Correva l'anno del nostro amore
Caterina Bonvicini, giovane scrittrice bolognese, in questo suo quinto romanzo, racconta gli ultimi quarant'anni del nostro paese attraverso l'amicizia-amore tra Olivia e Valerio (la voce narrante) dall'infanzia all'età adulta.
Le vicende dei due protagonisti, ambientate tra Roma e Bologna, si intrecciano con gli eventi principali della storia italiana dalla metà degli anni Settanta alla metà degli anni Novanta. Correvano gli anni di piombo, correva l'anno della strage di Bologna, correva l'anno 1994 quando Berlusconi vinceva per la prima volta le elezioni: durante tutti questi anni Olivia e Valerio si amano, si allontanano, si rincorrono per poi separarsi di nuovo con tutte le coincidenze del caso. Olivia è nipote di ricchi costruttori bolognesi, Valerio è il figlio dei suoi domestici. I due bambini vivono la loro infanzia insieme, e da allora, nasce un legame di profondo affetto, anche se le vicissitudini della vita tendono a separarli.
Valerio, dopo il divorzio dei genitori, dai quartieri della alta borgata di Bologna viene catapultato nella Roma popolare, diventa un ragazzo di grandi ideali, si laurea in Giurisprudenza e vuole fare il magistrato; ma, poco dopo essersi laureato, accetta l’incarico di lavorare in una ricca azienda di costruttori, diventa in poco tempo “er palazzinaro” (grazie alla sua abilità di costruire immobili ovunque), sposa la figlia del suo capo, Bebé, e diviene schiavo di questo compromesso e di una vita che gli promette tanti agi e ricchezze.
Olivia, la controparte femminile, è un personaggio che vive secondo la sua etichetta e resta imbrigliata tutta la vita nell'immagine di “ragazza ricca” (anche se poi nell'età adulta ricca non lo è più, perché la sua famiglia ha subito un duro colpo finanziario): non ha aspirazioni, non ha passioni, né ideali, non ha coraggio per costruire una sua immagine e una sua vita. Diviene una donna quasi distaccata da tutto che non riesce neppure ad amare nessun uomo, forse, perché come scriveva John Lennon solo “quando sarai molto innamorato di te stesso, potrai essere felice e potrai amare qualcuno”.
Intorno a loro ruota la vita di molti altri personaggi: Manon, la nonna di Olivia, donna altera che anche nella vecchiaia mantiene fascino ed eleganza, la madre di Valerio, donna avida che vuole a tutti i costi che il proprio figlio si riscatti e divenga un potente uomo di successo, tutti descritti con perfetta armonia dalla leggera e delicata penna di Caterina Bonvicini che riesce con il giusto equilibrio a scrivere una storia d'amore intrecciandola con la realtà della borghesia italiana degli ultimi anni, con le sue mille contraddizioni. Attraverso il ritratto di ambienti, luoghi, classi sociali diversi, l’autrice restituisce al lettore un’immagine puntuale dell’Italia di oggi, mettendone in luce i suoi limiti e condizionamenti.
In fondo la vita di ogni singolo personaggio è una bilancia il cui ago è il successo finanziario e il patrimonio diviene quindi la discriminante per la riuscita o il fallimento della propria esistenza. Valerio non sa rinunciare alla sua ricchezza accumulata in breve tempo per vivere insieme a Olivia che, al tempo stesso, anni prima, non era stata capace di liberarsi dai suoi pregi di ragazza ricca per intraprendere una relazione con il figlio del giardiniere. Insomma, la domanda che viene da porsi è: quanto davvero sono libere le nostre vite dai condizionamenti sociali e da quello che la realtà ci “attacca” addosso, anche senza che lo abbiamo mai chiesto? É possibile perdersi, anche in quella che dovrebbe essere l’età adulta - e quindi matura - in vite che non sono le nostre, trascinati da eventi che accadono senza una logica vera e propria? Perché è questo che l’autrice infligge ai suoi personaggi: l’incapacità di andare oltre e di vivere imprigionati in sogni e desideri che non si è mai avuto la forza di realizzare in prima persona. Il finale del libro resta aperto: rimane solo uno sguardo, in una città straniera (Londra), tra due bambini, ormai adulti, che per quasi quarant'anni si sono rincorsi, legando e intrecciando le proprie vite.
