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Il tunnel

 

Il tunnel, pubblicato nel 1948, è il romanzo d'esordio di Ernesto Sabato, una delle più originali e significative voci della narrativa argentina. Concepito in Italia nel 1947, durante un lungo viaggio in treno, il libro è una meditazione sulla condizione patologica dell'artista, condotta con estrema lucidità e con una forza tragica sorprendente. Il tunnel che dà il titolo al romanzo è infatti quello delle ossessioni e della solitudine di Juan Pablo Castel, un pittore assassino della donna amata, che racconta in prima persona la sua vicenda, seguendo la logica perversa eppure perfetta della sua mente lucidamente folle. Castel crede di aver trovato in una donna, la solitaria e triste Maria, che lo affascina e che, alla sua maniera distorta, egli ama l'unica possibilità di comunicazione con il mondo attraverso la propria arte. Maria, infatti, che è la sola a capire le ragioni e la logica della sua pittura, diventa per lui doppiamente preziosa. Ma l'incrocio tra queste due solitudini si sviluppa sul piano di una passione che Sabato racconta pudicamente, in dissolvenza, ma sempre lasciando prevalere, da un resoconto ossessivo e minuzioso, la paranoia sentimentale di Castel, che di episodio in episodio, di aggressione in aggressione, porta al tragico epilogo. Libro misterioso e costruito con una perfezione scientifica, suscitò, fin dalla sua prima pubblicazione sulla rivista "Sur" di Victoria Ocampo, l'ammirazione di lettori non comuni come Camus, che lo pubblicò nella collana Gallimard da lui diretta, di Thomas Mann, di Graham Greene, che si disse stupito per "la magnificenza dell'analisi psicologica".

Ilaria (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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