Giornata della scrittura autobiografica
letture dei frammenti di vita raccolti nel laboratori di scrittura autobiografica "La penna che cura" condotti da Laura Lenti
a cura degli Amici della San Giorgio
lunedì 14 marzo 2016, ore 17 - Auditorium Terzani
Locandina
(pdf, 500 Kb)
Ci tratteniamo con lo spago dei ricordi per ancorarci, per amministrare la nostra molteplicità interiore. La scrittura della propria storia, o il suo racconto, è un momento di valorizzazione: ogni vita diviene un romanzo ma è anche memoria da tramandare. Ogni storia di vita è testimonianza preziosa da condividere con gli altri.
Il passato non è qualosa da rimuovere o da cancellare, ma è ciò che ci tiene insieme, che ci fa da sostegno. La scrittura autobiografica, rubando un'immagine a Virginia Woolf, è infatti "una stanza tutta per se'": un luogo privilegiato dove coniugare il desiderio di "dire" con quello di "dirsi", perché, attraverso il riviversi, il riguardarsi, il rivedersi, il raccontarsi, si manifesta un desiderio di vivere ancora. È un bisogno individuale, che non sempre si sa riconoscere, che non sempre si riesce a soddisfare. Ma è un bisogno forte di tutti gli esseri umani che sono dotati di questa grande capacità di riflessione e di autoanalisi.
Letture sceniche a cura di Dora Donarelli, Marco Leporatti e Patrizia Maestripieri
Scacchi musicali a cura di Francesco Biadene
Potresti leggere
-
Ultimo aggiornamento martedì, 3 settembre 2024
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Ci tratteniamo con lo spago dei ricordi per ancorarci, per amministrare la nostra molteplicità interiore. La scrittura della propria storia, o il suo racconto, è un momento di valorizzazione: ogni vita diviene un romanzo ma è anche memoria da tramandare. Ogni storia di vita è testimonianza preziosa da condividere con gli altri.
Il passato non è qualosa da rimuovere o da cancellare, ma è ciò che ci tiene insieme, che ci fa da sostegno. La scrittura autobiografica, rubando un'immagine a Virginia Woolf, è infatti "una stanza tutta per se'": un luogo privilegiato dove coniugare il desiderio di "dire" con quello di "dirsi", perché, attraverso il riviversi, il riguardarsi, il rivedersi, il raccontarsi, si manifesta un desiderio di vivere ancora. È un bisogno individuale, che non sempre si sa riconoscere, che non sempre si riesce a soddisfare. Ma è un bisogno forte di tutti gli esseri umani che sono dotati di questa grande capacità di riflessione e di autoanalisi.
Letture sceniche a cura di Dora Donarelli, Marco Leporatti e Patrizia Maestripieri
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