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L'abbazia di Northanger

 

Può sorprendere la scelta di recensire un'opera di Jane Austen. Tuttavia “Northanger Abbey”, questo il titolo originale, è il meno conosciuto dei suoi scritti giovanili anche se, pur senza raggiungere la complessità narrativa ed il fascino dei capolavori successivi, mostra già un genio letterario raro e originale.

Scritto nel 1798, è stato erroneamente considerato per lungo tempo il primo romanzo della Austen. In realtà si tratta della prima opera acquistata da un editore, anche se pubblicata molti anni dopo, in cui l'autrice fa una divertente parodia del romanzo gotico, il genere letterario allora più in voga, che raggiunse il culmine con Ann Radcliffe ed il suo The misteries of Udolpho, a cui il testo di Jane Austen fa spesso riferimento. Il romanzo gotico rispondeva perfettamente all'esigenza di mistero, oscurità e fantasia che il realistico rigore illuminista aveva negato.

Non deve stupire quindi che Catherine Morland, la deliziosa e ingenua protagonista de L'abbazia di Northanger, anti-eroina diciassettenne, spinta da fervida e vivace immaginazione, insegua oscuri intrighi e losche trame anche nelle vicende di banale quotidianità. Durante il soggiorno presso una suggestiva abbazia gotica, il desiderio di mistero e le sue ipotesi tanto fantasiose quanto infondate, metteranno a rischio equilibri e relazioni importanti, nonché il suo stesso matrimonio con l'adorato Henry Tilney.

L'ironia, l'umorismo e la sensibilità di una giovanissima Jane Austen, fanno di questo “romanzo di formazione” un'opera incredibilmente attuale, mostrando fin da subito, il suo precoce e raffinato talento letterario.

Mila (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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