Incunaboli novecenteschi
Mostra bibliografica a cura di Ilaria Rabatti
21 aprile - 1 settembre 2018 - Teche espositive Sala Dipartimenti
Dalla donazione Anna Paola Campori Mettel, dai fondi speciali Giorgio Luti e Piero Bigongiari della Biblioteca San Giorgio e dalle raccolte della Biblioteca Forteguerriana
Nessun secolo come il Novecento – scriveva Ezio Raimondi – invita a chiedersi quando esso abbia veramente inizio, quando cioè prenda forma nel suo universo sociale ed intellettuale la coscienza del nuovo, l’idea del moderno, il desiderio o il segno di una trasformazione irreversibile. In effetti, anche se la letteratura del Novecento è ritenuta da molti critici sviluppo ed approfondimento di alcune grandi intuizioni decadenti, è proprio a partire dal primo decennio del secolo che inizia la presa di coscienza del rinnovamento culturale in atto con il conseguente rifiuto delle strutture concettuali e letterarie ottocentesche. In questo senso, le riviste del primo Novecento – rappresentate all’interno della mostra soprattutto dalle due testate fiorentine de “La Voce” e di “Lacerba” – ebbero una parte di primissimo piano nel dibattito culturale italiano fino alla prima guerra mondiale e oltre. Il loro ruolo di “rottura” si esplicò anche con una multiforme e vivace produzione libraria che spesso tenne a battesimo nuovi autori e lasciò un profondo segno nell’editoria.
Libri in mostra
1. Gian Pietro Lucini, Il libro delle figurazioni ideali, Milano, Libreria editrice Galli di Chiesa e Guindani, 1894
Prima e unica edizione di quello che è considerato il testo fondativo del simbolismo italiano. Nel Libro delle figurazioni ideali, definendo l’essenza dell’esperienza poetica“come la lotta contro il già fatto per fare il nuovissimo”, Lucini affida alla poesia il compito ontologico di fondare “il nuovo”. Gian Pietro Lucini (1867-1944) è una tipica figura di transizione, una delle più complesse e interessanti del primo Novecento italiano. Amico e curatore dell’opera di Dossi, si ricollega alla sperimentazione della Scapigliatura lombarda, riprendendone il gusto per le bizzarrie stilistiche e l’atteggiamento di esasperazione e di rivolta; ma d’altro lato, con il suo interesse criticamente aggiornato per la poetica simbolista, precorre posizioni tipicamente novecentesche. La sua opera, assai vasta, di poeta, prosatore e critico riflette tutte le contraddizioni di questa posizione di transizione: entusiastico ammiratore di Carducci, Lucini è anarchico libertario, antimonarchico e antimilitarista. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
2. Una pagina del Libro delle figurazioni ideali
Curiosità. L’edizione presenta molti refusi, tra questi l'inedito lemma nikilismo che finì registrato nel Battaglia, come variante d'autore, rispetto al più frequentato nichilismo. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
3. Gian Pietro Lucini, Il verso libero. Proposta. A cura di Pier Luigi Ferro. Novara, Interlinea, 2008
Edizione anastatica di Ragion poetica e programma del verso libero, Milano, Edizioni di “Poesia”, 1908.
Nella sua Ragion poetica, autentico monstrum della prosa saggistica novecentesca, Lucini, ripercorrendo la storia della propria avventura letteraria, proponeva la consapevole e programmatica accettazione del “verso libero” come strumento base di liberazione della poesia da ogni vincolo accademico. L’opera fu pubblicata dalla rivista marinettiana “Poesia”, che accolse nelle proprie edizioni anche Revolverate (1909) e La solita canzone di Melibeo (1910). Ma lo sperimentalismo di Lucini, essendo di matrice radicalmente diversa rispetto a quello marinettiano, lo condurrà presto ad una insanabile rottura con il movimento futurista. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
4. Copertina del primo numero della rivista “Poesia” (1905-1909)
La rassegna internazionale “Poesia” nata inizialmente con l’intento di creare una testa internazionale e un collegamento con la cultura francese, divenne poi l’organo ufficiale del movimento futurista. Fu fondata a Milano nel 1905 da Filippo Tommaso Marinetti, affiancato nella direzione, per il primo anno, da Sem Benelli e Vitaliano Ponti. Ebbe una veste grafica assai ricercata, con il suo formato rettangolare ad album e la copertina policroma disegnata da Alberto Martini che raffigurava la vittoria allegorica della poesia sull’idra marina.
