Il dolore negato
I nostri animali domestici sono a tutti gli effetti membri della famiglia: ci aspettano al ritorno dal lavoro o da scuola, stanno sulle nostre ginocchia o accanto a noi sul divano mentre guardiamo la tv, in molti hanno il permesso di dormire nel nostro letto, e se potessero vorrebbero mangiare a tavola con noi. Il nostro gatto o il nostro cane nutre per noi un affetto smisurato e senza contropartite: ci ama per come siamo, e non importa se siamo grassi, magri, ricchi o poveri; se siamo brillanti laureati o se abbiamo fallito la maggior parte dei nostri obiettivi. Cani e gatti non ci dicono mai bugie, non ci blandiscono, non si prendono gioco di noi, non ci manipolano: sono solo felici di stare con noi, sempre e comunque. In cambio hanno bisogno di attenzioni: cibo buono e acqua fresca tutti i giorni, belle passeggiate (per i cani) e lettiera pulita (per i gatti), e soprattutto tante coccole.
L’unico difetto che hanno, tutti senza eccezione, è che la loro vita dura molto poco rispetto alla nostra: proprio per questo ci capita di fare i conti, dolorosamente, e più volte nella nostra esistenza, con la loro morte. Una morte che a volte siamo stati proprio noi a causare, assumendoci la responsabilità di mettere fine alle sofferenze di una malattia invalidante. E quando Micio o Bau non ci sono più, ecco che arriva – intenso e infinito – il dolore per la loro scomparsa: un dolore che investe i nostri sentimenti con una potenza tanto forte quanto speciale è stato il loro rapporto con noi.
Sono ancora molte le persone che si sentono in dovere in prenderci in giro se manifestiamo il nostro dolore: in fin dei conti, è solo morto il gatto, o il cane – ci dicono, a mo’ di rimprovero. In realtà la perdita di un animale domestico, con cui abbiamo condiviso una parte della vita, è del tutto paragonabile a quella di una persona cara: abbiamo bisogno di attraversare le diverse fasi del lutto per poter elaborare una perdita così dolorosa. In questo agile libretto lo psicologo e psicoterapeuta Pier Luigi Gallucci sviluppa le sue riflessioni sulla pet loss, restituendo piena legittimità alla nostra afflizione e aiutandoci a non provare vergogna nei confronti di sentimenti ed emozioni che meritano di essere esternati e condivisi.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento martedì, 18 settembre 2018
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I nostri animali domestici sono a tutti gli effetti membri della famiglia: ci aspettano al ritorno dal lavoro o da scuola, stanno sulle nostre ginocchia o accanto a noi sul divano mentre guardiamo la tv, in molti hanno il permesso di dormire nel nostro letto, e se potessero vorrebbero mangiare a tavola con noi. Il nostro gatto o il nostro cane nutre per noi un affetto smisurato e senza contropartite: ci ama per come siamo, e non importa se siamo grassi, magri, ricchi o poveri; se siamo brillanti laureati o se abbiamo fallito la maggior parte dei nostri obiettivi. Cani e gatti non ci dicono mai bugie, non ci blandiscono, non si prendono gioco di noi, non ci manipolano: sono solo felici di stare con noi, sempre e comunque. In cambio hanno bisogno di attenzioni: cibo buono e acqua fresca tutti i giorni, belle passeggiate (per i cani) e lettiera pulita (per i gatti), e soprattutto tante coccole.
L’unico difetto che hanno, tutti senza eccezione, è che la loro vita dura molto poco rispetto alla nostra: proprio per questo ci capita di fare i conti, dolorosamente, e più volte nella nostra esistenza, con la loro morte. Una morte che a volte siamo stati proprio noi a causare, assumendoci la responsabilità di mettere fine alle sofferenze di una malattia invalidante. E quando Micio o Bau non ci sono più, ecco che arriva – intenso e infinito – il dolore per la loro scomparsa: un dolore che investe i nostri sentimenti con una potenza tanto forte quanto speciale è stato il loro rapporto con noi.
Sono ancora molte le persone che si sentono in dovere in prenderci in giro se manifestiamo il nostro dolore: in fin dei conti, è solo morto il gatto, o il cane – ci dicono, a mo’ di rimprovero. In realtà la perdita di un animale domestico, con cui abbiamo condiviso una parte della vita, è del tutto paragonabile a quella di una persona cara: abbiamo bisogno di attraversare le diverse fasi del lutto per poter elaborare una perdita così dolorosa. In questo agile libretto lo psicologo e psicoterapeuta Pier Luigi Gallucci sviluppa le sue riflessioni sulla pet loss, restituendo piena legittimità alla nostra afflizione e aiutandoci a non provare vergogna nei confronti di sentimenti ed emozioni che meritano di essere esternati e condivisi.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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