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L'età dell'innocenza

 

Lettura consigliata a chi non è insensibile al fascino dell'età vittoriana (qui in versione oltre oceano) ed alle minuziose descrizioni dei suoi interni raffinati, visivamente confrontabili per maniacale precisione alle ricostruzioni d'ambiente nei film di Visconti, ma nel contempo sa cogliere l'elegante sarcasmo verso l'ipocrisia e le convenzioni di quella società, vera protagonista del romanzo.

I due personaggi centrali, Newland Archer ed Ellen Olenska, ed il loro amore incapace di trionfare contro l'opprimente meccanismo delle cose prestabilite, rappresentano magistralmente il conflitto fra l'individuo dotato e la società che alla fine lo assorbe e lo soffoca, tema caro alla Wharton, anch'ella proveniente da quell'aristocrazia borghese che ritroviamo nel romanzo e che è costretta a vivere per tutta la vita la duplicità fra la vita sociale e la vita dell'intelligenza. L'innocenza, ovvero la capacità di ignorare lo spiacevole, è incarnata dalla figura di May Welland, fidanzata di Newland, che corrisponde pienamente al mito della società dell'epoca: la donna, foglio immacolato, superficie intatta, si caratterizza per la sua "vacua serenità", per la sua "tranquilla consapevolezza", costituendo il principale elemento decorativo "nell'atmosfera rarefatta di un'esistenza assolutamente irreprensibile come quei corpi imprigionati nei ghiacciai che conservano nella morte una rosea apparenza di vita".

Angela (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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