5. Aldo Palazzeschi, Il codice di Perelà. Romanzo futurista. Milano, Edizioni futuriste di “Poesia”, 1911
Prima rara edizione. Nell’antiporta dedica dell’autore a Ferdinando Martini: “On. Ferdinando Martini [?] omaggio di Aldo Palazzeschi”. Il libro di Palazzeschi (1885-1974) è stato ripubblicato più volte con alcune variazioni, prima da Vallecchi (1920, 1943, 1954 con il titolo L’uomo di fumo) poi da Mondadori (1958, 1973 con introduzione di L. De Maria). Provenienza: Biblioteca Forteguerriana (Fondo Ferdinando Martini)
5 bis. Aldo Palazzeschi, Riflessi, Firenze, Cesare Blanc, 1908
Prima rara edizione. Si tratta della prima opera in prosa dello scrittore fiorentino agli esordi della sua carriera letteraria. Dopo due raccolte di poesie pubblicate a proprie spese con il tipografo in luogo di editore, verso la fine del 1907, Palazzeschi s'inventa una sigla tutta sua: "Edizioni Cesare Blanc", prendendo il nome, pare, da quello del suo gatto. Con questa casa editrice fittizia, sempre servendosi dello Stabilimento Tipografico Aldino, nel gennaio del 1908 pubblica 500 copie del volume Riflessi, a cui seguiranno Lanterna e, nell'aprile 1909, Poemi. Nel corso di questo stesso anno, Palazzeschi conosce Marinetti e comincia a pubblicare per le Edizioni Futuriste di "Poesia", rimettendo in circolo i resi di Lanterna e Riflessi con l'etichetta del nuovo editore. Provenienza: Collezione privata
6. Filippo Tommaso Marinetti, Uccidiamo il chiaro di luna!, Milano, Edizioni futuriste di “Poesia”, 1911
Edizione rara, inserita da Ralph Jentsch tra I libri d’artista italiani del Novecento (Allemandi, 1993) Considerato il secondo fondamentale manifesto futurista, Uccidiamo il chiaro di luna! ha una complicata storia editoriale. Pubblicato da Marinetti (1876-1944) nell’agosto del 1909 come prefazione al libro di Paolo Buzzi Aeroplani, col titolo Secondo proclama futurista, sarà solo nell’edizione in lingua francese (“Poesia”, n. 7-8-9, agosto settembre-ottobre 1909) che recherà il titolo futurista Tuons le claire de lune! Mentre il titolo definitivo, in lingua italiana, comparirà solo nell’edizione del 1911. Provenienza: Biblioteca Forteguerriana (Fondo Ferdinando Martini)
7. I poeti futuristi. Con un proclama di F.T. Marinetti e uno studio sul Verso libero di Paolo Buzzi. Milano, Edizioni Futuriste di “Poesia”, 1912
Prima rara edizione. Si tratta della prima antologia dei futuristi. Precedono le poesie una serie di scritti di Marinetti (Proclama ai giovani italiani; Manifesto tecnico della letteratura futurista; Risposta alle obiezioni; Battaglia. Peso + odore), della Direzione del Movimento futurista (L'atmosfera futurista creata da noi; Le vittorie della pittura futurista) e di Paolo Buzzi (Il verso libero). Contiene poesie e “parole libere” di Libero Altomare, Mario Betuda, Paolo Buzzi, Enrico Cardile, Giuseppe Carrieri, Enrico Cavacchioli, Auro d'Alba, Luciano Folgore, Corrado Govoni, G. Manzella-Frontini, F.T. Marinetti, Armando Mazza, Aldo Palazzeschi. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
8. Umberto Boccioni, Pittura scultura futuriste (dinamismo plastico), Milano, Edizioni futuriste di “Poesia”, 1914
Prima rara edizione. Contiene nell'antiporta un ritratto fotografico di Boccioni (1882-1916) fatto da Emilio Sommariva (1883-1956) affermato fotografo ritrattista del mondo intellettuale dell'epoca. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
9. Ritratto fotografico di Boccioni fatto da Emilio Sommariva all'interno del libro
10. Riproduzione della copertina de “Il Leonardo” (1903-1907), rivista fondata a Firenze da Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini (che si firmavano con lo pseudonimo “Gian Falco” e “Giuliano il Sofista”) insieme ad altri giovani intellettuali, tra cui Giuseppe Antonio Borgese. Pubblicata da Attilio Vallecchi, i primi numeri della testata (di cui uscirono 25 fascicoli) presentavano sotto il titolo, un’incisione di Adolfo De Carolis (una stella che sovrasta un’aquila in volo) ed il motto leonardesco “Non si volge chi a stella è fisso”.
11. Giovanni Papini (a cura di) La filosofia delle università di Arturo Schopenhauer, Lanciano, Carabba, 1909
11 bis. Ardengo Soffici (a cura di) Il tomo dell'io seguito dal Didimo Chierico di Ugo Foscolo, Lanciano, Carabba, 1910
Prime edizioni. Si tratta del terzo e del decimo numero della collana “La cultura dell’anima” diretta da Giovanni Papini (1881-1956) per Carabba, non senza contrasti con l’editore, fino al 1920 . La pregiata veste tipografica della collana trova riscontro nel raffinato gusto estetizzante proprio della rivista “Il Leonardo”. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel) Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
12. Riproduzione della copertina della rivista “La Voce”
13. Renato Serra, Scritti critici, Firenze, Casa editrice italiana (di Attilio Quattrini), 1910
Prima edizione. Si tratta del sesto numero dei Quaderni della Voce. Contiene saggi critici su Pascoli, Beltramelli, Carducci e Croce. Renato Serra (1884-1915) è stato scrittore e critico letterario finissimo. Figura d’intellettuale appartato, carducciano di formazione (si laureò a Bologna nel 1904 in letteratura italiana sotto la guida di Carducci) pur essendo riuscito a dialogare precocemente con i rappresentanti più significativi della cultura contemporanea (dai vociani fiorentini ai neoidealisti crociani) restò costitutivamente refrattario a qualsiasi progetto teorico o poetico di gruppo. Morto prematuramente sul Monte Podgora, durante la prima guerra mondiale, proprio in trincea, scrisse uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento: Esame di coscienza di un letterato. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
14. Giovanni Papini, Le memorie d'Iddio, Firenze, La rinascita del libro, 1911
Prima edizione. Si tratta dell'unidicesimo numero dei Quaderni della Voce. “La rinascita del libro” è un altro nome della Casa editrice italiana (di Attilio Quattrini). Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
15. Paul Claudel, Partage de midi, Firenze, Libreria della Voce, 1912
