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L'acqua del lago non è mai dolce

 

L’odio nei confronti della propria appartenenza è il motore dell’ultimo libro di Giulia Caminito, scrittrice classe 1988 che, dopo aver scritto due romanzi storici, La grande A e Il giorno che verrà, si sposta nella società contemporanea. La storia si ambiente sulle rive del lago di Bracciano nel paese lacustre di Anguillara Sabazia. Qui l'autrice dipana i percorsi di una famiglia proletaria dominata dalla figura della madre Antonia, moglie di un marito disabile e madre di quattro figli. Antonia è una donna molta onesta, che combatte e non si arrende, è una madre che pretende senza mai però porgere una carezza ai suoi figli, senza rivolgere mai loro una parola di incoraggiamento. Così cresce Gaia in uno scantinato che la madre continua a pulire, senza giocattoli e senza televisione. Quando si affaccia alla vita, durante l'adolescenza, la ragazza viene schernita per via di un taglio artigianale mal riuscito di capelli e per il fatto di avere delle orecchie ridicole. Così un giorno, dopo i dileggi e le offese subite in silenzio, Gaia reagisce a un torto con una violenza che non ripristina la giustizia. Gaia vorrebbe crescere e cambiare, ma rimane impigliata nell'ombra della madre. Due figure femminili che portano dentro di sé il disagio degli ultimi, una contrapposta all'altra, che allo stesso modo cercano di rimanere a galla e di trovare un loro posto nel mondo che le vuole a tutti i costi emarginare.

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