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Ultimo aggiornamento lunedì, 9 novembre 2015
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Caterina Bonvicini, giovane scrittrice bolognese, in questo suo quinto romanzo, racconta gli ultimi quarant'anni del nostro paese attraverso l'amicizia-amore tra Olivia e Valerio (la voce narrante) dall'infanzia all'età adulta.
Le vicende dei due protagonisti, ambientate tra Roma e Bologna, si intrecciano con gli eventi principali della storia italiana dalla metà degli anni Settanta alla metà degli anni Novanta. Correvano gli anni di piombo, correva l'anno della strage di Bologna, correva l'anno 1994 quando Berlusconi vinceva per la prima volta le elezioni: durante tutti questi anni Olivia e Valerio si amano, si allontanano, si rincorrono per poi separarsi di nuovo con tutte le coincidenze del caso. Olivia è nipote di ricchi costruttori bolognesi, Valerio è il figlio dei suoi domestici. I due bambini vivono la loro infanzia insieme, e da allora, nasce un legame di profondo affetto, anche se le vicissitudini della vita tendono a separarli.
Valerio, dopo il divorzio dei genitori, dai quartieri della alta borgata di Bologna viene catapultato nella Roma popolare, diventa un ragazzo di grandi ideali, si laurea in Giurisprudenza e vuole fare il magistrato; ma, poco dopo essersi laureato, accetta l’incarico di lavorare in una ricca azienda di costruttori, diventa in poco tempo “er palazzinaro” (grazie alla sua abilità di costruire immobili ovunque), sposa la figlia del suo capo, Bebé, e diviene schiavo di questo compromesso e di una vita che gli promette tanti agi e ricchezze.
Olivia, la controparte femminile, è un personaggio che vive secondo la sua etichetta e resta imbrigliata tutta la vita nell'immagine di “ragazza ricca” (anche se poi nell'età adulta ricca non lo è più, perché la sua famiglia ha subito un duro colpo finanziario): non ha aspirazioni, non ha passioni, né ideali, non ha coraggio per costruire una sua immagine e una sua vita. Diviene una donna quasi distaccata da tutto che non riesce neppure ad amare nessun uomo, forse, perché come scriveva John Lennon solo “quando sarai molto innamorato di te stesso, potrai essere felice e potrai amare qualcuno”.
Intorno a loro ruota la vita di molti altri personaggi: Manon, la nonna di Olivia, donna altera che anche nella vecchiaia mantiene fascino ed eleganza, la madre di Valerio, donna avida che vuole a tutti i costi che il proprio figlio si riscatti e divenga un potente uomo di successo, tutti descritti con perfetta armonia dalla leggera e delicata penna di Caterina Bonvicini che riesce con il giusto equilibrio a scrivere una storia d'amore intrecciandola con la realtà della borghesia italiana degli ultimi anni, con le sue mille contraddizioni. Attraverso il ritratto di ambienti, luoghi, classi sociali diversi, l’autrice restituisce al lettore un’immagine puntuale dell’Italia di oggi, mettendone in luce i suoi limiti e condizionamenti.
In fondo la vita di ogni singolo personaggio è una bilancia il cui ago è il successo finanziario e il patrimonio diviene quindi la discriminante per la riuscita o il fallimento della propria esistenza. Valerio non sa rinunciare alla sua ricchezza accumulata in breve tempo per vivere insieme a Olivia che, al tempo stesso, anni prima, non era stata capace di liberarsi dai suoi pregi di ragazza ricca per intraprendere una relazione con il figlio del giardiniere. Insomma, la domanda che viene da porsi è: quanto davvero sono libere le nostre vite dai condizionamenti sociali e da quello che la realtà ci “attacca” addosso, anche senza che lo abbiamo mai chiesto? É possibile perdersi, anche in quella che dovrebbe essere l’età adulta - e quindi matura - in vite che non sono le nostre, trascinati da eventi che accadono senza una logica vera e propria? Perché è questo che l’autrice infligge ai suoi personaggi: l’incapacità di andare oltre e di vivere imprigionati in sogni e desideri che non si è mai avuto la forza di realizzare in prima persona. Il finale del libro resta aperto: rimane solo uno sguardo, in una città straniera (Londra), tra due bambini, ormai adulti, che per quasi quarant'anni si sono rincorsi, legando e intrecciando le proprie vite.
- Ultimo aggiornamento lunedì, 9 novembre 2015
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