Prima rara edizione. Traduzione di Piero Jahier. Paul Claudel (1868-1955) poeta e drammaturgo francese, adolescente ebbe una profonda crisi di rifiuto dei modelli culturali familiari e scolastici, che approdò nell'adesione totale al cattolicesimo, orientando in modo definitivo la sua attività umana e la sua opera poetica La lunga relazione intrecciata in Cina con una donna ispirò il dramma in tre atti Partage de midi (1906) incentrato sul doloroso conflitto tra l’amore carnale e le leggi di Dio. Nell’opera Claudel utilizzò un'originale forma espressiva, il "versetto", un verso lungo d’ascendenza biblica, privo di rima, adatto ad esprimere secondo lo stesso Claudel “l'integrazione tra poetico e prosaico della vita moderna”. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Piero Bigongiari)
16. Giovanni Papini, Il tragico quotidiano, Firenze, Libreria della Voce, 1913
Seconda edizione accresciuta e corretta. Nell'occhietto la dedica dell'autore ad Attilio Vallecchi: “Al mio primo complice tipografico Attilio Vallecchi il suo aff.mo G. Papini, 27.V.1913” Il tragico quotidiano (pubblicato per la prima volta nel 1906 da Lumachi con la pregiata copertina disegnata da Armando Spadini) assieme a Il pilota cieco sancì la nascita delle cosiddette "novelle metafisiche". Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
17. Paolo Buzzi, Versi liberi, Milano, Treves, 1913
Prima edizione. Nell’occhietto dedica dell’autore a Ferdinando Martini: “A S. E. l’on. Ferdinando Martini il suo antico devoto ammiratore Paolo Buzzi 24.III.913 dal Palazzo Monforti di Milano”. Paolo Buzzi (1874-1956) che esordì con una poetica ancora legata al classicismo leopardiano e carducciano (Rapsodie leopardiane, 1898) attratto dal movimento futurista, ne divenne uno degli esponenti più significativi (fu, tra l'altro, critico letterario della rivista “Poesia”). Provenienza: Biblioteca Forteguerriana
18. Riproduzione della copertina della rivista “Lacerba”
19. Giovanni Papini, Discorso di Roma. Preceduto da un commento dell'autore e seguito dalla risposta dei romani. Firenze, Edizioni di Lacerba, 1913
Prima rara edizione. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
20. Giovanni Papini, Crepuscolo dei filosofi, Firenze, Edizioni di “Lacerba”, 1914
Seconda edizione riveduta. In questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1906 presso la Società editrice lombarda, Papini critica duramente i sistemi filosofici di Kant, Hegel, Schopenhauer, Comte, Spencer e Nietzsche, dichiarando la morte della filosofa stessa. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
21. Ardengo Soffici, Arlecchino, Firenze, Edizioni di Lacerba, 1914
Prima rara edizione, L'Arlecchino, è una raccolta di prose varie che erano state precedentemente pubblicate su “La Voce” e su “Riviera Ligure” è da molti giudicato, insieme a Giornale di bordo, una delle opere più originali di Soffici. Ardengo Soffici (1879-1964) Fu uno dei primi intellettuali italiani che si trasferirono a Parigi per operare a contatto con le correnti artistiche più innovative. Dopo aver vissuto nella capitale francese tra il 1899 e il 1907, tornò in Italia nel 1908, e, consolidata la sua amicizia con Papini e Prezzolini, fu tra i più attivi collaboratori de “La Voce”, di cui disegnò anche la testata. Nel gennaio del 1913, con l’acutizzarsi dell’insofferenza nei confronti di Prezzolini a causa dell'impostazione positivista con la quale quest'ultimo dirigeva “La Voce”, Soffici, insieme a Papini, fonda “Lacerba”, che diventa l'organo ufficiale del futurismo. Provenienza: Biblioteca Forteguerriana
22. Giovanni Boine, Il peccato ed altre cose. Firenze, Libreria della Voce, 1914
23. Giovanni Papini, La paga del sabato. Agosto 1914/1915, Milano, Studio editoriale lombardo, 1915
Prima edizione. Fondata da Gaetano Facchi, la casa editrice Studio editoriale lombardo, grazie alla collaborazione e amicizia con Carlo Linati (intellettuale vicino alla "Voce" e a "Lacerba") pubblicherà opere di Papini, Buzzi e Cardarelli. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
24. Giuseppe Antonio Borgese, La guerra delle idee, Milano, Treves, 1916
Prima edizione. Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952), fu, in età giovanile, di orientamento nazionalista e dannunziano in letteratura. Acceso interventista, fu il fondatore della rivista “Hermes” (1904-1906). Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
24 bis. Giuseppe Antonio Borgese, Rubè, Milano, Treves, 1921
Prima edizione. Borgese, dopo l’infatuazione dannunziana ed il nazionalismo antidemocratico della gioventù, modificò profondamente i propri atteggiamenti intellettuali, passando ad un deciso antifascismo e maturando, in letteratura, una profonda avversione per il lirismo e per la poesia pura. La sua battaglia per il romanzo si concretizzò nella pubblicazione del Rubè, esempio di una narrativa di ampio respiro, gremita di realtà storica e psicologica e “manifesto” di quel nuovo “personaggio-uomo” (Debenedetti), destinato a diventare il protagonista di tutta la più originale narrativa del Novecento. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel). Altra copia Biblioteca Forteguerriana
25. Scipio Slataper, Il mio Carso, Firenze, Libreria della Voce, 1916
Seconda edizione. Scipio Slataper (1888-1915) nato a Trieste, si trsferì a Firenze per frequentare l’università, laureandosi nel 1912 con una tesi su Ibsen (pubblicata postuma). Entrato in contatto con gli intellettuali vociani, diventerà uno dei più assidui collaboratori della rivista, pubblicandovi numerosi saggi, traduzioni e recensioni, raccolti postumi in volume dall’amico Giani Stuparich (1891-1961). Provenienza: Biblioteca Forteguerriana
26. Scipio Slataper, Scritti letterari e critici. Raccolti da Giani Stuparich, Roma, “La Voce”, 1920 Prima edizione. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
27. André C. Le Jendre. Sei taccuini di guerra numerati (dal numero 14 del dicembre 1915 al numero 19 dell’agosto-settembre 1916) La prima guerra mondiale rappresentò, anche per la letteratura, un momento cruciale di svolta. Dal 1915 al 1918 si avvicendarono tre anni durissimi di sangue, gelo e piombo. Ma le trincee furono anche un crogiolo di sentimenti ed emotività immensi e rappresentarono un eccezionale laboratorio di pratica di scrittura per molti soldati. André C. Le Jendre, di cui si hanno pochissime notizie, pare fosse tra i fondatori della rivista “Blomet revue” (1911-1912) . Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
