Il tovagliolo va a sinistra
Elda Lanza, classe 1924, nota al grande pubblico per essere stata la prima annunciatrice della televisione italiana, nel corso della sua lunghissima vita ha scritto romanzi gialli di successo, ha curato programmi televisivi, ma soprattutto si è affermata come esperta di comunicazione e docente di storia del costume. Questo suo ultimo libro, scritto con un garbo e un’arguzia del tutto inconfondibili, merita di essere considerato un vero e proprio “galateo” dei giorni nostri, in grado di tenere dritta la barra della buona educazione nella tempesta dei cambiamenti e delle contaminazioni tra culture diverse.
In società, in viaggio, al lavoro, in famiglia e a tavola: in tutte le situazioni nelle quali ci troviamo a vivere, e a convivere con gli altri, le buone maniere ci tornano molto utili, per quanto possiamo ritenerle obsolete, per garantire a noi stessi e a chi ci sta intorno una buona qualità nelle relazioni e negli scambi reciproci. L’attenzione anche alle piccole cose, prima fra tutte quella – simbolica – del corretto posizionamento del tovagliolo sulla tavola da pranzo, ci racconta una lunghissima storia di cura dei rapporti tra le persone, che nel corso dei secoli si è trasformato, ma si è comunque basato sempre sui principi fondamentali della cortesia, dell’attenzione, dell’accoglienza nei confronti dell’altro, affinché condivida con noi il bello di quel che c’è nello stare al mondo, assieme.
Un libro garbatissimo (come poteva essere altrimenti?) e anche piacevole da leggere, per riaffermare il valore sostanziale della forma anche esteriore, per apprezzarne l’importanza nella vita quotidiana, che merita di essere vissuta non con casualità, ma per quello che è davvero: il luogo unico e irripetibile, e perciò prezioso, nel quale viviamo una volta sola.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento sabato, 31 dicembre 2016
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Elda Lanza, classe 1924, nota al grande pubblico per essere stata la prima annunciatrice della televisione italiana, nel corso della sua lunghissima vita ha scritto romanzi gialli di successo, ha curato programmi televisivi, ma soprattutto si è affermata come esperta di comunicazione e docente di storia del costume. Questo suo ultimo libro, scritto con un garbo e un’arguzia del tutto inconfondibili, merita di essere considerato un vero e proprio “galateo” dei giorni nostri, in grado di tenere dritta la barra della buona educazione nella tempesta dei cambiamenti e delle contaminazioni tra culture diverse.
In società, in viaggio, al lavoro, in famiglia e a tavola: in tutte le situazioni nelle quali ci troviamo a vivere, e a convivere con gli altri, le buone maniere ci tornano molto utili, per quanto possiamo ritenerle obsolete, per garantire a noi stessi e a chi ci sta intorno una buona qualità nelle relazioni e negli scambi reciproci. L’attenzione anche alle piccole cose, prima fra tutte quella – simbolica – del corretto posizionamento del tovagliolo sulla tavola da pranzo, ci racconta una lunghissima storia di cura dei rapporti tra le persone, che nel corso dei secoli si è trasformato, ma si è comunque basato sempre sui principi fondamentali della cortesia, dell’attenzione, dell’accoglienza nei confronti dell’altro, affinché condivida con noi il bello di quel che c’è nello stare al mondo, assieme.
Un libro garbatissimo (come poteva essere altrimenti?) e anche piacevole da leggere, per riaffermare il valore sostanziale della forma anche esteriore, per apprezzarne l’importanza nella vita quotidiana, che merita di essere vissuta non con casualità, ma per quello che è davvero: il luogo unico e irripetibile, e perciò prezioso, nel quale viviamo una volta sola.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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