica così di una suggestione misteriosa e irresistibilmente affascinante, al punto che proprio da questo libro Nic Pizzolatto fu ispirato per costruire il personaggio di Rust (interpretato da Matthew McConaughey) nella prima stagione della pluripremiata serie televisiva True Detective.

Alessandra Bruschi (stagista, Biblioteca San Giorgio)

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