Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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Fondo Oreste Caldini

...un baudelairiano in incognito

Oreste Caldini nasce a Napoli il 6 giugno del 1920 da Carlo, appartenente ad una famiglia anglo-fiorentina, e Beatrice Peirce, di origine irlandese, ma la cui famiglia è da diverse generazioni ben radicata tra Napoli e Messina. Seguendo il padre nei suoi frequenti spostamenti lavorativi, Oreste trascorre l'infanzia e la giovinezza tra Napoli, Roma, Lucca, Trieste e Torino, città quest'ultima in cui compie studi classici presso il liceo Massimo d’Azeglio. E' a Bari quando, allo scoppio della seconda guerra mondiale, vi prenderà parte come sottotenente della contraerea. Durante gli anni del conflitto riesce a frequentare la Facoltà di Chimica presso l’Università di Napoli dove conosce la futura moglie, Maria Antonietta Mariano, anche lei iscritta al medesimo corso di studi. Alla fine della guerra raggiunge Maria a Milano, dove nasce il primo figlio, Carlo. All’inizio degli anni Cinquanta si sposta con la famiglia a Firenze, dove nasceranno altri tre figli: Anna, Antonio e Andrea. A Firenze lavora come chimico presso un'industria farmaceutica fiorentina e insegna Chimica dei Prodotti Cosmetici presso la Facoltà di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche dell’Università di Firenze, prima come professore a contratto e poi, dopo il pensionamento dall’industria farmaceutica, come professore associato. Negli anni Sessanta diviene presidente dell’Ordine dei Chimici di Firenze.

Accanto agli interessi in ambito scientifico legati alla vita professionale, Oreste Caldini ha sempre coltivato una grande passione per la cultura e, in particolare, per la lingua francese e la storia e la letteratura di quel paese. Nel 1968 pubblica una raccolta di poesie in francese, Le Crins de la Déesse, con lo pseudonimo di Bernard Delmay, che poi userà in tutte le successive pubblicazioni. Nel 1972 pubblica per Sansoni la traduzione isometrica, corredata da più di duecento pagine di note, dei Fiori del Male di Charles Baudelaire. Durante la stesura del libro entra in contatto con il filologo francese Claude Pichois, curatore per la biblioteca Pléiade dell'edizione critica delle opere complete di Charles Baudelaire. Il volume sansoniano, accolto con grande entusiasmo dagli studiosi di francesistica, viene recensito da Giuseppe Bernadelli sulla Rivista di Letterature Moderne e Comparate (Vol. XXVI – N.1 Marzo 1973) che sottolinea: “..questa dimensione specialistica che continuamente affiora dai commenti di questo baudelairiano in incognito che si cela sotto lo pseudonimo di Bernard Delmay [...] Ci pare di essere di fronte ad un robusto tradurre, in cui la voce di Baudelaire né esce appiattita, né distorta….”. Nel 1983 pubblica presso Cesati, con l’introduzione di Antoine Fongaro, il saggio Baudelaire dallo specchio alla scena uno stadio ripetitivo. Successivamente si dedica allo studio della Divina Commedia e alla linguistica, pubblicando nel 1986 presso Olschki, I personaggi della Divina Commedia, e, nel 1990, Usi e difese della lingua. E' autore, inoltre, di numerosi saggi pubblicati su riviste specialistiche come ”Lettere Italiane” e “Sotto il velame”. Frequenta il mondo letterario fiorentino che si ritrova al Caffè Paskowski e entra a far parte della Società Dantesca Italiana. In particolare, una profonda e sincera amicizia lo ha legato a Oreste Macrì, Bernard Toscani e Primo Levi.

Una parte della biblioteca di Oreste Caldini, quella relativa alla letteratura francese e all'opera di Charles Baudelaire e agli studi critici su di essa, è stata donata dai figli alla Biblioteca San Giorgio nel 2020. Ideale complemento della già ricca sezione di francesistica del Fondo Piero Bigongiari e del Fondo Giuseppe Brunelli, questa nuova, preziosissima biblioteca d'autore, testimonia la profonda passione di Oreste Caldini per l'opera del poeta simbolista francese, di cui quest'anno ricorrono i duecento anni dalla nascita. La collezione Caldini (vedi catalogo), di cui si sta ultimando la catalogazione, oltre a raccogliere rare e preziose edizioni dell'opera di Baudelaire in Francia e in Italia, scelte sempre con grande sapienza bibliografica dal soggetto produttore e abbellite da legature di pregio e raffinati ex-libris, offre anche un ricchissimo spaccato degli studi novecenteschi di critica letteraria francese e italiana sul tema, validissima risorsa a beneficio degli studiosi. Molto nutrita anche la sezione relativa alla storia di Francia, che partendo dal periodo della Rivoluzione e dell'Impero (1789-1815) e proseguendo in quello della Monarchia Costituzionale (1815-1848) arriva fino agli inizi del Novecento.

 

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