I complici
Romanzo del 1955, fino ad ora inedito in Italia, rappresenta, ancora una volta, uno splendido esempio delle capacità narrative di Simenon. “Sorda inquietudine” definisce Simenon lo stato d’animo del protagonista de I complici. Un perfetto esempio di noir. Il fatto che sconvolgerà la vita di molte persone avviene nella prima pagina. Una colpevole distrazione del conducente di un’auto provoca un incidente in cui moriranno decine di bambini. L’impulso è quello di fuggire dal luogo della tragedia, di non vedere, di dimenticare quello che è successo al punto da non fermarsi per chiamare soccorsi. L’uomo non si sente un mostro e non lo è. Forse se fosse stato solo in auto avrebbe fatto di tutto per evitare l’incidente ma così non è stato. Nelle ore successive all’incidente cerca di condurre la solita vita ordinaria, pur tuttavia non ci riesce: comincia a sentirsi osservato da eventuali testimoni e dai suoi stessi familiari. Sullo sfondo, una folla che commenta, raccoglie informazioni, s’indigna, si commuove e quando tutto è finito ritorna ai propri affari. Simenon prende un uomo qualunque, né buono né cattivo, e lo getta in una situazione-limite osservandone i pensieri, le pulsioni con l’attenzione di un entomologo. La protagonista femminile, l’impiegata-amante che era con lui al momento della disgrazia, non ha niente di umano: assomiglia piuttosto a un automa del sesso, capace soltanto di provare e di dare piacere. Simenon ancora una volta si dimostra Maestro nel descrivere i lati oscuri della personalità dei personaggi, quelli che vengono nascosti o negati perché spaventano o fanno vergognare, ma che in certe situazione emergono prepotentemente travolgendo come un fiume in piena la vita propria e altrui. Riassumendo: una trama semplicissima, un meccanismo psicologico perfetto, uno stile asciutto, essenziale, senza alcun cedimento alla retorica e un finale che più noir non si può. Romanzo cupo, forte, tanto realistico da mettere i brividi. Ognuno di noi può diventare Joseph.
Susanna Daniele (scrittrice, Associazione Amici del Giallo di Pistoia)
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Ultimo aggiornamento venerdì, 21 febbraio 2014
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Romanzo del 1955, fino ad ora inedito in Italia, rappresenta, ancora una volta, uno splendido esempio delle capacità narrative di Simenon. “Sorda inquietudine” definisce Simenon lo stato d’animo del protagonista de I complici. Un perfetto esempio di noir. Il fatto che sconvolgerà la vita di molte persone avviene nella prima pagina. Una colpevole distrazione del conducente di un’auto provoca un incidente in cui moriranno decine di bambini. L’impulso è quello di fuggire dal luogo della tragedia, di non vedere, di dimenticare quello che è successo al punto da non fermarsi per chiamare soccorsi. L’uomo non si sente un mostro e non lo è. Forse se fosse stato solo in auto avrebbe fatto di tutto per evitare l’incidente ma così non è stato. Nelle ore successive all’incidente cerca di condurre la solita vita ordinaria, pur tuttavia non ci riesce: comincia a sentirsi osservato da eventuali testimoni e dai suoi stessi familiari. Sullo sfondo, una folla che commenta, raccoglie informazioni, s’indigna, si commuove e quando tutto è finito ritorna ai propri affari. Simenon prende un uomo qualunque, né buono né cattivo, e lo getta in una situazione-limite osservandone i pensieri, le pulsioni con l’attenzione di un entomologo. La protagonista femminile, l’impiegata-amante che era con lui al momento della disgrazia, non ha niente di umano: assomiglia piuttosto a un automa del sesso, capace soltanto di provare e di dare piacere. Simenon ancora una volta si dimostra Maestro nel descrivere i lati oscuri della personalità dei personaggi, quelli che vengono nascosti o negati perché spaventano o fanno vergognare, ma che in certe situazione emergono prepotentemente travolgendo come un fiume in piena la vita propria e altrui. Riassumendo: una trama semplicissima, un meccanismo psicologico perfetto, uno stile asciutto, essenziale, senza alcun cedimento alla retorica e un finale che più noir non si può. Romanzo cupo, forte, tanto realistico da mettere i brividi. Ognuno di noi può diventare Joseph.
Susanna Daniele (scrittrice, Associazione Amici del Giallo di Pistoia)
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