Biblioteca San Giorgio, Pistoia


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I verbi della San Giorgio.

 

Circolo Facilitatore "L'alfabeto delle relazioni": LMNO

Immagine di Luigi Ricca tratta da Flickr https://www.flickr.com/photos/luigi_ricca/


educazione, ascolto, competenze

a cura del prof. Pino De Sario (Scuola Facilitatori)

Biblioteca San Giorgio, Auditorium Terzani – ore 17.00-19.00

Volantino
(pdf, 84 Kb)

 

Calendario degli incontri

Martedì 24 febbraio 2015: "Linguaggio del corpo esperto"

Martedì 10 marzo 2015: "Menù di linguaggi"

Martedì 24 marzo 2015: "Negoziazione (stringere accordi)

Martedì 14 aprile 2015: "Ostacoli interpersonali"

 

La partecipazione è gratuita. Per iscriversi: inviare una e-mail con il proprio nome, cognome, telefono cellulare e indirizzo e-mail all'indirizzo corsi.sangiorgio@comune.pistoia.it.
Le iscrizioni saranno accolte in ordine di arrivo, fino ad esaurimento dei posti in sala (99)

 

Che cosa è un Circolo Facilitatore

Il Circolo facilitatore è un momento di gruppo in cui convergono i caratteri della lezione,dell’aiuto, della palestra pratica di nuove abilità relazionali ed emotive. Un laboratorio di apprendimento dei metodi della comunicazione interpersonale, della gestione costruttiva dei conflitti, della competenza emotiva, della gestione della negatività, dell’ascolto attivo, del potenziamento personale, della resilienza, dell’empowerment, dei metodi attivi, della critica costruttiva, della negoziazione e mediazione.

 

Chi è Pino De Sario 

Pino De Sario, psicologo sociale, specialista in facilitazione, insegna all’Università di Pisa “Strumenti di facilitazione nel conflitto”; esperto di gestione delle negatività, aiuta le organizzazioni nei casi di conflitti, malessere, resistenza al cambiamento, applicando il Metodo Antinegatività.

Ha pubblicato Professione facilitatore: le competenze chiave del consulente alle riunioni di lavoro e ai forum partecipati (Angeli, 2005), Il facilitatore dei gruppi: guida pratica per la facilitazione esperta in azienda e nel sociale (Angeli, 2006), La riunione che serve: metodi collaudati per incontri di lavoro a forte relazione, costruttivi e concreti (Angeli, 2008), Ecologia della comunicazione: tecniche per dialogare con efficacia, evitare malintesi e trasformare le negatività (Xenia, 2010), L'insegnante facilitatore: una nuova frontiera (La meridiana, 2011), Il codice che vince (Franco Angeli, 2014), È facile affrontare i problemi della vita se sai come farlo (Newton Compton, 2014)

Tutti i libri di De Sario sono disponibili per il prestito presso la Biblioteca San Giorgio.

 

L'itinerario attraverso l'alfabeto, cominciato nel precedente corso con le lettere A,B,C, D (vedi) e EFGI (vedi),prosegue con

L, M, N, O ...

L come Linguaggio del corpo esperto

Metodo. Un tono di voce affermativo, un contatto di occhi, postura e gestualità, l’uso dello spazio tra persone, possono comunicare molto di più di tante parole. In questi anni abbiamo messo a punto un sistema di linguaggio esperto a mediazione corporea. Ognuno di noi può ricorrere intenzionalmente a segni corporei, per facilitare il proprio atto comunicativo, di suo già complesso. Il Corpo esperto applicato (Cea) sta quindi a rimarcare la valenza di segno fisico, materiale con cui si intende “facilitare l’interazione”, spesso eccessivamente sospesa, carica di barriere e criticità. Ne fanno parte: faccia viva; marcatori vocali di ascolto; gestualità intenzionale; postura energetica; prossemica dinamica.

