L'italiano che resta
Storico della lingua italiana e critico letterario molto apprezzato, Gian Luigi Beccaria ha posto la sua straordinaria competenza linguistica e letteraria al servizio delle parole; costruisce, infatti, con il rigore che da sempre contraddistingue il suo stile, un saggio che riflette sugli elementi permanenti che caratterizzano la nostra lingua e derivano dall’eredità classica. La nostra lingua è mutevole e va inglobandosi in un processo di “mondializzazione” che uniforma standard linguistici riconoscibili ovunque. Per questo l’autore difende coraggiosamente l’”italiano che resta” soffermandosi su quelle parole “abbandonate” che sono però molto significative e dense di valore. Il saggio di Beccaria è un testo molto valido che si muove in una continua tensione tra ciò che è stato e ciò che verrà, tra una lingua passata plasmata dagli scrittori e dai libri e una presente modellata sull’immediatezza e sull’oralità.
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Ultimo aggiornamento sabato, 1 febbraio 2020
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Storico della lingua italiana e critico letterario molto apprezzato, Gian Luigi Beccaria ha posto la sua straordinaria competenza linguistica e letteraria al servizio delle parole; costruisce, infatti, con il rigore che da sempre contraddistingue il suo stile, un saggio che riflette sugli elementi permanenti che caratterizzano la nostra lingua e derivano dall’eredità classica. La nostra lingua è mutevole e va inglobandosi in un processo di “mondializzazione” che uniforma standard linguistici riconoscibili ovunque. Per questo l’autore difende coraggiosamente l’”italiano che resta” soffermandosi su quelle parole “abbandonate” che sono però molto significative e dense di valore. Il saggio di Beccaria è un testo molto valido che si muove in una continua tensione tra ciò che è stato e ciò che verrà, tra una lingua passata plasmata dagli scrittori e dai libri e una presente modellata sull’immediatezza e sull’oralità.
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