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Il cimitero di Praga

 

"Abbiamo un'ambizione senza limiti, un'ingordigia divoratrice, un desiderio di vendetta spietato e un odio intenso."

Nella Parigi del 1897 il capitano e falsario Simone Simonini- su consiglio di uno “studentello” austriaco, un certo Sigmund Freud (Froide) - inizia a scrivere un diario-autobiografia con il tentativo di riprendersi dalla grave amnesia che lo ha colpito. Ma ben presto tale scritto si trasforma in un epistolario in cui interviene frequentemente l'abate Dalla Piccola, abitante di un miniappartamento collegato alla dimora di Simonini e allacciato strettamente al protagonista, tanto che ciò che uno non ricorda lo ricorda bene l'altro.
Percorrendo un lungo lasso di tempo che va dal 1830 al 1897, la scrittura svela progressivamente nei dettagli la personalità di quest'uomo camaleontico, egoista, anticlericale, antigesuita e strenuamente antisemita, il quale tenta con ogni mezzo (più illecito che non) di costruirsi un buon patrimonio per poter godere della vita e soprattutto del buon cibo (l'opera presenta ironicamente numerose ricette).

Nonostante la malignità e ipocrisia, Simonini affascina per la solitudine che lo contraddistingue sin dalla fanciullezza, passata con il nonno. Ma ad intrigare ed avvincere è soprattutto la sua avventurosa vita passata lavorando nell'inventare e sventare complotti. In questo clima di falsità e cospirazioni, pur vivendo al centro di eventi epocali quali i moti carbonari, la spedizione dei Mille, il 1848 , il Secondo Impero di Napoleone III e i fatidici giorni della Comune e nonostante l'intromissione di interventi massonici , messe nere e assalti gesuitici, Simonini continua a lavorare ad un' opera "letteraria" che contraddistingue il vertice della manipolazione della realtà dei fatti storici da dove emerge la sua avversione verso il popolo ebraico e che avrà conseguenze tremende. Inoltre il protagonista ricostruendo queste tortuose vicende riuscirà a comprendere la verità della sua relazione con Dalla Piccola.

La struttura narrativa di Il cimitero di Praga è a tre voci. Si presenta come un dialogo tra due diari, quello di Simonini e quello dell'abate Dalla Piccola ma tra di essi si inserisce il Narratore che dice di riportare i diari come li ha trovati e cerca di riassumere le parti più ingarbugliate. Ambientata nel periodo storicodella Belle époque (dalla metà dell'800 fino agli inizi del '900, chiamato), caratterizzato dalle tensioni politiche, economiche e sociali , che definisce gli indizi premonitori di quelli che verranno considerati i più grandi sconvolgimenti della storia dell'umanità, la storia, che è costellata da molti personaggi esistiti realmente, è per metà romanzo e per metà documento storico.

Perfettamente inseriti nel contesto storico della narrazione, i temi soggiacenti al libro respirano però un'aria di attualità, o forse di eternità: cos'è infatti che crea o distrugge la civiltà, che plasma la nostra società adeguandola al tempo e al luogo, se non da sempre (e forse per sempre) il denaro e il potere che da esso ne deriva?

 

Barbara (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)

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