Il tuo anno perfetto inizia qui
Il gioco beffardo e curioso tra caso e scelte personali è il vero protagonista di questo gradevole romanzo, costruito sulla corsa in parallelo di due storie (lui, Jonathan; lei, Hannah), destinate a incrociarsi per sempre, dopo essersi inconsapevolmente sfiorate più di una volta – come nella migliore tradizione del topos letterario delle “sliding doors”. L’oggetto magico che lega le due storie è un’agenda in pelle, che Hannah ha acquistato per il fidanzato alle prese con una grave malattia, nell’intento di sostenerlo in quello che si preannuncia essere un difficile percorso di guarigione: in corrispondenza di ogni giorno dell’anno, Hannah ha infatti programmato per lui piccole o grandi azioni da compiere, per sottrarlo alla depressione, fargli apprezzare i veri valori della vita e aiutarlo a cogliere il buono del problema che si è trovato ad affrontare. Ma il ragazzo non ha la forza e il carattere di accettare la sfida di Hannah: prima di accogliere il destino di morte che lo aspetta, lega una busta di plastica contenente l’agenda di Hannah alla bicicletta di uno sconosciuto che sta facendo jogging nel parco. La bicicletta è appunto quella di Jonathan Grief, il brillante e viziato rampollo di una famiglia proprietaria di una importante casa editrice di Amburgo, che nella vita – al di là delle sane abitudini all’insegna del fitness e dell’aspetto tutt’altro che sgradevole – non sembra aver combinato grandi cose. A 42 anni, Jonathan non è infatti riuscito né a costruirsi una vera professione nell’azienda del padre, dove svolge perlopiù incarichi di mera rappresentanza, né a tenersi la famiglia che si è costruito, visto che la moglie lo ha lasciato da poco a favore del suo migliore amico, preferendo una vita da Ikea e da Penny Market alla vita da signora che i soldi dei Grief potevano garantirle.
L’agenda diventa per lui l’occasione per aprirsi ad un nuovo modo di guardare al mondo: incuriosito dagli appuntamenti in posti del tutto estranei alle proprie esperienze, Jonathan si mette sulle tracce del compilatore di tale “tesoro”, cogliendo l’occasione per abbandonare alcune abitudini non più in linea con i propri attuali bisogni e per dare spazio a nuove opportunità e nuovi incontri. Appuntamento dopo appuntamento, sorpresa dopo sorpresa, l’agenda aiuterà Jonathan a riprendere in mano il proprio destino, misurandosi con nuove sfide nella casa editrice e addirittura superando la ferita dell’abbandono materno che ha segnato l’intera sua esistenza: verrà infatti a scoprire la verità finora nascosta sui motivi che oltre trent’anni prima avevano indotto sua madre a lasciare il marito e il figlio piccolo e rientrare improvvisamente in Italia, suo paese d’origine, senza più dare segnali di vita.
Il romanzo avvince e conquista il lettore fino all’ultima delle quasi 450 pagine, grazie alla sapiente costruzione letteraria che alterna le vicende dei due protagonisti in sequenze brevi, quasi cinematografiche, lungo un anno destinato ad essere “perfetto” perché ricco di esperienze e di emozioni.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 15 gennaio 2018
Il gioco beffardo e curioso tra caso e scelte personali è il vero protagonista di questo gradevole romanzo, costruito sulla corsa in parallelo di due storie (lui, Jonathan; lei, Hannah), destinate a incrociarsi per sempre, dopo essersi inconsapevolmente sfiorate più di una volta – come nella migliore tradizione del topos letterario delle “sliding doors”. L’oggetto magico che lega le due storie è un’agenda in pelle, che Hannah ha acquistato per il fidanzato alle prese con una grave malattia, nell’intento di sostenerlo in quello che si preannuncia essere un difficile percorso di guarigione: in corrispondenza di ogni giorno dell’anno, Hannah ha infatti programmato per lui piccole o grandi azioni da compiere, per sottrarlo alla depressione, fargli apprezzare i veri valori della vita e aiutarlo a cogliere il buono del problema che si è trovato ad affrontare. Ma il ragazzo non ha la forza e il carattere di accettare la sfida di Hannah: prima di accogliere il destino di morte che lo aspetta, lega una busta di plastica contenente l’agenda di Hannah alla bicicletta di uno sconosciuto che sta facendo jogging nel parco. La bicicletta è appunto quella di Jonathan Grief, il brillante e viziato rampollo di una famiglia proprietaria di una importante casa editrice di Amburgo, che nella vita – al di là delle sane abitudini all’insegna del fitness e dell’aspetto tutt’altro che sgradevole – non sembra aver combinato grandi cose. A 42 anni, Jonathan non è infatti riuscito né a costruirsi una vera professione nell’azienda del padre, dove svolge perlopiù incarichi di mera rappresentanza, né a tenersi la famiglia che si è costruito, visto che la moglie lo ha lasciato da poco a favore del suo migliore amico, preferendo una vita da Ikea e da Penny Market alla vita da signora che i soldi dei Grief potevano garantirle.
L’agenda diventa per lui l’occasione per aprirsi ad un nuovo modo di guardare al mondo: incuriosito dagli appuntamenti in posti del tutto estranei alle proprie esperienze, Jonathan si mette sulle tracce del compilatore di tale “tesoro”, cogliendo l’occasione per abbandonare alcune abitudini non più in linea con i propri attuali bisogni e per dare spazio a nuove opportunità e nuovi incontri. Appuntamento dopo appuntamento, sorpresa dopo sorpresa, l’agenda aiuterà Jonathan a riprendere in mano il proprio destino, misurandosi con nuove sfide nella casa editrice e addirittura superando la ferita dell’abbandono materno che ha segnato l’intera sua esistenza: verrà infatti a scoprire la verità finora nascosta sui motivi che oltre trent’anni prima avevano indotto sua madre a lasciare il marito e il figlio piccolo e rientrare improvvisamente in Italia, suo paese d’origine, senza più dare segnali di vita.
Il romanzo avvince e conquista il lettore fino all’ultima delle quasi 450 pagine, grazie alla sapiente costruzione letteraria che alterna le vicende dei due protagonisti in sequenze brevi, quasi cinematografiche, lungo un anno destinato ad essere “perfetto” perché ricco di esperienze e di emozioni.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 15 gennaio 2018