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Il quaderno delle parole perdute

 

La piccola Esme ha solo cinque anni quando mette piede nello Scriptorium del giardino, un luogo segreto dove suo padre professore e alcuni lessicografi svolgono un importante compito: revisionare e completare quello che sarà il nuovo Oxford English Dictionary. Ma Esme ben presto scopre che non tutte le parole possono entrare nell’opera: solo quelle che hanno un riscontro scritto, che possono essere ritrovate in un libro o in un’opera saranno incluse nel dizionario. La protagonista prova una profonda tristezza per tutte le parole che vengono abbandonate, scartate, dimenticate. Inizia così a collezionarle, a salvarle, custodendole in un baule sul quale incide in modo grezzo il titolo Il dizionario delle parole perdute. Trascorrono gli anni e quando Esme rientra a Oxford, dopo essere stata in un college in Scozia, non ha ancora abbandonato il suo sogno di dare voce alle parole perdute. Saranno anni di cambiamento per il mondo, in cui Esme scoprirà quanto la figura femminile sia sempre stata messa in secondo piano, a partire dalle parole che usa. Un romanzo complesso e delicato che parte da un fatto storico realmente accaduto e ripercorre la situazione femminile tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

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