28. André C. Le Jendre, Taccuino numero 18 (luglio-agosto 1916) Nei taccuini di André C. Le Jendre è annotata, giorno per giorno, l’esperienza del fronte e la vita di trincea. Non mancano, legate al sentimento di nostalgia per la lontananza dagli affetti più cari, pagine di autentica poesia. Come questo acrostico intitolato La chaumine (A ma bons amis, George et Marcelle) : « Le ciel a des trésors qu’il menage sur terre/A ceux qu’il sait aimer, à ceux qu’il veut chérir…/C’est dans ce coin rêvé par l’âme solitaire/Habité par deux cœurs, amants du souvenir/Auprès des quels je vins partager la tendresse/Uní par l’amitié, que je goûtais ce jour/Moultes joies en mon cœur renouvelées sous [ ?]/Inspirées au contact de leur parfait amour…/Nul ici-bas saura le secret de mon âme/Et mon bonheur brûlant au foyer de leur flammes»
29. Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto. Presentazione di Benito Mussolini. La Spezia, nella Stamperia apuana di Ettore Serra, 1923
Pregiata edizione di 500 esemplari numerati (n. 472) su carta fabbricata a mano filigranata Magnani di Pescia, ornata da 5 xilografie e 15 fregi di Francesco Gamba. Si tratta della prima edizione in commercio, comprendente alcune poesie nuove e un’ampia scelta delle liriche già pubblicate in Allegria di Naufragi (Firenze, Vallecchi, 1919). La prima edizione assoluta del Porto Sepolto, fuori commercio, fu stampata a Udine, nel dicembre del 1916, con il sostegno economico dell’amico Ettore Serra presso lo Stabilimento tipografico friulano, in ottanta copie numerate. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
30. Alcune xilografie di Francesco Gamba all’interno del libro.
31. Giovanni Papini, L’Europa occidentale contro la Mittel-Europa, Firenze, Libreria della Voce, 1918
Prima rara edizione. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel
32. Guido Gozzano, L'ultima traccia. Novelle. Milano, Treves, 1919 Prima edizione Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
33. Giovanni Papini, L'esperienza futurista (1913-1914), Firenze, A. Vallecchi, 1919
Prima edizione. Attilio Vallecchi (1880-1946) prima che editore, fu tipografo, e in questa sua attività, stampando numerose riviste (“Il Leonardo”, “Lacerba”, “La Voce”) si legò a letterati futuristi (Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi, Giovanni Papini) con i quali manterrà rapporti anche da editore). Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
34. Piero Jahier, Ragazzo, Roma, La Voce, 1919
Prima edizione. Questo celebre romanzo autobiografico era già apparso a capitoli, intorno al 1910, sulle riviste "La Riviera Ligure" e "La Voce", di cui Jahier (1884-1966) fu collaboratore. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
35. Mario Puccini, Essere o non essere. Racconti. Roma, A. Mondadori, 1920
35 bis. Mario Puccini, L’inganno della carne. Racconti e moralità, Roma-Milano, A. Mondadori, 1923
Prime edizioni. Mario Puccini (1887-1957) fu uno dei collaboratori de “La Voce”. Assunse un atteggiamento di rottura verso il frammentismo e l'estetismo dannunziano, richiamandosi polemicamente a Giovanni Verga e all'esempio della grande narrativa russa. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
36. Giuseppe Prezzolini, Studi e capricci sui mistici tedeschi, Firenze, La Voce, 1922
Seconda edizione. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
37. Miguel De Unamuno, Il segreto della vita, Firenze, Società anonima editrice “La Voce”, 1924
Prima edizione italiana. Si tratta del decimo volume della collana “Biblioteca di filosofia contemporanea” diretta da Odoardo Campa. Traduzione di Gilberto Beccari. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
38. Federigo Tozzi, Novale. Diario. Milano-Roma, Mondadori, 1925
Prima edizione. Copertina illustrata di Giulio Cisari (1892-1979, incisore allievo di Adolfo De Carolis). Introduzione di Emma Palagi Tozzi. Apparso per la prima volta nel 1925, a cinque anni di distanza dalla precoce ed improvvisa morte del suo autore, Novale è un libro indispensabile per capire Tozzi, la sua poetica e la sua arte all’insegna del moderno. Si tratta delle lettere che il giovane Federigo – all’inizio della corrispondenza neppure ventenne – indirizzò ad una sconosciuta signorina senese, Annalena, (Emma Palagi) la donna destinata a diventare sua moglie. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
39. Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, Milano, Alpes, 1929
Prima edizione. Con questo romanzo autobiografico, in cui l'autore rappresenta la drammatica esperienza della guerra e la sua dolente e tragica quotidianità., Lorenzo Viani vince, l'anno successivo, il premio "Viareggio". Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
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Ultimo aggiornamento mercoledì, 19 aprile 2023
Mostra bibliografica a cura di Ilaria Rabatti
21 aprile - 1 settembre 2018 - Teche espositive Sala Dipartimenti
Dalla donazione Anna Paola Campori Mettel, dai fondi speciali Giorgio Luti e Piero Bigongiari della Biblioteca San Giorgio e dalle raccolte della Biblioteca Forteguerriana
Nessun secolo come il Novecento – scriveva Ezio Raimondi – invita a chiedersi quando esso abbia veramente inizio, quando cioè prenda forma nel suo universo sociale ed intellettuale la coscienza del nuovo, l’idea del moderno, il desiderio o il segno di una trasformazione irreversibile. In effetti, anche se la letteratura del Novecento è ritenuta da molti critici sviluppo ed approfondimento di alcune grandi intuizioni decadenti, è proprio a partire dal primo decennio del secolo che inizia la presa di coscienza del rinnovamento culturale in atto con il conseguente rifiuto delle strutture concettuali e letterarie ottocentesche. In questo senso, le riviste del primo Novecento – rappresentate all’interno della mostra soprattutto dalle due testate fiorentine de “La Voce” e di “Lacerba” – ebbero una parte di primissimo piano nel dibattito culturale italiano fino alla prima guerra mondiale e oltre. Il loro ruolo di “rottura” si esplicò anche con una multiforme e vivace produzione libraria che spesso tenne a battesimo nuovi autori e lasciò un profondo segno nell’editoria.
