Detective d'inchiostro
(Invito,
pdf, 255 Kb)
26 giugno - 26 settembre 2018 - Art Corner
Inaugurazione martedì 26 giugno, ore 17
A cura di Fabio De Poli, in collaborazione con Eva Accardo
Detective d'inchiostro propone una selezione di immagini di alcuni tra i personaggi più noti del graphic novel. Detective, investigatori, poliziotti ed ex poliziotti, pietre miliari del fumetto d'autore: dai duri e coraggiosi che combattono contro il mondo dei ganster degli anni Trenta, come l'Agente Segreto X-9, nato dalla penna della coppia Dashiel Hammett-Alex Raymond, o come il tenace e incorruttibile Nick Raider della Squadra Omicidi di New York del fumettista Claudio Nizzi, alla più fragile figura dell'ex poliziotto Alack Sinner di Carlos Sampayo e Josè Munoz nelle cui storie si riflette una rara miscela di critica sociale e riflessione sulla natura umana, un po' come in quelle dell'investigatore Sam Pezzo ideate da Vittorio Giardino e ambientate in una città molto simile a Bologna.
Le illustrazioni ospitate nel piccolo spazio dell'Art Corner e riferite tutte ai protagonisti di alcuni fumetti del filone poliziesco-investigativo, sono prevalentemente in bianco e nero, in alcuni casi, come per Vittorio Giardino, con una prepotenza del contrasto che abolisce l’ombreggiatura e denota un’attenzione quasi maniacale per i dettagli. Assieme a queste spiccano quelle con lo sfondo in giallo dell'elegante Agente Segreto X-9 e del cappello del più famoso Dick Tracy, e quella più recente, colorata, della criminologa Julia Kendall - con un soprabito molto simile a quello tante volte visto addosso a Audrey Hepburn - protagonista del fumetto "Julia" ideato nel 1988 da Giancarlo Berardi.
Di seguito l'elenco delle figure dei protagonisti presenti in mostra, secondo l'ordine cronologico con cui è stata pubblicata la relativa serie di fumetti, accompagnato da una breve descrizione
Dick Tracy
Il 4 ottobre 1931 uscì, su una striscia di fumetti del Chicago Tribune la prima storia di Dick Tracy creata da Chester Gould. "Eccolo qui, il grintoso e leale poliziotto dal soprabito giallo con cappello, munito di un sofisticato orologio trasmettitore con il quale mettersi in contatto con la polizia. Tutti nell’arma ne hanno uno. Egli è un incorruttibile agente che non se la fa sotto quando c’è da affrontare il nemico, semplici malavitosi o gangster che siano. Gould da' a tutta la storia, a tutte le vicende, quello stile da duro e da grande avventuriero sopra le righe, accostandolo alla fedele descrizione della realtà di quegli anni. Gli anni del proibizionismo, della guerra fra bande, di Al Capone e Elliot Ness. I giornali degli anni erano sempre tempestati di notizie di cronaca nera; Chester Gould sfrutta tale situazione per affrontare il momento con l’ironia e l’immaginazione del fumetto."
Agente segreto X-9
"E' circondato da un alone di mistero: di lui non si sa molto, neppure il vero nome; si fa chiamare Dan, ma soltanto in seguito sapremo che in realtà si chiama Phil Corrigan e fa parte dell'FBI, Federal Boureau of Investigation. L'Agente segreto X-9 è un lupo solitario duro e coraggioso, incorruttibile e senza tentennamenti, dedito con implacabile impegno alla lotta contro la malavita organizzata. Per raggiungere i suoi scopi non esita a mescolarsi ai criminali, imitandone perfettamente linguaggio e metodi. Quanto alle motivazioni che lo hanno spinto alla lotta contro il crimine, le conosceremo soltanto alla fine della sua terza avventura, quando alla piccola Hilda, che ha strappato alle grinfie dei suoi rapitori e che gli chiede perché avesse promesso a sua madre che l'avrebbe trovata a ogni costo, risponde: "Perché anch'io avevo una bambina come te: sua madre era bella come la tua. Sono state uccise tutte e due e ho giurato di vendicarmi su tutti i criminali. Così dedico la mia vita alla lotta contro il crimine!".
