Gli invincibili
E' stato in quel momento, mentre tutti gli sfilavano intorno, che mio figlio si è bloccato sulla porta e mi ha guardato. Mi ha salutato con la mano colorata di azzurro come si saluta un compagno di vita, non un padre. Mi ha salutato come se in quegli anni fosse stato lui a sostenere me, e non viceversa.
A due anni da Il bambino indaco , il nuovo romanzo di Marco Franzoso porta nuovamente sulla pagina la difficile quotidianità di un padre solo con un figlio piccolo. Il romanzo si apre con il primo giorno delle elementari del bambino e si chiuderà sulla stessa scena, dopo che la voce del padre, in una struttura dall'andamento quasi diaristico, avrà raccontato la fatica – e la gioia – dei giorni vissuti per arrivare davanti al cancello della scuola.
In poco più di cento pagine si condensa la vita di un padre single non per scelta, ma perché lasciato dalla moglie pochi mesi dopo la nascita del loro figlio. Ora è lui l'unico responsabile della crescita di un bebè che deve essere svezzato, accudito, accompagnato nei progressi, talvolta impercettibili, che compie giorno dopo giorno.
Tra telefonate per chiedere consiglio su come preparare le pappe, notti insonni che non finiscono mai e pomeriggi al parco in mezzo a mamme curiose attratte da quell'unica presenza maschile, la vita del padre va avanti, tra alti e bassi, cercando di incastrare i diversi pezzi di un'esistenza che comprende anche un lavoro in una società di comunicazione e un genitore gravemente malato da accudire.
Ben presto il lavoro non ci sarà più, perché “il resto del mondo” ha il suo ritmo e le sue esigenze e non non si ferma ad aspettarti, se tuo figlio è ricoverato in fin di vita all'ospedale e tu non hai tempo per chiudere un importante progetto; anche il genitore malato presto non ci sarà più e il giovane padre si ritroverà a vivere il dolore come figlio. In tutto questo precipitare degli eventi, ci sarà spazio per un tentativo di riavere una propria vita sentimentale e sessuale, ma questa esperienza non sarà altro che una breve parentesi dentro la quale rintanarsi per dimenticare per qualche ora la quotidianità.
Eppure, anche se ogni cosa sembra andare a rotoli e non paiono esserci motivi per pensare positivo, il padre non molla, e con lui resiste anche il figlio, perché entrambi sono invincibili. Il protagonista è in fondo un ottimo padre, che trova dentro di sé una forza che mai avrebbe creduto di avere.
Il figlio cresce senza la madre, un giorno, sebbene ancora piccolo, chiederà spiegazioni di questa assenza e l'unico genitore presente risponderà senza parole di odio e di accusa, ma con grande onestà e serenità, perché non spetta a lui decidere cosa è giusto e sbagliato, il passato ormai è passato e il presente l'hanno costruito padre e figlio insieme, come meglio hanno potuto.
Gli invincibili è un romanzo tanto dolce quanto intenso, dallo stile asciutto e dal linguaggio semplice e diretto, che mette su carta emozioni forti e una storia non solo “per mamme”, o per genitori, una storia che narra la fatica di vivere le sfide che ogni giorno la vita ci mette davanti, e il senso di leggerezza che ci prende quando quelle sfide le abbiamo superate, lasciandoci alle spalle un'altra tappa della nostra esistenza.
Matilde (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 7 settembre 2015
E' stato in quel momento, mentre tutti gli sfilavano intorno, che mio figlio si è bloccato sulla porta e mi ha guardato. Mi ha salutato con la mano colorata di azzurro come si saluta un compagno di vita, non un padre. Mi ha salutato come se in quegli anni fosse stato lui a sostenere me, e non viceversa.
A due anni da Il bambino indaco , il nuovo romanzo di Marco Franzoso porta nuovamente sulla pagina la difficile quotidianità di un padre solo con un figlio piccolo. Il romanzo si apre con il primo giorno delle elementari del bambino e si chiuderà sulla stessa scena, dopo che la voce del padre, in una struttura dall'andamento quasi diaristico, avrà raccontato la fatica – e la gioia – dei giorni vissuti per arrivare davanti al cancello della scuola.
In poco più di cento pagine si condensa la vita di un padre single non per scelta, ma perché lasciato dalla moglie pochi mesi dopo la nascita del loro figlio. Ora è lui l'unico responsabile della crescita di un bebè che deve essere svezzato, accudito, accompagnato nei progressi, talvolta impercettibili, che compie giorno dopo giorno.
Tra telefonate per chiedere consiglio su come preparare le pappe, notti insonni che non finiscono mai e pomeriggi al parco in mezzo a mamme curiose attratte da quell'unica presenza maschile, la vita del padre va avanti, tra alti e bassi, cercando di incastrare i diversi pezzi di un'esistenza che comprende anche un lavoro in una società di comunicazione e un genitore gravemente malato da accudire.
Ben presto il lavoro non ci sarà più, perché “il resto del mondo” ha il suo ritmo e le sue esigenze e non non si ferma ad aspettarti, se tuo figlio è ricoverato in fin di vita all'ospedale e tu non hai tempo per chiudere un importante progetto; anche il genitore malato presto non ci sarà più e il giovane padre si ritroverà a vivere il dolore come figlio. In tutto questo precipitare degli eventi, ci sarà spazio per un tentativo di riavere una propria vita sentimentale e sessuale, ma questa esperienza non sarà altro che una breve parentesi dentro la quale rintanarsi per dimenticare per qualche ora la quotidianità.
Eppure, anche se ogni cosa sembra andare a rotoli e non paiono esserci motivi per pensare positivo, il padre non molla, e con lui resiste anche il figlio, perché entrambi sono invincibili. Il protagonista è in fondo un ottimo padre, che trova dentro di sé una forza che mai avrebbe creduto di avere.
Il figlio cresce senza la madre, un giorno, sebbene ancora piccolo, chiederà spiegazioni di questa assenza e l'unico genitore presente risponderà senza parole di odio e di accusa, ma con grande onestà e serenità, perché non spetta a lui decidere cosa è giusto e sbagliato, il passato ormai è passato e il presente l'hanno costruito padre e figlio insieme, come meglio hanno potuto.
Gli invincibili è un romanzo tanto dolce quanto intenso, dallo stile asciutto e dal linguaggio semplice e diretto, che mette su carta emozioni forti e una storia non solo “per mamme”, o per genitori, una storia che narra la fatica di vivere le sfide che ogni giorno la vita ci mette davanti, e il senso di leggerezza che ci prende quando quelle sfide le abbiamo superate, lasciandoci alle spalle un'altra tappa della nostra esistenza.
Matilde (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 7 settembre 2015