Libri in mostra
1. Gian Pietro Lucini, Il libro delle figurazioni ideali, Milano, Libreria editrice Galli di Chiesa e Guindani, 1894
Prima e unica edizione di quello che è considerato il testo fondativo del simbolismo italiano. Nel Libro delle figurazioni ideali, definendo l’essenza dell’esperienza poetica“come la lotta contro il già fatto per fare il nuovissimo”, Lucini affida alla poesia il compito ontologico di fondare “il nuovo”. Gian Pietro Lucini (1867-1944) è una tipica figura di transizione, una delle più complesse e interessanti del primo Novecento italiano. Amico e curatore dell’opera di Dossi, si ricollega alla sperimentazione della Scapigliatura lombarda, riprendendone il gusto per le bizzarrie stilistiche e l’atteggiamento di esasperazione e di rivolta; ma d’altro lato, con il suo interesse criticamente aggiornato per la poetica simbolista, precorre posizioni tipicamente novecentesche. La sua opera, assai vasta, di poeta, prosatore e critico riflette tutte le contraddizioni di questa posizione di transizione: entusiastico ammiratore di Carducci, Lucini è anarchico libertario, antimonarchico e antimilitarista. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
2. Una pagina del Libro delle figurazioni ideali
Curiosità. L’edizione presenta molti refusi, tra questi l'inedito lemma nikilismo che finì registrato nel Battaglia, come variante d'autore, rispetto al più frequentato nichilismo. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
3. Gian Pietro Lucini, Il verso libero. Proposta. A cura di Pier Luigi Ferro. Novara, Interlinea, 2008
Edizione anastatica di Ragion poetica e programma del verso libero, Milano, Edizioni di “Poesia”, 1908.
Nella sua Ragion poetica, autentico monstrum della prosa saggistica novecentesca, Lucini, ripercorrendo la storia della propria avventura letteraria, proponeva la consapevole e programmatica accettazione del “verso libero” come strumento base di liberazione della poesia da ogni vincolo accademico. L’opera fu pubblicata dalla rivista marinettiana “Poesia”, che accolse nelle proprie edizioni anche Revolverate (1909) e La solita canzone di Melibeo (1910). Ma lo sperimentalismo di Lucini, essendo di matrice radicalmente diversa rispetto a quello marinettiano, lo condurrà presto ad una insanabile rottura con il movimento futurista. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
4. Copertina del primo numero della rivista “Poesia” (1905-1909)
La rassegna internazionale “Poesia” nata inizialmente con l’intento di creare una testa internazionale e un collegamento con la cultura francese, divenne poi l’organo ufficiale del movimento futurista. Fu fondata a Milano nel 1905 da Filippo Tommaso Marinetti, affiancato nella direzione, per il primo anno, da Sem Benelli e Vitaliano Ponti. Ebbe una veste grafica assai ricercata, con il suo formato rettangolare ad album e la copertina policroma disegnata da Alberto Martini che raffigurava la vittoria allegorica della poesia sull’idra marina.
