Cromorama
"Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo" di Riccardo Falcinelli
Le matite così come le conosciamo oggi (mine incastonate in un corpo di legno) sono state introdotte in Francia nel 1790 ; a idearle è stato Nicolas-Jacques Conté che utilizza al posto della grafite pura quella in polvere, perché meno costosa e la confeziona nel legno. Quasi centotrenta anni dopo le matite in legno godono ancora di ampio consenso e perfino la loro unica scomodità, cioè il fatto di doverle temperare, diviene un rituale colmo di fascino – per i più piccoli e non. Il dato sorprendente è che i due terzi delle matite prodotte e vendute sul mercato è di colore giallo. Perché? Con questo interrogativo si apre questo interessante saggio che ha l’ambizione di dimostrare che nella società attuale il colore non è un mero attributo delle cose, ma è spesso un’idea, un’aspettativa. Le società di ogni epoca si sono fatte portatrici di un sistema di simboli e colori che veicolasse i valori della propria civiltà: se vediamo i Simpson li associamo al colore giallo, così come il nero è il colore del lutto e il rosso quello che da sempre ha contraddistinto la politica comunista. Ma fino a che punto siamo consapevoli del ruolo che i colori hanno nel nostro immaginario collettivo? Ce lo spiega Riccardo Falcinelli, stimato art director e grafico editoriale, per molti anni alla casa editrice Minimum Fax, che in questo limpido saggio accompagna il lettore alla scoperta del significato del colore, attraverso una galleria di quattrocento immagini che traggono ispirazioni da ogni tipo di arte grafica, dal fumetto all’architettura, dal cinema agli oggetti quotidiani. Il colore seduce e diviene un filtro in grado di modificare la percezione della realtà.
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento martedì, 30 gennaio 2024
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"Cromorama. Come il colore ha cambiato il nostro sguardo" di Riccardo Falcinelli
Le matite così come le conosciamo oggi (mine incastonate in un corpo di legno) sono state introdotte in Francia nel 1790 ; a idearle è stato Nicolas-Jacques Conté che utilizza al posto della grafite pura quella in polvere, perché meno costosa e la confeziona nel legno. Quasi centotrenta anni dopo le matite in legno godono ancora di ampio consenso e perfino la loro unica scomodità, cioè il fatto di doverle temperare, diviene un rituale colmo di fascino – per i più piccoli e non. Il dato sorprendente è che i due terzi delle matite prodotte e vendute sul mercato è di colore giallo. Perché? Con questo interrogativo si apre questo interessante saggio che ha l’ambizione di dimostrare che nella società attuale il colore non è un mero attributo delle cose, ma è spesso un’idea, un’aspettativa. Le società di ogni epoca si sono fatte portatrici di un sistema di simboli e colori che veicolasse i valori della propria civiltà: se vediamo i Simpson li associamo al colore giallo, così come il nero è il colore del lutto e il rosso quello che da sempre ha contraddistinto la politica comunista. Ma fino a che punto siamo consapevoli del ruolo che i colori hanno nel nostro immaginario collettivo? Ce lo spiega Riccardo Falcinelli, stimato art director e grafico editoriale, per molti anni alla casa editrice Minimum Fax, che in questo limpido saggio accompagna il lettore alla scoperta del significato del colore, attraverso una galleria di quattrocento immagini che traggono ispirazioni da ogni tipo di arte grafica, dal fumetto all’architettura, dal cinema agli oggetti quotidiani. Il colore seduce e diviene un filtro in grado di modificare la percezione della realtà.
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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