Quando appare per la prima volta sui quotidiani statunitensi, il 22 gennaio 1934, il personaggio ha tutte le carte in regola per ripetere il successo registrato qualche anno prima dal Dick Tracy di Chester Gould, capostipite del fumetto poliziesco. Le sceneggiature realistiche, ben congegnate e dense di colpi di scena, sono di Dashiell Hammett, già celebre autore di romanzi polizieschi, mentre gli incisivi disegni sono di Alex Raymond, che aveva esordito il 7 gennaio dello stesso anno con le tavole domenicali di Flash Gordon e di Jungle Jim." (Franco Fossati, Fumetto - characters e disegnatori, Electa, Milano, 2005)
Nick Raider
Duro, tenace, incorruttibile, coraggioso, Nick Raider, ideato da Claudio Nizzi, è un detective della Squadra Omicidi di New York, protagonista dell'omonima serie a fumetti poliziesca italiana pubblicata dal 1988 al 2005 da Sergio Bonelli Editore. Affiancato da un team ben affiatato, Nick Raider investiga sui crimini di sangue commessi nella "Grande mela". Il suo mentore, nonché capo diretto, è il tenente Arthur Rayan che cerca senza troppo successo di controllare gli slanci del detective e soprattutto lo difende spesso dalla burocrazia e dall'ostracismo del suo capo, il capitano Vance, che Nick chiama "Ciaocara" per via del suo rapporto succube con la moglie.
Nella violenta città di New York, assieme al compagno Marvin Brown, all’anziano Art Rayan, al giovane Jimmy Granet, investigatore da scrivania, combatterà la malavita newyorkese rappresentata dall'obesa capomafia Louise Clementi e dall'organizzazione criminale nota come Croce Nera che si occupa di prestare assistenza a delinquenti evasi.
Alack Sinner
Nevrotico e tormentato, fragile e sensibile sin quasi al limite del masochismo, l'ex poliziotto Alack Sinner (1975) di Carlos Sampayo e Josè Munoz- "figlio" non a caso dei due argentini riparati in Europa, mentre il loro paese era ostaggio di una feroce dittatura militare - con la faccia rovinata dalle botte e dall'alcol, porta impressi sul volto i segni del male di vivere, o meglio del rifiuto di vivere in una società come questa. Con il tratto di Munoz che si evolve da un bianco e nero che sottolinea ogni piega del suo volto, ogni tratto distintivo di persone e oggetti, per poi passare a violente pennellate che rimarcano un duro contrasto con il bianco dei dettagli, le storie di questo investigatore riescono a riflettere una rara miscela di critica sociale e riflessione sulla natura umana. "Le avventure di Alack Sinner,investigatore perché con una morale troppo umana per poter restare nella polizia, sono rivolte a smascherare ricchi tanto potenti quanto pazzi nelle loro manie di grandezza e un mondo occidentale ormai definitivamente corrotto, in cui il marcio non si annida solamente nelle pieghe dei salotti della politica ma ha investito anche le persone per bene, costrette a scendere a patti con una violenza misera e volgare pur di restare a galla. Alack Sinner si cala così nei bassifondi, stringe la mano a rivoluzionari, drogati e transessuali (la più lucente corona d'angeli in cielo, per dirla con Rick Moody), si prende a cuore le loro storie e, pur mantenendo invariato il disperato cinismo con cui è stato disegnato, li aiuta a dirimere le loro questioni personali, rimediando sempre nuovi graffi su un volto che riporta fedelmente i segni di ogni indagine e di ogni dolore." (Muñoz e Sampayo. La vita non è un fumetto, baby, di Matilde Quarti)
Sam Pezzo
Nel 1979, per la penna di Vittorio Giardino, nasce il personaggio di Sam Pezzo. "A Giardino piacevano Hammett e Chandler, ma anche Graham Greene e John Le Carrè. Nei novi episodi (taluni brevi, taluni sviluppati su un più ampio respiro) che compongono la saga di Sam Pezzo, Giardino saldò il suo debito con i "padri fondatori" del poliziesco moderno, e con i loro malinconici, nevrotici Anti-Eroi. Baffi folti e neri, capelli corti sempre in ordine, e forse pettinati con un tocco di brillantina, Borsalino e impermeabile d'ordinanza, Sam Pezzo è un "bastardo di professione" che accetta incarichi più o meno rischiosi, dal pedinamento di mogli fedifraghe alla ricerca di persone scomparse, dal recupero di strane valigie alla riscossione di crediti inevasi, e finisce per scontrarsi, ogni volta, con il lato oscuro di una città segnata da forti tensioni sociali e politiche, malata di indifferenza e di ingordigia, al tempo stesso spettrale e sanguigna, provinciale e cosmopolita, molto, molto simile alla Bologna in cui Giardino viveva, e in cui tutt'oggi vive [...]