5. Aldo Palazzeschi, Il codice di Perelà. Romanzo futurista. Milano, Edizioni futuriste di “Poesia”, 1911
Prima rara edizione. Nell’antiporta dedica dell’autore a Ferdinando Martini: “On. Ferdinando Martini [?] omaggio di Aldo Palazzeschi”. Il libro di Palazzeschi (1885-1974) è stato ripubblicato più volte con alcune variazioni, prima da Vallecchi (1920, 1943, 1954 con il titolo L’uomo di fumo) poi da Mondadori (1958, 1973 con introduzione di L. De Maria). Provenienza: Biblioteca Forteguerriana (Fondo Ferdinando Martini)
5 bis. Aldo Palazzeschi, Riflessi, Firenze, Cesare Blanc, 1908
Prima rara edizione. Si tratta della prima opera in prosa dello scrittore fiorentino agli esordi della sua carriera letteraria. Dopo due raccolte di poesie pubblicate a proprie spese con il tipografo in luogo di editore, verso la fine del 1907, Palazzeschi s'inventa una sigla tutta sua: "Edizioni Cesare Blanc", prendendo il nome, pare, da quello del suo gatto. Con questa casa editrice fittizia, sempre servendosi dello Stabilimento Tipografico Aldino, nel gennaio del 1908 pubblica 500 copie del volume Riflessi, a cui seguiranno Lanterna e, nell'aprile 1909, Poemi. Nel corso di questo stesso anno, Palazzeschi conosce Marinetti e comincia a pubblicare per le Edizioni Futuriste di "Poesia", rimettendo in circolo i resi di Lanterna e Riflessi con l'etichetta del nuovo editore. Provenienza: Collezione privata
6. Filippo Tommaso Marinetti, Uccidiamo il chiaro di luna!, Milano, Edizioni futuriste di “Poesia”, 1911
Edizione rara, inserita da Ralph Jentsch tra I libri d’artista italiani del Novecento (Allemandi, 1993) Considerato il secondo fondamentale manifesto futurista, Uccidiamo il chiaro di luna! ha una complicata storia editoriale. Pubblicato da Marinetti (1876-1944) nell’agosto del 1909 come prefazione al libro di Paolo Buzzi Aeroplani, col titolo Secondo proclama futurista, sarà solo nell’edizione in lingua francese (“Poesia”, n. 7-8-9, agosto settembre-ottobre 1909) che recherà il titolo futurista Tuons le claire de lune! Mentre il titolo definitivo, in lingua italiana, comparirà solo nell’edizione del 1911. Provenienza: Biblioteca Forteguerriana (Fondo Ferdinando Martini)
7. I poeti futuristi. Con un proclama di F.T. Marinetti e uno studio sul Verso libero di Paolo Buzzi. Milano, Edizioni Futuriste di “Poesia”, 1912
Prima rara edizione. Si tratta della prima antologia dei futuristi. Precedono le poesie una serie di scritti di Marinetti (Proclama ai giovani italiani; Manifesto tecnico della letteratura futurista; Risposta alle obiezioni; Battaglia. Peso + odore), della Direzione del Movimento futurista (L'atmosfera futurista creata da noi; Le vittorie della pittura futurista) e di Paolo Buzzi (Il verso libero). Contiene poesie e “parole libere” di Libero Altomare, Mario Betuda, Paolo Buzzi, Enrico Cardile, Giuseppe Carrieri, Enrico Cavacchioli, Auro d'Alba, Luciano Folgore, Corrado Govoni, G. Manzella-Frontini, F.T. Marinetti, Armando Mazza, Aldo Palazzeschi. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
8. Umberto Boccioni, Pittura scultura futuriste (dinamismo plastico), Milano, Edizioni futuriste di “Poesia”, 1914
Prima rara edizione. Contiene nell'antiporta un ritratto fotografico di Boccioni (1882-1916) fatto da Emilio Sommariva (1883-1956) affermato fotografo ritrattista del mondo intellettuale dell'epoca. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
9. Ritratto fotografico di Boccioni fatto da Emilio Sommariva all'interno del libro
10. Riproduzione della copertina de “Il Leonardo” (1903-1907), rivista fondata a Firenze da Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini (che si firmavano con lo pseudonimo “Gian Falco” e “Giuliano il Sofista”) insieme ad altri giovani intellettuali, tra cui Giuseppe Antonio Borgese. Pubblicata da Attilio Vallecchi, i primi numeri della testata (di cui uscirono 25 fascicoli) presentavano sotto il titolo, un’incisione di Adolfo De Carolis (una stella che sovrasta un’aquila in volo) ed il motto leonardesco “Non si volge chi a stella è fisso”.
11. Giovanni Papini (a cura di) La filosofia delle università di Arturo Schopenhauer, Lanciano, Carabba, 1909
11 bis. Ardengo Soffici (a cura di) Il tomo dell'io seguito dal Didimo Chierico di Ugo Foscolo, Lanciano, Carabba, 1910
Prime edizioni. Si tratta del terzo e del decimo numero della collana “La cultura dell’anima” diretta da Giovanni Papini (1881-1956) per Carabba, non senza contrasti con l’editore, fino al 1920 . La pregiata veste tipografica della collana trova riscontro nel raffinato gusto estetizzante proprio della rivista “Il Leonardo”. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel) Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
12. Riproduzione della copertina della rivista “La Voce”
13. Renato Serra, Scritti critici, Firenze, Casa editrice italiana (di Attilio Quattrini), 1910
Prima edizione. Si tratta del sesto numero dei Quaderni della Voce. Contiene saggi critici su Pascoli, Beltramelli, Carducci e Croce. Renato Serra (1884-1915) è stato scrittore e critico letterario finissimo. Figura d’intellettuale appartato, carducciano di formazione (si laureò a Bologna nel 1904 in letteratura italiana sotto la guida di Carducci) pur essendo riuscito a dialogare precocemente con i rappresentanti più significativi della cultura contemporanea (dai vociani fiorentini ai neoidealisti crociani) restò costitutivamente refrattario a qualsiasi progetto teorico o poetico di gruppo. Morto prematuramente sul Monte Podgora, durante la prima guerra mondiale, proprio in trincea, scrisse uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento: Esame di coscienza di un letterato. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
14. Giovanni Papini, Le memorie d'Iddio, Firenze, La rinascita del libro, 1911
