Contro le mostre
"Contro le mostre" di Tomaso Montanari e Vincenzo Trione
Il 2017 è stato un anno da record per i musei italiani, con oltre cinquanta milioni di visitatori e incassi che sfiorano i duecento milioni di euro: a rendere pubbliche queste cifre il ministero della cultura Dario Franceschini. Montanari e Trione, critici d’arte e autori del provocatorio pamphlet Contro le mostre, non negano questi successi, ma dibattono sul proliferare in Italia di mostre di bassa qualità. Troppo spesso di fronte all’immensa vastità del patrimonio artistico e culturale del nostro paese si decide di realizzare mostre “blockbuster” che mirano più ad accalappiare visitatori piuttosto che ad approfondire il discorso artistico. Si assiste così alla realizzazione di mostre che gli autori definiscono di cassetta oppure all-inclusive, perché gli ingredienti sono sempre gli stessi: da Caravaggio a Van Gogh, da Picasso a Dalì, passando per gli impressionisti, fino all’ "abusato" Warhol. È come se tutte le televisioni trasmettessero i medesimi programmi, senza mai variare il palinsesto. Si assiste così ad un’omologazione dei gusti artistici che lo scrittore Henry James aveva già preannunciato in un testo del 1887: "Il grande moltiplicarsi delle mostre ritengo sia un frutto del nostro tempo, il risultato di quella democratizzazione dei gusti e delle mode che caratterizza il nostro glorioso periodo." I due autori lanciano quindi un grido d’allarme che riguarda in primis l’arte, ma in termini più generali anche altre espressioni di cultura: si polemizza, in pratica, contro un certo modo di fare mostre (e di fare cultura) che ha l’ossessione di aumentare il numero dei visitatori, tradendo invece quello che dovrebbe essere il compito principale di un certo tipo di iniziative, cioè quello di "informare e formare".
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 21 maggio 2018
"Contro le mostre" di Tomaso Montanari e Vincenzo Trione
Il 2017 è stato un anno da record per i musei italiani, con oltre cinquanta milioni di visitatori e incassi che sfiorano i duecento milioni di euro: a rendere pubbliche queste cifre il ministero della cultura Dario Franceschini. Montanari e Trione, critici d’arte e autori del provocatorio pamphlet Contro le mostre, non negano questi successi, ma dibattono sul proliferare in Italia di mostre di bassa qualità. Troppo spesso di fronte all’immensa vastità del patrimonio artistico e culturale del nostro paese si decide di realizzare mostre “blockbuster” che mirano più ad accalappiare visitatori piuttosto che ad approfondire il discorso artistico. Si assiste così alla realizzazione di mostre che gli autori definiscono di cassetta oppure all-inclusive, perché gli ingredienti sono sempre gli stessi: da Caravaggio a Van Gogh, da Picasso a Dalì, passando per gli impressionisti, fino all’ "abusato" Warhol. È come se tutte le televisioni trasmettessero i medesimi programmi, senza mai variare il palinsesto. Si assiste così ad un’omologazione dei gusti artistici che lo scrittore Henry James aveva già preannunciato in un testo del 1887: "Il grande moltiplicarsi delle mostre ritengo sia un frutto del nostro tempo, il risultato di quella democratizzazione dei gusti e delle mode che caratterizza il nostro glorioso periodo." I due autori lanciano quindi un grido d’allarme che riguarda in primis l’arte, ma in termini più generali anche altre espressioni di cultura: si polemizza, in pratica, contro un certo modo di fare mostre (e di fare cultura) che ha l’ossessione di aumentare il numero dei visitatori, tradendo invece quello che dovrebbe essere il compito principale di un certo tipo di iniziative, cioè quello di "informare e formare".
Carolina (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento lunedì, 21 maggio 2018