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Dizionario degli istituti anomali nel mondo

 

Per mettere a fuoco la figura di Paolo Albani bisognerebbe parlare per giorni. Già poeta visivo e sonoro, artista, performer, umorista, membro dell'OpLePo (Opificio di Letteratura Potenziale), direttore di «Tèchne» rivista di bizzarrie letterarie e non, Console Magnifico dell'Istituto Patafisico Vitellianense, docente di Linguistica fantastica presso la Facoltà di Scienze inutili di Barcellona, e mille altri titoli e cariche a cavallo tra realtà e irrealtà, Albani è soprattutto da anni il più grande coltivatore di follie letterarie e sicuramente il più giocoso, surreale e imprevedibile dei nostri autori.

Sono molte le sue opere stravaganti. Un ruolo centrale è quello dei preziosissimi dizionari Zanichelli: “Forse Queneau: enciclopedia delle scienze anomale”, “Mirabiblia: catalogo ragionato dei libri introvabili” e “Aga magéra difúra: dizionario delle lingue immaginarie”. In tutti questi casi si danza in maniera ilare sul sottile confine tra realtà e immaginazione, tra verosimile e inverosimile. Gli ingredienti sono l’amore per i libri e per le parole, una instancabile e divertita curiosità, nonché la tendenza naturale molto toscana allo sberleffo e all’ironia. Sulla stessa linea si possono collocare “Il sosia laterale”, in cui Albani raccoglie ventuno recensioni a libri mai scritti da lui inventati e collocati in contesti assolutamente credibili, e “I mattoidi italiani”, repertorio senza precedenti di personaggi “esistiti o esistenti fautori di teorie singolari, a volte deliranti, elaborate in vari campi del sapere: linguisti e ideatori di lingue universali, astronomi e fisici, trasmettitori del pensiero, architetti, quadratori del cerchio, poeti, inventori, profeti, visionari, politici eccetera”.

C’è in tutti questi libri non solo una grande passione per lo studio ma anche una tensione all'immaginazione di una sorta di società alternativa, popolata di matti che inseguono sogni e allucinazioni, imprese stravaganti, geniali ma inutili, quasi a voler sottolineare che il mondo è una inesauribile sorgente di indefessi donchisciotte. Ma c’è qualcosa di più. Tra le righe Albani ci dice che donchisciotte siamo veramente tutti noi che ci almanacchiamo ogni giorno per trovare il bandolo di una matassa senza senso, in un mondo che a vederlo bene sembra una di quelle illusorie e insensate macchine di M.C. Escher e che se qualcosa ci può salvare, o almeno rendere sopportabile il nostro transito terrestre, quel qualcosa è proprio una sommessa risata di complicità rivolta da ognuno a se stesso e, subito dopo, agli altri.

In questa direzione sembra guidarci anche il “Dizionario degli istituti anomali del mondo”. Sono oltre 250 pagine in cui vengono elencate e commentate circa centocinquanta tra accademie, agenzie, associazioni, club, collegi, fondazioni, partiti, scuole, società, università e quant’altro concorre a delineare il profilo di aggregazioni umane insensate e “stupide oltre ogni dire, che però insegnano qualcosa sulla specie umana, e la sua indefessa agitazione mentale”. Anche in questo caso realtà, letteratura, fantasia e sarcasmo vanno a nozze e istituti e teorie secolari si mescolano con fantomatiche società create da amici personali di Albani.

L’Associazione Scrittori, Attori, Artisti e Musicisti irlandesi (ASSAAMI), fra i tanti servizi per i suoi soci, offre quello di sgualcire i libri per far credere che qualcuno li abbia letti, affidando il compito a sgualcitori esperti e principianti (tra cui lo scimpanzé Charlie), e quello di mettere a disposizione un ventriloquo per far fare bella figura in società a coloro che non hanno mai letto un libro ma vogliono passare per colti.

Nel Collegio Americano della Salute (COAS) si insegna il “vitapatismo”, metodo di cure ideato nel corso dell’Ottocento da John Bunyan Campbell, secondo cui sembra che il principale agente che fa restare in vita sia la Vita. Si sostiene inoltre che la causa della malattia non sia altro che l’inclinazione di alcune persone ad ammalarsi da un momento all’altro. L’unica cura utilizzata, valida universalmente per ogni tipo di disturbo, ma anche per chi non ne ha, è l’applicazione di piastre di rame al collo e ai piedi dei pazienti per estrarre il veleno dai loro corpi.

La Società per la Difesa del Pedone (SODP) conduce attività per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema dei pedoni, con appelli al senso civico degli automobilisti e alle autorità, promozione di stili di vita sostenibili, ecc. Nel frattempo, in segreto, prepara i quadri di futuri commandos per dare il via alla distruzione delle automobili e allo sterminio degli automobilisti. Per esempio, “di notte squadre di pittori, appartenenti alla Sezione Artistica della SODP, agiranno sulle strade di maggior traffico, alle curve, cancellando la linea bianca di mezzeria e dipingendo al suo posto una linea bianca dritta che induca l’automobilista verso il precipizio o, in mancanza di precipizio, fuori strada”.

Leggendo il libro, o anche solo sfogliandolo guidati dalla curiosità, è difficile, se non impossibile, resistere all’umorismo di queste sgangherate invenzioni del genio umano, parodia di tutte quelle che vorrebbero essere sensate e che, in fondo in fondo, non ci riescono mai.

Martino (bibliotecario, Biblioteca San Giorgio)

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