Prima edizione. Si tratta dell'unidicesimo numero dei Quaderni della Voce. “La rinascita del libro” è un altro nome della Casa editrice italiana (di Attilio Quattrini). Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
15. Paul Claudel, Partage de midi, Firenze, Libreria della Voce, 1912
Prima rara edizione. Traduzione di Piero Jahier. Paul Claudel (1868-1955) poeta e drammaturgo francese, adolescente ebbe una profonda crisi di rifiuto dei modelli culturali familiari e scolastici, che approdò nell'adesione totale al cattolicesimo, orientando in modo definitivo la sua attività umana e la sua opera poetica La lunga relazione intrecciata in Cina con una donna ispirò il dramma in tre atti Partage de midi (1906) incentrato sul doloroso conflitto tra l’amore carnale e le leggi di Dio. Nell’opera Claudel utilizzò un'originale forma espressiva, il "versetto", un verso lungo d’ascendenza biblica, privo di rima, adatto ad esprimere secondo lo stesso Claudel “l'integrazione tra poetico e prosaico della vita moderna”. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Piero Bigongiari)
16. Giovanni Papini, Il tragico quotidiano, Firenze, Libreria della Voce, 1913
Seconda edizione accresciuta e corretta. Nell'occhietto la dedica dell'autore ad Attilio Vallecchi: “Al mio primo complice tipografico Attilio Vallecchi il suo aff.mo G. Papini, 27.V.1913” Il tragico quotidiano (pubblicato per la prima volta nel 1906 da Lumachi con la pregiata copertina disegnata da Armando Spadini) assieme a Il pilota cieco sancì la nascita delle cosiddette "novelle metafisiche". Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
17. Paolo Buzzi, Versi liberi, Milano, Treves, 1913
Prima edizione. Nell’occhietto dedica dell’autore a Ferdinando Martini: “A S. E. l’on. Ferdinando Martini il suo antico devoto ammiratore Paolo Buzzi 24.III.913 dal Palazzo Monforti di Milano”. Paolo Buzzi (1874-1956) che esordì con una poetica ancora legata al classicismo leopardiano e carducciano (Rapsodie leopardiane, 1898) attratto dal movimento futurista, ne divenne uno degli esponenti più significativi (fu, tra l'altro, critico letterario della rivista “Poesia”). Provenienza: Biblioteca Forteguerriana
18. Riproduzione della copertina della rivista “Lacerba”
19. Giovanni Papini, Discorso di Roma. Preceduto da un commento dell'autore e seguito dalla risposta dei romani. Firenze, Edizioni di Lacerba, 1913
Prima rara edizione. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
20. Giovanni Papini, Crepuscolo dei filosofi, Firenze, Edizioni di “Lacerba”, 1914
Seconda edizione riveduta. In questo saggio, pubblicato per la prima volta nel 1906 presso la Società editrice lombarda, Papini critica duramente i sistemi filosofici di Kant, Hegel, Schopenhauer, Comte, Spencer e Nietzsche, dichiarando la morte della filosofa stessa. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
21. Ardengo Soffici, Arlecchino, Firenze, Edizioni di Lacerba, 1914
Prima rara edizione, L'Arlecchino, è una raccolta di prose varie che erano state precedentemente pubblicate su “La Voce” e su “Riviera Ligure” è da molti giudicato, insieme a Giornale di bordo, una delle opere più originali di Soffici. Ardengo Soffici (1879-1964) Fu uno dei primi intellettuali italiani che si trasferirono a Parigi per operare a contatto con le correnti artistiche più innovative. Dopo aver vissuto nella capitale francese tra il 1899 e il 1907, tornò in Italia nel 1908, e, consolidata la sua amicizia con Papini e Prezzolini, fu tra i più attivi collaboratori de “La Voce”, di cui disegnò anche la testata. Nel gennaio del 1913, con l’acutizzarsi dell’insofferenza nei confronti di Prezzolini a causa dell'impostazione positivista con la quale quest'ultimo dirigeva “La Voce”, Soffici, insieme a Papini, fonda “Lacerba”, che diventa l'organo ufficiale del futurismo. Provenienza: Biblioteca Forteguerriana
22. Giovanni Boine, Il peccato ed altre cose. Firenze, Libreria della Voce, 1914
23. Giovanni Papini, La paga del sabato. Agosto 1914/1915, Milano, Studio editoriale lombardo, 1915
Prima edizione. Fondata da Gaetano Facchi, la casa editrice Studio editoriale lombardo, grazie alla collaborazione e amicizia con Carlo Linati (intellettuale vicino alla "Voce" e a "Lacerba") pubblicherà opere di Papini, Buzzi e Cardarelli. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
24. Giuseppe Antonio Borgese, La guerra delle idee, Milano, Treves, 1916
Prima edizione. Giuseppe Antonio Borgese (1882-1952), fu, in età giovanile, di orientamento nazionalista e dannunziano in letteratura. Acceso interventista, fu il fondatore della rivista “Hermes” (1904-1906). Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
24 bis. Giuseppe Antonio Borgese, Rubè, Milano, Treves, 1921
Prima edizione. Borgese, dopo l’infatuazione dannunziana ed il nazionalismo antidemocratico della gioventù, modificò profondamente i propri atteggiamenti intellettuali, passando ad un deciso antifascismo e maturando, in letteratura, una profonda avversione per il lirismo e per la poesia pura. La sua battaglia per il romanzo si concretizzò nella pubblicazione del Rubè, esempio di una narrativa di ampio respiro, gremita di realtà storica e psicologica e “manifesto” di quel nuovo “personaggio-uomo” (Debenedetti), destinato a diventare il protagonista di tutta la più originale narrativa del Novecento. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel). Altra copia Biblioteca Forteguerriana
25. Scipio Slataper, Il mio Carso, Firenze, Libreria della Voce, 1916
Seconda edizione. Scipio Slataper (1888-1915) nato a Trieste, si trsferì a Firenze per frequentare l’università, laureandosi nel 1912 con una tesi su Ibsen (pubblicata postuma). Entrato in contatto con gli intellettuali vociani, diventerà uno dei più assidui collaboratori della rivista, pubblicandovi numerosi saggi, traduzioni e recensioni, raccolti postumi in volume dall’amico Giani Stuparich (1891-1961). Provenienza: Biblioteca Forteguerriana
