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Il senso dell'elefante

 

“Solo adesso il ragazzo si è spogliato di tutto ciò che è stato”: inizia con questa suggestiva citazione di Cormac McCarthy il romanzo di Marco Missiroli.

Liberarsi dei ricordi, della memoria, di ciò che è stato, per ritrovare noi stessi e tornare a vivere, questo il senso della citazione: eppure, gli oggetti che spesso conserviamo custodiscono verità nascoste, imprigionano quello che eravamo, lasciandoci solo un’illusione di felicità. Come l’elefante, il gioco preferito custodito da Lorenzo, un piccolo bambino malato che ama gli animali della savana: l’elefante, mammifero controverso nel branco, simboleggia il sentimento di devozione e di protezione, verso tutti i figli, al di là dei legami di sangue. E come l’elefante ha sviluppato una forte devozione verso tutti i figli del branco, anche nel romanzo si parla di rapporti non legittimati dal fatto che si è una famiglia, che si è fidanzato o fidanzata, marito e moglie. Si parla di legami di protezione che vanno al di là delle parentele, o dei “canonici” rapporti di coppia, come quello di un prete che non può avere figli e si prendere cura dei figli di altri, o di un dottore che difende i suoi piccoli pazienti. Ciò che colpisce è che alla base di queste relazioni, non codificate dalla “convenzionalità”, vi è un forte senso etico, che sottende poi, alle scelte dei singoli personaggi di portare avanti decisioni controcorrenti, dolorose, come l’abnegazione verso di sé. Questo è quello che accade a Pietro, ex prete, che custodisce un segreto inconfessabile che lo costringe a lasciare la sua città, Rimini per trasferirsi a Milano, dove fa il portinaio di un condominio. Svolge la sua professione con discrezione, eppure, ogni giorno, entra in segreto in casa Martini, fruga tra le loro cose, “rubando” un’intimità che non gli appartiene. Il perché di tanta curiosità lo si scopre proseguendo nella lettura, mentre si conoscono gli altri abitanti del palazzo, la storia si fa collettiva e si costruisce il senso di una famiglia in cui gli uni interagiscono con forza con gli altri, implorando attenzione, mostrando le proprie debolezze . Tutti portatori di un lutto, stretti da una singolare alchimia che li porta a stare vicini, a sorreggersi l’un l’altro, a sentire sulla propria pelle la potenza, profonda e insidiosa, talvolta perversa, dei legami umani. Un romanzo che tocca temi forti, che parla del bisogno di amore, del peso del passato, del dolore, che, un giorno, forse, ci sarà utile.

Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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