L'esercito delle cose inutili
Ci sono romanzi che si prestano bene ad essere presentati attraverso una recensione; ce ne sono altri, invece, che è quasi impossibile recensire, senza causare loro una sorta di “danno narrativo”. Il romanzo di Paola Mastrocola L’esercito delle cose inutili appartiene proprio a questa seconda categoria, perché ogni cosa detta per tratteggiarne la trama o riassumerne le vicende principali, con l’intento di invitare alla lettura integrale del testo, finisce per svelare ciò che invece merita di essere scoperto solo a lettura iniziata.
Intanto vale dire subito che il libro è bellissimo, e si legge tutto d’un fiato in un pomeriggio o in una serata di libertà dagli affanni quotidiani. E lascia un sapore molto buono nella bocca del lettore: tra favola e poesia, tra invenzione spericolata e realtà quotidiana, scopriamo di avere a che fare con un ragazzino intelligente ma timido, Guglielmo, detto Gulli in onore di Gulliver, ed un suo amico speciale, Raimond, che non vi diremo chi è (o cos'è) per non sciuparvi la sorpresa. Un amico speciale davvero, perché per tutta la vita ha fatto il trasportatore di carichi pesanti, e ora si gode la pensione (chiamiamola così) in un luogo particolare, che non è un ospizio né una pensione per vecchi, visto che vi si incontrano personaggi parecchio strani, come gli allevatori di girini, i giocolieri ai semafori, gli avvitatori di lampadine, le madri di figli lontani, gli scollatori di francobolli, i piantatori di primule. In questo paese dagli abitanti così particolari, Raimond incontra Res, un personaggio che gli insegnerà a leggere, e - proprio grazie alla lettura - ad intessere con Gulli una relazione di amicizia del tutto straordinaria.
Inutile dire che in un posto del genere ne succedono di tutti i colori: ed è proprio per questo che Gulli, alle prese con le angherie dei bulletti della scuola, scoprirà di poter contare su un vero e proprio esercito di amici ed alleati, pronto a salvarlo da ogni avversità.
Una storia strampalatissima e strappalacrime, divertente e commovente, che sembra scritta per i bambini e invece parla al bambino che sta nel cuore dei grandi, e che ha sempre bisogno di essere nutrito di sogni e di sentimenti. Un libro che ci fa scoprire - o riscoprire - il valore straordinario del'inutilità in un mondo dove tutto si misura esclusivamente in termini di razionale e fredda efficienza, con l'effetto di tenerci lontano dalla felicità, o soltanto dalla sua speranza. Una lettura rigenerante, che alimenta i nostri sentimenti e ci riallinea al senso profondo della nostra umanità.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 30 maggio 2016
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Ci sono romanzi che si prestano bene ad essere presentati attraverso una recensione; ce ne sono altri, invece, che è quasi impossibile recensire, senza causare loro una sorta di “danno narrativo”. Il romanzo di Paola Mastrocola L’esercito delle cose inutili appartiene proprio a questa seconda categoria, perché ogni cosa detta per tratteggiarne la trama o riassumerne le vicende principali, con l’intento di invitare alla lettura integrale del testo, finisce per svelare ciò che invece merita di essere scoperto solo a lettura iniziata.
Intanto vale dire subito che il libro è bellissimo, e si legge tutto d’un fiato in un pomeriggio o in una serata di libertà dagli affanni quotidiani. E lascia un sapore molto buono nella bocca del lettore: tra favola e poesia, tra invenzione spericolata e realtà quotidiana, scopriamo di avere a che fare con un ragazzino intelligente ma timido, Guglielmo, detto Gulli in onore di Gulliver, ed un suo amico speciale, Raimond, che non vi diremo chi è (o cos'è) per non sciuparvi la sorpresa. Un amico speciale davvero, perché per tutta la vita ha fatto il trasportatore di carichi pesanti, e ora si gode la pensione (chiamiamola così) in un luogo particolare, che non è un ospizio né una pensione per vecchi, visto che vi si incontrano personaggi parecchio strani, come gli allevatori di girini, i giocolieri ai semafori, gli avvitatori di lampadine, le madri di figli lontani, gli scollatori di francobolli, i piantatori di primule. In questo paese dagli abitanti così particolari, Raimond incontra Res, un personaggio che gli insegnerà a leggere, e - proprio grazie alla lettura - ad intessere con Gulli una relazione di amicizia del tutto straordinaria.
Inutile dire che in un posto del genere ne succedono di tutti i colori: ed è proprio per questo che Gulli, alle prese con le angherie dei bulletti della scuola, scoprirà di poter contare su un vero e proprio esercito di amici ed alleati, pronto a salvarlo da ogni avversità.
Una storia strampalatissima e strappalacrime, divertente e commovente, che sembra scritta per i bambini e invece parla al bambino che sta nel cuore dei grandi, e che ha sempre bisogno di essere nutrito di sogni e di sentimenti. Un libro che ci fa scoprire - o riscoprire - il valore straordinario del'inutilità in un mondo dove tutto si misura esclusivamente in termini di razionale e fredda efficienza, con l'effetto di tenerci lontano dalla felicità, o soltanto dalla sua speranza. Una lettura rigenerante, che alimenta i nostri sentimenti e ci riallinea al senso profondo della nostra umanità.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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