26. Scipio Slataper, Scritti letterari e critici. Raccolti da Giani Stuparich, Roma, “La Voce”, 1920 Prima edizione. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
27. André C. Le Jendre. Sei taccuini di guerra numerati (dal numero 14 del dicembre 1915 al numero 19 dell’agosto-settembre 1916) La prima guerra mondiale rappresentò, anche per la letteratura, un momento cruciale di svolta. Dal 1915 al 1918 si avvicendarono tre anni durissimi di sangue, gelo e piombo. Ma le trincee furono anche un crogiolo di sentimenti ed emotività immensi e rappresentarono un eccezionale laboratorio di pratica di scrittura per molti soldati. André C. Le Jendre, di cui si hanno pochissime notizie, pare fosse tra i fondatori della rivista “Blomet revue” (1911-1912) . Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
28. André C. Le Jendre, Taccuino numero 18 (luglio-agosto 1916) Nei taccuini di André C. Le Jendre è annotata, giorno per giorno, l’esperienza del fronte e la vita di trincea. Non mancano, legate al sentimento di nostalgia per la lontananza dagli affetti più cari, pagine di autentica poesia. Come questo acrostico intitolato La chaumine (A ma bons amis, George et Marcelle) : « Le ciel a des trésors qu’il menage sur terre/A ceux qu’il sait aimer, à ceux qu’il veut chérir…/C’est dans ce coin rêvé par l’âme solitaire/Habité par deux cœurs, amants du souvenir/Auprès des quels je vins partager la tendresse/Uní par l’amitié, que je goûtais ce jour/Moultes joies en mon cœur renouvelées sous [ ?]/Inspirées au contact de leur parfait amour…/Nul ici-bas saura le secret de mon âme/Et mon bonheur brûlant au foyer de leur flammes»
29. Giuseppe Ungaretti, Il porto sepolto. Presentazione di Benito Mussolini. La Spezia, nella Stamperia apuana di Ettore Serra, 1923
Pregiata edizione di 500 esemplari numerati (n. 472) su carta fabbricata a mano filigranata Magnani di Pescia, ornata da 5 xilografie e 15 fregi di Francesco Gamba. Si tratta della prima edizione in commercio, comprendente alcune poesie nuove e un’ampia scelta delle liriche già pubblicate in Allegria di Naufragi (Firenze, Vallecchi, 1919). La prima edizione assoluta del Porto Sepolto, fuori commercio, fu stampata a Udine, nel dicembre del 1916, con il sostegno economico dell’amico Ettore Serra presso lo Stabilimento tipografico friulano, in ottanta copie numerate. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
30. Alcune xilografie di Francesco Gamba all’interno del libro.
31. Giovanni Papini, L’Europa occidentale contro la Mittel-Europa, Firenze, Libreria della Voce, 1918
Prima rara edizione. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel
32. Guido Gozzano, L'ultima traccia. Novelle. Milano, Treves, 1919 Prima edizione Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
33. Giovanni Papini, L'esperienza futurista (1913-1914), Firenze, A. Vallecchi, 1919
Prima edizione. Attilio Vallecchi (1880-1946) prima che editore, fu tipografo, e in questa sua attività, stampando numerose riviste (“Il Leonardo”, “Lacerba”, “La Voce”) si legò a letterati futuristi (Ardengo Soffici, Aldo Palazzeschi, Giovanni Papini) con i quali manterrà rapporti anche da editore). Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
34. Piero Jahier, Ragazzo, Roma, La Voce, 1919
Prima edizione. Questo celebre romanzo autobiografico era già apparso a capitoli, intorno al 1910, sulle riviste "La Riviera Ligure" e "La Voce", di cui Jahier (1884-1966) fu collaboratore. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
35. Mario Puccini, Essere o non essere. Racconti. Roma, A. Mondadori, 1920
35 bis. Mario Puccini, L’inganno della carne. Racconti e moralità, Roma-Milano, A. Mondadori, 1923
Prime edizioni. Mario Puccini (1887-1957) fu uno dei collaboratori de “La Voce”. Assunse un atteggiamento di rottura verso il frammentismo e l'estetismo dannunziano, richiamandosi polemicamente a Giovanni Verga e all'esempio della grande narrativa russa. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Giorgio Luti)
36. Giuseppe Prezzolini, Studi e capricci sui mistici tedeschi, Firenze, La Voce, 1922
Seconda edizione. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
37. Miguel De Unamuno, Il segreto della vita, Firenze, Società anonima editrice “La Voce”, 1924
Prima edizione italiana. Si tratta del decimo volume della collana “Biblioteca di filosofia contemporanea” diretta da Odoardo Campa. Traduzione di Gilberto Beccari. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Fondo Quinto Santoli)
38. Federigo Tozzi, Novale. Diario. Milano-Roma, Mondadori, 1925
Prima edizione. Copertina illustrata di Giulio Cisari (1892-1979, incisore allievo di Adolfo De Carolis). Introduzione di Emma Palagi Tozzi. Apparso per la prima volta nel 1925, a cinque anni di distanza dalla precoce ed improvvisa morte del suo autore, Novale è un libro indispensabile per capire Tozzi, la sua poetica e la sua arte all’insegna del moderno. Si tratta delle lettere che il giovane Federigo – all’inizio della corrispondenza neppure ventenne – indirizzò ad una sconosciuta signorina senese, Annalena, (Emma Palagi) la donna destinata a diventare sua moglie. Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
39. Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, Milano, Alpes, 1929
Prima edizione. Con questo romanzo autobiografico, in cui l'autore rappresenta la drammatica esperienza della guerra e la sua dolente e tragica quotidianità., Lorenzo Viani vince, l'anno successivo, il premio "Viareggio". Provenienza: Biblioteca San Giorgio (Dono Annapaola Campori Mettel)
- Ultimo aggiornamento mercoledì, 19 aprile 2023