Come un nido di vespe
Campagna toscana, 1911 - Nella villa dei conti Sangravino, poco distante dal borgo di Valvata, si consuma in pochi attimi la morte atroce del giovane Eraldo, figlio di primo letto del conte Vittorio: il giovane è caduto nel pozzo accidentalmente, o forse si è suicidato, o forse vi è stato gettato dal suo assassino. Ma un ragazzo così ammodo non aveva nemici, né tanto meno aveva voglia di togliersi la vita: difficile capire come siano andate veramente le cose.
Il Maresciallo dei Carabinieri di Valvata, Eugenio Manciulli, è un tipo sbrigativo, che non lascia mai spazio a dubbi e incertezze. Gli bastano pochi indizi per mettere i ferri ai polsi di due poveri stallieri, accusati di avere ucciso il “contino” per difendere l’onore della famiglia.
Ma la realtà è sempre più complessa di come sembra: e a far trionfare la giustizia, ci penserà anche questa volta la signorina Gemma Galleschi, direttrice del Regio Conservatorio di Valvata, che si trovava alla villa Sangravino proprio al momento del ritrovamento del cadavere, per impartire una lezione di pianoforte alla contessina Ginevra, vittima di una caduta da cavallo che la costringe ormai da tempo su una sedia a rotelle.
Grazie all’aiuto del celebre avvocato Ivo Masoni, principe del foro di Livorno, la nostra “signora in giallo” riuscirà a svelare la triste verità che si cela dietro la triste fine del giovane Eraldo.
Sesto episodio della serie “La signorina Gemma indaga”, questo giallo storico conferma le doti investigative della protagonista, una cinquantenne dal carattere assertivo e curioso, sempre pronta a difendere i più deboli in nome della giustizia e della verità: una femminista ante litteram, che non rinuncia mai a farsi valere, pur vivendo in un’epoca in cui alle donne non era ancora riconosciuta quella parità di diritti che solo decenni dopo sarebbe diventata patrimonio culturale comune.
Il romanzo ripropone con successo il sapiente mix di investigazione, introspezione psicologica e indagine sociale che caratterizza anche le precedenti avventure della signorina Gemma, regalando al lettore un attraente spaccato della vita nelle campagne toscane del primo Novecento, in cui i conflitti tra le classi sociali cominciano ad increspare la superficie apparentemente tranquilla dell’epoca.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento sabato, 3 ottobre 2020
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Campagna toscana, 1911 - Nella villa dei conti Sangravino, poco distante dal borgo di Valvata, si consuma in pochi attimi la morte atroce del giovane Eraldo, figlio di primo letto del conte Vittorio: il giovane è caduto nel pozzo accidentalmente, o forse si è suicidato, o forse vi è stato gettato dal suo assassino. Ma un ragazzo così ammodo non aveva nemici, né tanto meno aveva voglia di togliersi la vita: difficile capire come siano andate veramente le cose.
Il Maresciallo dei Carabinieri di Valvata, Eugenio Manciulli, è un tipo sbrigativo, che non lascia mai spazio a dubbi e incertezze. Gli bastano pochi indizi per mettere i ferri ai polsi di due poveri stallieri, accusati di avere ucciso il “contino” per difendere l’onore della famiglia.
Ma la realtà è sempre più complessa di come sembra: e a far trionfare la giustizia, ci penserà anche questa volta la signorina Gemma Galleschi, direttrice del Regio Conservatorio di Valvata, che si trovava alla villa Sangravino proprio al momento del ritrovamento del cadavere, per impartire una lezione di pianoforte alla contessina Ginevra, vittima di una caduta da cavallo che la costringe ormai da tempo su una sedia a rotelle.
Grazie all’aiuto del celebre avvocato Ivo Masoni, principe del foro di Livorno, la nostra “signora in giallo” riuscirà a svelare la triste verità che si cela dietro la triste fine del giovane Eraldo.
Sesto episodio della serie “La signorina Gemma indaga”, questo giallo storico conferma le doti investigative della protagonista, una cinquantenne dal carattere assertivo e curioso, sempre pronta a difendere i più deboli in nome della giustizia e della verità: una femminista ante litteram, che non rinuncia mai a farsi valere, pur vivendo in un’epoca in cui alle donne non era ancora riconosciuta quella parità di diritti che solo decenni dopo sarebbe diventata patrimonio culturale comune.
Il romanzo ripropone con successo il sapiente mix di investigazione, introspezione psicologica e indagine sociale che caratterizza anche le precedenti avventure della signorina Gemma, regalando al lettore un attraente spaccato della vita nelle campagne toscane del primo Novecento, in cui i conflitti tra le classi sociali cominciano ad increspare la superficie apparentemente tranquilla dell’epoca.
Maria Stella (bibliotecaria, Biblioteca San Giorgio)
- Ultimo aggiornamento sabato, 3 ottobre 2020
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