Delitti tra le note
Siamo agli inizi del Novecento in un borgo toscano dal nome di fantasia (Valvàta), che però ricorda in modo non casuale la cittadina di Cascina, in provincia di Pisa. Qui la civiltà ha appena portato il "trammino", con l'effetto di distruggere una volta per tutte le antiche porte medievali (Porta Pisana e Porta Fiorentina) che per secoli avevano protetto i due accessi della cittadella fortificata.
Due omicidi, compiuti a distanza di poche ore l'uno dall'altro, gettano nello sconforto gli abitanti di quella cittadina dove finora non erano mai successi eventi efferati: due giovani insegnanti del locale Conservatorio Regio vengono trovate prive di vita. A indagare, Gemma Galleschi, direttrice del Conservatorio, una vera e propria "signora in giallo" che si metterà sulle tracce dell'assassino, dimostrando un fiuto investigativo ben superiore a quello del Maresciallo dei Carabinieri, chiamato a dirigere le indagini, e non certo lieto di fare i conti con una donna che si trova sempre un passo avanti a lui.
La vicenda delittuosa è lo scenario nel quale si muovono i benpensanti del borgo (oltre al maresciallo, il notaio, il medico), attorniati da gustosissimi personaggi minori che permettono all'Autrice di ricostruire i sapori e le atmosfere di una Toscana che non c'è più. Come una storia nella storia, l'amore mai sopito tra Gemma e Ivo Donati, il celebre avvocato di città che Gemma ha chiamato in aiuto dopo gli omicidi: un uomo che trent'anni prima stava per diventare suo marito, se lei non l'avesse scoperto durante una delle sue scappatelle.
Giallo con venature di rosa, il romanzo cattura il lettore in una vicenda dai contorni misteriosi, portandolo a scoprire i segreti di una villa dallo stile nizzardo (molto simile alla vera Villa Isnard di Càscina), a partire da una famosa melodia che neppure un principiante si trova a sbagliare durante l'esecuzione al pianoforte.
Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 18 gennaio 2016
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Siamo agli inizi del Novecento in un borgo toscano dal nome di fantasia (Valvàta), che però ricorda in modo non casuale la cittadina di Cascina, in provincia di Pisa. Qui la civiltà ha appena portato il "trammino", con l'effetto di distruggere una volta per tutte le antiche porte medievali (Porta Pisana e Porta Fiorentina) che per secoli avevano protetto i due accessi della cittadella fortificata.
Due omicidi, compiuti a distanza di poche ore l'uno dall'altro, gettano nello sconforto gli abitanti di quella cittadina dove finora non erano mai successi eventi efferati: due giovani insegnanti del locale Conservatorio Regio vengono trovate prive di vita. A indagare, Gemma Galleschi, direttrice del Conservatorio, una vera e propria "signora in giallo" che si metterà sulle tracce dell'assassino, dimostrando un fiuto investigativo ben superiore a quello del Maresciallo dei Carabinieri, chiamato a dirigere le indagini, e non certo lieto di fare i conti con una donna che si trova sempre un passo avanti a lui.
La vicenda delittuosa è lo scenario nel quale si muovono i benpensanti del borgo (oltre al maresciallo, il notaio, il medico), attorniati da gustosissimi personaggi minori che permettono all'Autrice di ricostruire i sapori e le atmosfere di una Toscana che non c'è più. Come una storia nella storia, l'amore mai sopito tra Gemma e Ivo Donati, il celebre avvocato di città che Gemma ha chiamato in aiuto dopo gli omicidi: un uomo che trent'anni prima stava per diventare suo marito, se lei non l'avesse scoperto durante una delle sue scappatelle.
Giallo con venature di rosa, il romanzo cattura il lettore in una vicenda dai contorni misteriosi, portandolo a scoprire i segreti di una villa dallo stile nizzardo (molto simile alla vera Villa Isnard di Càscina), a partire da una famosa melodia che neppure un principiante si trova a sbagliare durante l'esecuzione al pianoforte.
Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 18 gennaio 2016
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