In una babelica Bologna popolata di tossici, scassinatori, sicari da quattro soldi, allibratori, informatori della polizia decisamente autoctoni, ma anche di mafiosi con gli occhi a mandorla, guerriglieri africani, immigrati clandestini, Sam Pezzo si trascina, inanellando grossi smacchi e piccole vittorie, e sfoderando [...] il suo asso nella manica: una sbornia colossale{...] A rendergli onore ha contribuito anche Carlo Lucarelli: Sam Pezzo, per lui, "ha dimostrato che un genere come l'hard boiled, il poliziesco d'azione all'americana, possa anche parlare italiano e possa farlo in maniera originale, con nuovi sentimenti e nuove contraddizioni" (Graziano Frediani, L'ombra del dubbio, in "Nick Raider- Almanacco del giallo 2004")
Julia Kendall
Julia Kendall, giovane criminologa, è la protagonista della serie a fumetti "Julia", ispirata fisicamente ai tratti di Audrey Hepburn. "Julia è alle prese con crimini e misteri ambientati a Garden City, un'immaginaria metropoli del New Jersey. I casi di cui si occupa la portano in varie occasioni a vivere situazioni di estremo pericolo, poiché le sue capacità di psicologa, a cui fa spesso affidamento il Garden City Police Department, la conducono spesso sulle tracce di feroci serial e criminali privi di scrupoli. I casi che la interessano riguardano la psicopatologia criminale, i binomi sesso-delinquenza e droga-delinquenza, gli omicidi efferati, il proliferare dei serial killer, il fenomeno della delinquenza giovanile. Il suo intento è naturalmente quello di assicurare i colpevoli alla giustizia, ma soprattutto di capire – capire, non giustificare – le profonde pulsioni che li hanno spinti ad agire. Se esistesse la categoria, si potrebbe definire una Indagatrice dell’Animo. Le storie di Julia sono caratterizzate anche dall’uso di una voce narrante in prima persona, un espediente caro alla scuola californiana dei giallisti, che, nel nostro caso, ci permette di conoscere le riflessioni e le considerazioni della protagonista, in uno stile diaristico, che aggiunge immediatezza agli avvenimenti." (Il mio nome è Julia)
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Ultimo aggiornamento sabato, 30 marzo 2019
(Invito,
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26 giugno - 26 settembre 2018 - Art Corner
Inaugurazione martedì 26 giugno, ore 17
A cura di Fabio De Poli, in collaborazione con Eva Accardo
Detective d'inchiostro propone una selezione di immagini di alcuni tra i personaggi più noti del graphic novel. Detective, investigatori, poliziotti ed ex poliziotti, pietre miliari del fumetto d'autore: dai duri e coraggiosi che combattono contro il mondo dei ganster degli anni Trenta, come l'Agente Segreto X-9, nato dalla penna della coppia Dashiel Hammett-Alex Raymond, o come il tenace e incorruttibile Nick Raider della Squadra Omicidi di New York del fumettista Claudio Nizzi, alla più fragile figura dell'ex poliziotto Alack Sinner di Carlos Sampayo e Josè Munoz nelle cui storie si riflette una rara miscela di critica sociale e riflessione sulla natura umana, un po' come in quelle dell'investigatore Sam Pezzo ideate da Vittorio Giardino e ambientate in una città molto simile a Bologna.
Le illustrazioni ospitate nel piccolo spazio dell'Art Corner e riferite tutte ai protagonisti di alcuni fumetti del filone poliziesco-investigativo, sono prevalentemente in bianco e nero, in alcuni casi, come per Vittorio Giardino, con una prepotenza del contrasto che abolisce l’ombreggiatura e denota un’attenzione quasi maniacale per i dettagli. Assieme a queste spiccano quelle con lo sfondo in giallo dell'elegante Agente Segreto X-9 e del cappello del più famoso Dick Tracy, e quella più recente, colorata, della criminologa Julia Kendall - con un soprabito molto simile a quello tante volte visto addosso a Audrey Hepburn - protagonista del fumetto "Julia" ideato nel 1988 da Giancarlo Berardi.