Prova. Ti propongo di curare la tua mimica facciale, spesso in tutti noi spenta e aggrottata; di aggiungere l’uso intenzionale della gestualità di accoglienza; di ascoltare meglio gli altri anche grazie a piccoli suoni paraverbali (sì, mhm, ah); di portare attenzione a respiro e postura quale salute psicofisica di ogni momento presente.

M come Menù di linguaggi

Metodo. Come deve essere varia una dieta alimentare che si rispetti, così anche la comunicazione è bene che sia composta da più forme e modalità: da qui il Menù di linguaggi. Ogni adulto per fronteggiare le insidie e avere più chiavi nei confronti di singoli e gruppi, può alternare più stili comunicativi. Questa modalità aumenta la flessibilità anti-dogmatica e sollecita circuiti mentali che possono essere efficacemente integrati.
Il menù di linguaggi comprende: 1) linguaggio regolativo, logico e strutturante da cui la regolazione risulta un’abilità base per ogni adulto, perché organizzatrice e aderente al contesto sociale; 2) linguaggio interpersonale “io-tu”, fondato su dialettica e dialogica, essere presi da sé ma anche da quello che dice l’altro, essere elastici e mobili, in prospettiva personale e in quella dell’altro; 3) linguaggio empatico, la capacità di mettersi nei panni dell’altro, adesione emotiva in direzione di comportamenti prosociali e altruistici; 4) linguaggio generativo, come capacità di approfondimento di senso e di dinamicità mentale, che metta tensione tra le cose, le carichi di passione e tensione creativa.

Prova. Non fossilizziamoci su un unico registro comunicativo e proviamo ad agire almeno due dei linguaggi del menù, uno sarà quello abituale, l’altro da scegliere via via.

N come Negoziazione (stringere accordi)

 

Metodo. Fare accordi efficaci è sinonimo di azioni meglio coordinate, perché a monte le persone si sono parlate, si sono consultate. I cattivi accordi sono invece il frutto di incapacità a gestire lo scambio. Quindi, saper fare buoni accordi rappresenta nella convivenza un asse più che strategico. La Negoziazione presenta alcuni passi prioritari fondamentali:
- Avanzare un’idea grezza di accordo, che tratteggi i contenuti ma non li definisca nei dettagli.
- Parere dell’altro, aprire alla sua valutazione e a possibili aggiunte.
- Definizione, confezionare e definire l’accordo.
È importante immaginare un gioco senza perdenti, ovvero che non lasci sul campo grosse discriminazioni nelle soluzioni definite.

Prova. Il punto interessante è andare al confronto con l’altro, avendo un’idea di indirizzo e non una soluzione chiusa e confezionata, che potrà accendere attaccamenti in noi che proponiamo e resistenze in coloro che ricevono. Prova a tentare soluzioni in questa maniera, in abbozzo e in stretta interazione con l’altro.

O come Ostacoli interpersonali

 

Metodo. Sono le tipiche barriere comunicative che tra noi e gli altri che si frappongono producendo malintesi, a volte davvero sorprendenti e inattesi. Eccone tre tipi:
- Coalizione, due o più membri si coalizzano contro un soggetto esterno alla loro relazione e interno al gruppo; il fattore chiave è proprio questo, la forte aderenza a qualcuno (favoritismo) che corrisponde con la forte repulsione per altri (discriminazione), fenomeno tipico detto di schieramento.
- Collusione, le persone si vincolano reciprocamente all’immagine che desiderano presentare all’esterno, sebbene questa sia inautentica, distorta o illusoria; è un tacito accordo in cui i partecipanti convengono nell’accettare l’immagine che l’altro presenta di sé.
- Pregiudizio, opinione precostituita di prevenzione, diffidenza, disposizione sfavorevole nei confronti di qualcuno o qualcosa; tramite un pensiero stereotipato, un addensamento di sentimenti oppositivi e azioni di esclusione messe in atto, tra cui, frustrazione, aggressività, personalità autoritaria, personalità dogmatica, fissità, pensiero estremizzato, etichettatura.

Prova. Mettiamo di più nel conto l’esistenza degli ostacoli interpersonali, solo così potremo alimentare buoni modi per cercare di superarli.





 

 

 

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