L'egoismo è finito
Gli anni di “vacche grasse” hanno rappresentato uno speciale terreno di coltura per i comportamenti improntati all’egoismo e all’accumulo: abbiamo speso tutto ciò che guadagnavamo per comprare sempre più oggetti, case più grandi, macchine più potenti, per poter competere e vincere nei confronti del nostro vicino di casa. Abbiamo riempito le nostre abitazioni di oggetti super-tecnologici, rigorosamente di ultima generazione, che non abbiamo avuto tempo di usare. Abbiamo misurato il nostro valore personale sull’entità delle merci che siamo stati in grado di comprare. Poi è arrivata la crisi, e la musica è cambiata.
È finito un mondo: e con esso un intero modo di essere e apparire che – al di là del piacere immediato – non ha saputo renderci felici. L’egoismo non è più in grado di essere il motore della vita sociale: al suo posto si vanno affermando, a diverse velocità, comportamenti improntati al rispetto reciproco, alla ricerca di solidarietà, alla cooperazione e alla condivisione.
In Italia, così come in altri luoghi del mondo, si vanno accendendo alcune piccole “luci” che ci permettono di guardare a situazioni nuove, nelle quali l’egoismo lascia spazio alla comunità, con l’effetto di migliorare la qualità della vita dei singoli, accrescere il loro benessere, ed assieme garantire sul lungo periodo una maggiore sostenibilità alle scelte di consumo: il libro del giornalista Antonio Galdo ci accompagna idealmente alla scoperta di questi luoghi, facendoci scoprire città dove sono stati tolti i semafori per far nascere spazi condivisi e autogestiti, fabbriche dove si produce in co-working, grattacieli con i tetti dove si coltivano verdure condominiali, siti web di successo dove ci si scambia oggetti, invece di comprarli.
Anche le biblioteche partecipano a questa nuova civiltà dello stare insieme: alcune di loro (l'autore cita anche la San Giorgio di Pistoia!) hanno fatto la scelta di andare oltre la logica originaria della semplice offerta di libri e documenti multimediali, per diventare spazi di costruzione di una nuova identità sociale, pacifica e accogliente, dove i cittadini condividono occasioni di approfondimento culturale, di studio e di impiego del tempo libero in un contesto fortemente caratterizzato dall’assenza di barriere e dai valori dell’uguaglianza.
Tempi duri per l’egoismo, dunque: molto meglio per tutti aprirsi alle nuove frontiere dello stare insieme, al di là delle quali – ci dice l’autore, e vogliamo sperare anche noi – potremo trovare con minore fatica uno spazio buono per la nostra felicità.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 12 maggio 2014
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È finito un mondo: e con esso un intero modo di essere e apparire che – al di là del piacere immediato – non ha saputo renderci felici. L’egoismo non è più in grado di essere il motore della vita sociale: al suo posto si vanno affermando, a diverse velocità, comportamenti improntati al rispetto reciproco, alla ricerca di solidarietà, alla cooperazione e alla condivisione.
In Italia, così come in altri luoghi del mondo, si vanno accendendo alcune piccole “luci” che ci permettono di guardare a situazioni nuove, nelle quali l’egoismo lascia spazio alla comunità, con l’effetto di migliorare la qualità della vita dei singoli, accrescere il loro benessere, ed assieme garantire sul lungo periodo una maggiore sostenibilità alle scelte di consumo: il libro del giornalista Antonio Galdo ci accompagna idealmente alla scoperta di questi luoghi, facendoci scoprire città dove sono stati tolti i semafori per far nascere spazi condivisi e autogestiti, fabbriche dove si produce in co-working, grattacieli con i tetti dove si coltivano verdure condominiali, siti web di successo dove ci si scambia oggetti, invece di comprarli.
Anche le biblioteche partecipano a questa nuova civiltà dello stare insieme: alcune di loro (l'autore cita anche la San Giorgio di Pistoia!) hanno fatto la scelta di andare oltre la logica originaria della semplice offerta di libri e documenti multimediali, per diventare spazi di costruzione di una nuova identità sociale, pacifica e accogliente, dove i cittadini condividono occasioni di approfondimento culturale, di studio e di impiego del tempo libero in un contesto fortemente caratterizzato dall’assenza di barriere e dai valori dell’uguaglianza.
Tempi duri per l’egoismo, dunque: molto meglio per tutti aprirsi alle nuove frontiere dello stare insieme, al di là delle quali – ci dice l’autore, e vogliamo sperare anche noi – potremo trovare con minore fatica uno spazio buono per la nostra felicità.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 12 maggio 2014
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