Di seguito l'elenco delle figure dei protagonisti presenti in mostra, secondo l'ordine cronologico con cui è stata pubblicata la relativa serie di fumetti, accompagnato da una breve descrizione
Dick Tracy
Il 4 ottobre 1931 uscì, su una striscia di fumetti del Chicago Tribune la prima storia di Dick Tracy creata da Chester Gould. "Eccolo qui, il grintoso e leale poliziotto dal soprabito giallo con cappello, munito di un sofisticato orologio trasmettitore con il quale mettersi in contatto con la polizia. Tutti nell’arma ne hanno uno. Egli è un incorruttibile agente che non se la fa sotto quando c’è da affrontare il nemico, semplici malavitosi o gangster che siano. Gould da' a tutta la storia, a tutte le vicende, quello stile da duro e da grande avventuriero sopra le righe, accostandolo alla fedele descrizione della realtà di quegli anni. Gli anni del proibizionismo, della guerra fra bande, di Al Capone e Elliot Ness. I giornali degli anni erano sempre tempestati di notizie di cronaca nera; Chester Gould sfrutta tale situazione per affrontare il momento con l’ironia e l’immaginazione del fumetto."
Agente segreto X-9
"E' circondato da un alone di mistero: di lui non si sa molto, neppure il vero nome; si fa chiamare Dan, ma soltanto in seguito sapremo che in realtà si chiama Phil Corrigan e fa parte dell'FBI, Federal Boureau of Investigation. L'Agente segreto X-9 è un lupo solitario duro e coraggioso, incorruttibile e senza tentennamenti, dedito con implacabile impegno alla lotta contro la malavita organizzata. Per raggiungere i suoi scopi non esita a mescolarsi ai criminali, imitandone perfettamente linguaggio e metodi. Quanto alle motivazioni che lo hanno spinto alla lotta contro il crimine, le conosceremo soltanto alla fine della sua terza avventura, quando alla piccola Hilda, che ha strappato alle grinfie dei suoi rapitori e che gli chiede perché avesse promesso a sua madre che l'avrebbe trovata a ogni costo, risponde: "Perché anch'io avevo una bambina come te: sua madre era bella come la tua. Sono state uccise tutte e due e ho giurato di vendicarmi su tutti i criminali. Così dedico la mia vita alla lotta contro il crimine!".
Quando appare per la prima volta sui quotidiani statunitensi, il 22 gennaio 1934, il personaggio ha tutte le carte in regola per ripetere il successo registrato qualche anno prima dal Dick Tracy di Chester Gould, capostipite del fumetto poliziesco. Le sceneggiature realistiche, ben congegnate e dense di colpi di scena, sono di Dashiell Hammett, già celebre autore di romanzi polizieschi, mentre gli incisivi disegni sono di Alex Raymond, che aveva esordito il 7 gennaio dello stesso anno con le tavole domenicali di Flash Gordon e di Jungle Jim." (Franco Fossati, Fumetto - characters e disegnatori, Electa, Milano, 2005)
Nick Raider
Duro, tenace, incorruttibile, coraggioso, Nick Raider, ideato da Claudio Nizzi, è un detective della Squadra Omicidi di New York, protagonista dell'omonima serie a fumetti poliziesca italiana pubblicata dal 1988 al 2005 da Sergio Bonelli Editore. Affiancato da un team ben affiatato, Nick Raider investiga sui crimini di sangue commessi nella "Grande mela". Il suo mentore, nonché capo diretto, è il tenente Arthur Rayan che cerca senza troppo successo di controllare gli slanci del detective e soprattutto lo difende spesso dalla burocrazia e dall'ostracismo del suo capo, il capitano Vance, che Nick chiama "Ciaocara" per via del suo rapporto succube con la moglie.
Nella violenta città di New York, assieme al compagno Marvin Brown, all’anziano Art Rayan, al giovane Jimmy Granet, investigatore da scrivania, combatterà la malavita newyorkese rappresentata dall'obesa capomafia Louise Clementi e dall'organizzazione criminale nota come Croce Nera che si occupa di prestare assistenza a delinquenti evasi.
