L'amore al fiume (e altri amori corti)
Ezio Sinigaglia, con la sua raccolta di racconti L’amore al fiume (e altri amori corti), riceve il premio "Ceppo selezione Racconto 2024" per la sua capacità di declinare una lingua in grado di attanagliarsi con saldezza alle immagini che descrive, a modularsi a seconda degli oggetti su cui si posa, a muoversi con naturalezza tra parlate e dialetti che abitano la lingua dei personaggi, e per la natura formale di una narrazione breve che idealmente si ricollega all’origine del racconto, con richiami alla novellistica italiana, in questo caso soffermando il suo sguardo sul tema amoroso in una chiave contemporanea che però si nutre, stratificando i suoi piani, di tutta una parte della storia della letteratura moderna.
I vari racconti del volume, come i pannelli di un licenzioso polittico, costituiscono i diversi movimenti di una storia unica: all’interno di un campo militare di giovani bersaglieri in Friuli, tra fiumi, boschi e un piccolo paese, elementi che costituiscono un bucolico palcoscenico, si intrecciano varie vicende amorose che il clima estivo contribuisce a ispessire. In una sorta di fenomenologia del discorso amoroso, Sinigaglia indaga con accuratezza le varie declinazioni del sentimento, appuntando in particolare la sua attenzione sulle forme dell’infatuazione, sulle dinamiche della seduzione, sull’immediatezza del desiderio che esplode o sul rovellio di quello che rimane nebulizzato nella mente. Il premio Ceppo premia dunque una raccolta in cui, come accade anche nelle altre opere di Sinigaglia, l’invenzione narrativa si accompagna felicemente all’esperimento linguistico, vera e propria matrice in grado di moltiplicare i punti di osservazione, un libro dove la musica della scrittura si amalgama alla perfezione all’energia e ai moti del pensiero dei personaggi.
[Matteo Moca, giurato del Premio Ceppo]
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Ultimo aggiornamento martedì, 7 maggio 2024
Ezio Sinigaglia, con la sua raccolta di racconti L’amore al fiume (e altri amori corti), riceve il premio "Ceppo selezione Racconto 2024" per la sua capacità di declinare una lingua in grado di attanagliarsi con saldezza alle immagini che descrive, a modularsi a seconda degli oggetti su cui si posa, a muoversi con naturalezza tra parlate e dialetti che abitano la lingua dei personaggi, e per la natura formale di una narrazione breve che idealmente si ricollega all’origine del racconto, con richiami alla novellistica italiana, in questo caso soffermando il suo sguardo sul tema amoroso in una chiave contemporanea che però si nutre, stratificando i suoi piani, di tutta una parte della storia della letteratura moderna.
I vari racconti del volume, come i pannelli di un licenzioso polittico, costituiscono i diversi movimenti di una storia unica: all’interno di un campo militare di giovani bersaglieri in Friuli, tra fiumi, boschi e un piccolo paese, elementi che costituiscono un bucolico palcoscenico, si intrecciano varie vicende amorose che il clima estivo contribuisce a ispessire. In una sorta di fenomenologia del discorso amoroso, Sinigaglia indaga con accuratezza le varie declinazioni del sentimento, appuntando in particolare la sua attenzione sulle forme dell’infatuazione, sulle dinamiche della seduzione, sull’immediatezza del desiderio che esplode o sul rovellio di quello che rimane nebulizzato nella mente. Il premio Ceppo premia dunque una raccolta in cui, come accade anche nelle altre opere di Sinigaglia, l’invenzione narrativa si accompagna felicemente all’esperimento linguistico, vera e propria matrice in grado di moltiplicare i punti di osservazione, un libro dove la musica della scrittura si amalgama alla perfezione all’energia e ai moti del pensiero dei personaggi.
[Matteo Moca, giurato del Premio Ceppo]
- Ultimo aggiornamento martedì, 7 maggio 2024