Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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Incontro con Davide Brullo

Canone inverso. Voce alle “seconde voci”

Un nuovo canone letterario per il Novecento europeo

L’incontro fa parte del ciclo DiversaMente

A cura di Fondo Marco Mungai, Diversamente e Associazione Pensare il nostro tempo

Introduce l’incontro Nicolò Bindi

sabato 18 gennaio 2020, ore 16.30 - Auditorium Terzani

volantino
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Nel corso dell'evento sarà proposta una scelta di autori del Novecento, scrittori di grande importanza ma inspiegabilmente finiti ai margini della cultura "ufficiale".

Introdurrà l'incontro Nicolò Bindi per DiversaMente.
Seguirà una discussione aperta con Davide Brullo sui nomi e sui libri da lui proposti.

Gli autori del "canone inverso" sono:

Hermann Broch, Henry de Montherlant, Marcel Johuandeau, Saint-John Perse, Wyndham Lewis, William Golding, Thomas Wolfe, René Char, Mario Pomilio, Boris Pasternak, Cristina Campo, Elias Canetti, Lidja Cukovskaja, Cormac McCarthy.

Davide Brullo ha scritto, tra l’altro, i romanzi Rinuncio (2014), Pseudo-Paolo. Lettera di San Paolo Apostolo a San Pietro (2018), Un alfabeto nella neve (2018). Ha pubblicato le raccolte poetiche Annali (2004), L’era del ferro (2007), Gries (2019). Ha curato per il Saggiatore una antologia di Maledetti italiani e ha tradotto i Salmi per Città Nuova. Scrive sulla pagina culturale de il Giornale e dirige il quotidiano letterario Pangea (pangea.news).

Le letture consigliate da Davide Brullo

Boris Pasternak, Poesie
Immenso artista, di austera sensibilità, Pasternak raffigura l’emblema del poeta che reagisce agli orrori della Storia con la statura dell’opera. Pianse la morte di Tolstoj, fu amico di Rainer Maria Rilke, amato da Marina Cvetaeva, sodale di Vladimir Majakovskij. Come ha scritto Angelo Maria Ripellino, egli “passava nel folto delle battaglie che avrebbero mutato la Russia, come un sonnambulo, destandosi a tratti per annotare con voce assonnata, non le gesta del popolo, ma i prodigi del cosmo”.

Saint-John Perse, Esilio
Braccio destro di Aristide Briand, ideatore degli “Stati Uniti d’Europa”, alto diplomatico per il Governo Daladier, fu il solo, durante la Conferenza di Monaco del 1938, a reagire alle pretese di Adolf Hitler. Perciò, durante Vichy fu costretto all’esilio, privo di cittadinanza. La sua ricerca lirica, adorata dai grandi – Ungaretti, Eliot, Rilke, Hofmannsthal – è tra le più vertiginose di ogni tempo (perciò, dimenticata).

William Golding, Il Signore delle Mosche
Negli stessi anni, sono pubblicati due libri opposti e diversamente indimenticabili: “Il Signore degli Anelli” e “Il Signore delle Mosche”. In quest’ultimo, una parabola che ancora ulcera, William Golding mostra che il male è connaturato all’uomo. L’isola in cui si muovono i suoi bambini naufraghi, adulti in malizia, è il contrario dell’Isola-Che-Non-C’è di Peter Pan: qui si respira violenza, si lotta per sopravvivere.

Hermann Broch, La morte di Virgilio
Scritto sotto il regime hitleriano da un intellettuale ebreo convertito al cattolicesimo, “La morte di Virgilio” è il romanzo che pone fine al romanzo, è il libro definitivo, oltre ogni estremità. Il lunghissimo monologo di Virgilio è una riflessione sul compito dell’arte, dell’artista, conficcato in un mondo ostile. Di quel romanzo ha scritto Ezio Raimondi: “Difficile dire se La morte di Virgilio sia un romanzo riuscito o meno. Forse è impossibile scrivere un romanzo in questo modo. È una specie di straordinaria sconfitta, che però porta il raccontare oltre le sue strade correnti”.

Mario Pomilio, Il Natale del 1833
Un fuori classe della letteratura italiana del Novecento, un romanzo perfetto. Nel “Natale del 1833” Pomilio mette in scena un Alessandro Manzoni mai così inquieto, dando fiato alla domanda insostenibile: dov’è Dio quando l’uomo soffre?

René Char, Fogli d’Ipnos
Manuale di guerra, abbecedario orfico; poesia come lotta e come agnizione; come pugno e come conversione. René Char, tra i più ispirati poeti del secolo, scrive questo libro durante la Resistenza. “Un uomo senza difetti è una montagna senza crepacci. Non m’interessa”.

Cristina Campo, Lettere
Nelle lettere della Campo si esplicita uno dei capolavori della letteratura italiana di ogni tempo. Ieratica e audace, solitaria e assoluta, questa scrittrice nel cristallo è una scoperta continua. Così scrive alla poetessa argentina Alejandra Pizarnik: “Il male non è nell’innocenza che ignora questo fatto, ma nella letteratura volgare che il mondo pone come uno schermo tra l’innocenza e la sua lacerazione definitiva, inevitabile e giusta. E così succede che molti vivano tutta la loro vita al margine del loro destino”

Elias Canetti, Massa e potere
Il libro fondamentale per capire il nostro tempo. Elias Canetti vi lavorò trent’anni, accumulando quaderni di appunti. Un libro anomalo, scritto con il talento di un romanziere, che racconta l’ansia di potere dell’uomo, lo spergiuro e la spregiudicatezza, la coalizione delle masse, l’obbedienza senza condizioni

Lidja Cukovskaja, Incontri con Anna Achmatova
Tra le testimonianze più alte di un’epoca che ha ammazzato i suoi poeti. Perché il potere ha bisogno, per assolversi, della morte del poeta? Nella Russia sovietica, le poesie d’amore di Anna Achmatova erano proibite. “Io leggevo i versi e, quando li avevo impressi a memoria, glieli restituivo in silenzio”, racconta la Cukovskaja in queste memorie straordinarie. Anna Achmatova, a quel punto, quasi esplicando un rito, “acceso un fiammifero, bruciava il foglietto in un posacenere”.

Cormac McCarthy, Meridiano di sangue
Il romanzo più rappresentativo della letteratura americana recente. McCarthy ambienta in un West atavico e corroso una specie di Apocalisse. Il centro del romanzo è il Giudice Holden, una specie di demone, venuto a portare il caos nel mondo. In fondo il romanzo, involuto, biblico, immorale e immortale, racconta il destino di caduta dell’uomo, la sua miseria, l’estemporanea luce.

 

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