Alack Sinner
Nevrotico e tormentato, fragile e sensibile sin quasi al limite del masochismo, l'ex poliziotto Alack Sinner (1975) di Carlos Sampayo e Josè Munoz- "figlio" non a caso dei due argentini riparati in Europa, mentre il loro paese era ostaggio di una feroce dittatura militare - con la faccia rovinata dalle botte e dall'alcol, porta impressi sul volto i segni del male di vivere, o meglio del rifiuto di vivere in una società come questa. Con il tratto di Munoz che si evolve da un bianco e nero che sottolinea ogni piega del suo volto, ogni tratto distintivo di persone e oggetti, per poi passare a violente pennellate che rimarcano un duro contrasto con il bianco dei dettagli, le storie di questo investigatore riescono a riflettere una rara miscela di critica sociale e riflessione sulla natura umana. "Le avventure di Alack Sinner,investigatore perché con una morale troppo umana per poter restare nella polizia, sono rivolte a smascherare ricchi tanto potenti quanto pazzi nelle loro manie di grandezza e un mondo occidentale ormai definitivamente corrotto, in cui il marcio non si annida solamente nelle pieghe dei salotti della politica ma ha investito anche le persone per bene, costrette a scendere a patti con una violenza misera e volgare pur di restare a galla. Alack Sinner si cala così nei bassifondi, stringe la mano a rivoluzionari, drogati e transessuali (la più lucente corona d'angeli in cielo, per dirla con Rick Moody), si prende a cuore le loro storie e, pur mantenendo invariato il disperato cinismo con cui è stato disegnato, li aiuta a dirimere le loro questioni personali, rimediando sempre nuovi graffi su un volto che riporta fedelmente i segni di ogni indagine e di ogni dolore." (Muñoz e Sampayo. La vita non è un fumetto, baby, di Matilde Quarti)
Sam Pezzo
Nel 1979, per la penna di Vittorio Giardino, nasce il personaggio di Sam Pezzo. "A Giardino piacevano Hammett e Chandler, ma anche Graham Greene e John Le Carrè. Nei novi episodi (taluni brevi, taluni sviluppati su un più ampio respiro) che compongono la saga di Sam Pezzo, Giardino saldò il suo debito con i "padri fondatori" del poliziesco moderno, e con i loro malinconici, nevrotici Anti-Eroi. Baffi folti e neri, capelli corti sempre in ordine, e forse pettinati con un tocco di brillantina, Borsalino e impermeabile d'ordinanza, Sam Pezzo è un "bastardo di professione" che accetta incarichi più o meno rischiosi, dal pedinamento di mogli fedifraghe alla ricerca di persone scomparse, dal recupero di strane valigie alla riscossione di crediti inevasi, e finisce per scontrarsi, ogni volta, con il lato oscuro di una città segnata da forti tensioni sociali e politiche, malata di indifferenza e di ingordigia, al tempo stesso spettrale e sanguigna, provinciale e cosmopolita, molto, molto simile alla Bologna in cui Giardino viveva, e in cui tutt'oggi vive [...]
In una babelica Bologna popolata di tossici, scassinatori, sicari da quattro soldi, allibratori, informatori della polizia decisamente autoctoni, ma anche di mafiosi con gli occhi a mandorla, guerriglieri africani, immigrati clandestini, Sam Pezzo si trascina, inanellando grossi smacchi e piccole vittorie, e sfoderando [...] il suo asso nella manica: una sbornia colossale{...] A rendergli onore ha contribuito anche Carlo Lucarelli: Sam Pezzo, per lui, "ha dimostrato che un genere come l'hard boiled, il poliziesco d'azione all'americana, possa anche parlare italiano e possa farlo in maniera originale, con nuovi sentimenti e nuove contraddizioni" (Graziano Frediani, L'ombra del dubbio, in "Nick Raider- Almanacco del giallo 2004")
Julia Kendall
Julia Kendall, giovane criminologa, è la protagonista della serie a fumetti "Julia", ispirata fisicamente ai tratti di Audrey Hepburn. "Julia è alle prese con crimini e misteri ambientati a Garden City, un'immaginaria metropoli del New Jersey. I casi di cui si occupa la portano in varie occasioni a vivere situazioni di estremo pericolo, poiché le sue capacità di psicologa, a cui fa spesso affidamento il Garden City Police Department, la conducono spesso sulle tracce di feroci serial e criminali privi di scrupoli. I casi che la interessano riguardano la psicopatologia criminale, i binomi sesso-delinquenza e droga-delinquenza, gli omicidi efferati, il proliferare dei serial killer, il fenomeno della delinquenza giovanile. Il suo intento è naturalmente quello di assicurare i colpevoli alla giustizia, ma soprattutto di capire – capire, non giustificare – le profonde pulsioni che li hanno spinti ad agire. Se esistesse la categoria, si potrebbe definire una Indagatrice dell’Animo. Le storie di Julia sono caratterizzate anche dall’uso di una voce narrante in prima persona, un espediente caro alla scuola californiana dei giallisti, che, nel nostro caso, ci permette di conoscere le riflessioni e le considerazioni della protagonista, in uno stile diaristico, che aggiunge immediatezza agli avvenimenti." (Il mio nome è Julia)
- Ultimo aggiornamento sabato, 30 marzo 2019