Dimmi che non può finire
Se solo potessi sapere come andrà a finire..., quante volte nella nostra vita quando ci imbattiamo in persone o situazioni nuove ci struggiamo in questa domanda?
Bene, Amanda Giudice la protagonista del nuovo romanzo di Simona Sparaco è convinta di avere un superpotere: quello di sapere in anticipo la data di scadenza di ogni suo avvenimento felice. Numeri e date all'improvviso si materializzano, attraverso gli oggetti quotidiani e mettono la parola fine al cammino lavorativo o sentimentale intrapreso.
Il romanzo comincia con il licenziamento di Amanda, perché è convinta di aver visto la data di scadenza del suo rapporto lavorativo. In questo modo, la protagonista vive in una “gabbia” e abbandona le cose che le piacciono per paura di perderle. Dopo essersi licenziata dal programma televisivo per il quale lavorava, Amanda risponde a un annuncio di babysitter: si prenderà cura di Samuele, un bambino taciturno e silenzioso, orfano di madre e alla costante ricerca di un rapporto con il padre Davide, compagno di classe delle elementari di Amanda. Samuele è un bambino ferito, come lo era Amanda alla sua età: forse, proprio per questo la protagonista riesce a comunicare così bene con il bambino, perché anche lei è rimasta tale, si è rifiutata in un certo senso di crescere, compiere delle scelte e vivere.
A premere sul suo cammino lavorativo e anche affettivo c’è Davide, il padre del bambino che diviene suo corteggiatore, un adulto che, pur avendo mantenuto sempre la percezione di se stesso, vive in una comfort zone dalla quale gli è difficile uscire. Davide è un uomo che per lavoro costruisce mondi (è un programmatore di videogiochi), Amanda è una donna che vive e si rifugia in un universo tutto suo, cioè quello dei numeri. Sono “due facce della stessa medaglia”, due individui simili e complementari che si incontrano e decidono di percorrere un pezzo di vita insieme.
Trovare qualcuno che abbia la pazienza, la disponibilità e il calore per aiutare l’altro a uscire dal proprio guscio è ciò che tutti noi desideriamo, soprattutto nei momenti di maggior isolamento e solitudine come quelli che stiamo vivendo. Una bella lettura, un romanzo fluido e scorrevole, un’esortazione a meditare sulla complessità dei rapporti umani che spesso – proprio per paura di fallire – li chiudiamo prima ancora che abbiano compiuto il loro lento processo di maturazione.
Carolina (Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 28 dicembre 2020
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Se solo potessi sapere come andrà a finire..., quante volte nella nostra vita quando ci imbattiamo in persone o situazioni nuove ci struggiamo in questa domanda?
Bene, Amanda Giudice la protagonista del nuovo romanzo di Simona Sparaco è convinta di avere un superpotere: quello di sapere in anticipo la data di scadenza di ogni suo avvenimento felice. Numeri e date all'improvviso si materializzano, attraverso gli oggetti quotidiani e mettono la parola fine al cammino lavorativo o sentimentale intrapreso.
Il romanzo comincia con il licenziamento di Amanda, perché è convinta di aver visto la data di scadenza del suo rapporto lavorativo. In questo modo, la protagonista vive in una “gabbia” e abbandona le cose che le piacciono per paura di perderle. Dopo essersi licenziata dal programma televisivo per il quale lavorava, Amanda risponde a un annuncio di babysitter: si prenderà cura di Samuele, un bambino taciturno e silenzioso, orfano di madre e alla costante ricerca di un rapporto con il padre Davide, compagno di classe delle elementari di Amanda. Samuele è un bambino ferito, come lo era Amanda alla sua età: forse, proprio per questo la protagonista riesce a comunicare così bene con il bambino, perché anche lei è rimasta tale, si è rifiutata in un certo senso di crescere, compiere delle scelte e vivere.
A premere sul suo cammino lavorativo e anche affettivo c’è Davide, il padre del bambino che diviene suo corteggiatore, un adulto che, pur avendo mantenuto sempre la percezione di se stesso, vive in una comfort zone dalla quale gli è difficile uscire. Davide è un uomo che per lavoro costruisce mondi (è un programmatore di videogiochi), Amanda è una donna che vive e si rifugia in un universo tutto suo, cioè quello dei numeri. Sono “due facce della stessa medaglia”, due individui simili e complementari che si incontrano e decidono di percorrere un pezzo di vita insieme.
Trovare qualcuno che abbia la pazienza, la disponibilità e il calore per aiutare l’altro a uscire dal proprio guscio è ciò che tutti noi desideriamo, soprattutto nei momenti di maggior isolamento e solitudine come quelli che stiamo vivendo. Una bella lettura, un romanzo fluido e scorrevole, un’esortazione a meditare sulla complessità dei rapporti umani che spesso – proprio per paura di fallire – li chiudiamo prima ancora che abbiano compiuto il loro lento processo di maturazione.
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