Chiromantica medica
Alessio Mosca vince per il Premio Ceppo Selezione Racconto 2024 con Chiromantica medica, per sua scrittura che fa del racconto il luogo degli opposti. Tra le mani dello scrittore romano, classe 1990, psichiatra e psicoterapeuta, la forma breve diventa lo spazio dove reale e irreale, vero e assurdo, sacro e profano trovano una ispiratissima e per niente gratuita convivenza. Perché l’obiettivo di Mosca non è l’acrobazia fine a sé stessa, la meraviglia circense come fine, ma raccontare ciò che siamo da una prospettiva diversa: quella dell’impossibile che diventa verosimile sradicando una realtà quotidiana dal suo contesto e calandola in un ambito di relazioni diverso, slittamento da cui si genera una visione critica del presente.
Cresciuto narrativamente nel mondo delle riviste letterarie, che permettono ancora un margine di sperimentazione sia nella forma che nel contenuto del racconto, in Chiromantica medica, edito da Nottetempo, Mosca mostra di possedere tutti gli strumenti per mescolare alto e basso, colto e nazionalpopolare o addirittura tutto quel materiale trash di cui trasuda il nostro quotidiano, traendo da questa ambivalenza una specie di nuova, potentissima mistica dove i mobilifici globalizzati diventano insospettabili templi di rivoluzioni religiose e di sapienza filosofica, dove Rocco Siffredi si erge a personaggio mitologico adorato come un dio pagano da una comunità di contadini, dove un ragazzino della periferia romana più violenta crede d’essere un novello Messia, dove la normalità viene dilatata fino a diventare abnorme. Dove la concretezza della vita spicciola scivola di pagina in pagina in un’astrazione quasi metafisica pronta a sovvertire il senso e il significato di ogni cosa.
Nei racconti d Mosca c’è spazio per tutti, e di tutti viene portata a galla l’anima nera: della borghesia ma anche delle frange sociali più ai margini, unite da un nucleo oscuro che l’autore fa emergere senza mai perdere di vista l’ironia. Per il loro essere sospesi – senza soluzione di continuità – tra mondo reale e mondo visionario, la lettura dei racconti di Chiromantica medica produce un effetto di allucinato spiazzamento (non troppo lontano dal détournement teorizzato da Guy Debord) grazie ad una lingua viva, che si fa carnale, sessuale e allo stesso tempo esoterica, che scova il perturbante più estremo del nostro paese e di noi, nascosto dietro il controllo forzato e inscalfibile dell’apparenza.
[Fulvio Paloscia, giurato del Premio Ceppo]
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Ultimo aggiornamento lunedì, 20 maggio 2024
Alessio Mosca vince per il Premio Ceppo Selezione Racconto 2024 con Chiromantica medica, per sua scrittura che fa del racconto il luogo degli opposti. Tra le mani dello scrittore romano, classe 1990, psichiatra e psicoterapeuta, la forma breve diventa lo spazio dove reale e irreale, vero e assurdo, sacro e profano trovano una ispiratissima e per niente gratuita convivenza. Perché l’obiettivo di Mosca non è l’acrobazia fine a sé stessa, la meraviglia circense come fine, ma raccontare ciò che siamo da una prospettiva diversa: quella dell’impossibile che diventa verosimile sradicando una realtà quotidiana dal suo contesto e calandola in un ambito di relazioni diverso, slittamento da cui si genera una visione critica del presente.
Cresciuto narrativamente nel mondo delle riviste letterarie, che permettono ancora un margine di sperimentazione sia nella forma che nel contenuto del racconto, in Chiromantica medica, edito da Nottetempo, Mosca mostra di possedere tutti gli strumenti per mescolare alto e basso, colto e nazionalpopolare o addirittura tutto quel materiale trash di cui trasuda il nostro quotidiano, traendo da questa ambivalenza una specie di nuova, potentissima mistica dove i mobilifici globalizzati diventano insospettabili templi di rivoluzioni religiose e di sapienza filosofica, dove Rocco Siffredi si erge a personaggio mitologico adorato come un dio pagano da una comunità di contadini, dove un ragazzino della periferia romana più violenta crede d’essere un novello Messia, dove la normalità viene dilatata fino a diventare abnorme. Dove la concretezza della vita spicciola scivola di pagina in pagina in un’astrazione quasi metafisica pronta a sovvertire il senso e il significato di ogni cosa.
Nei racconti d Mosca c’è spazio per tutti, e di tutti viene portata a galla l’anima nera: della borghesia ma anche delle frange sociali più ai margini, unite da un nucleo oscuro che l’autore fa emergere senza mai perdere di vista l’ironia. Per il loro essere sospesi – senza soluzione di continuità – tra mondo reale e mondo visionario, la lettura dei racconti di Chiromantica medica produce un effetto di allucinato spiazzamento (non troppo lontano dal détournement teorizzato da Guy Debord) grazie ad una lingua viva, che si fa carnale, sessuale e allo stesso tempo esoterica, che scova il perturbante più estremo del nostro paese e di noi, nascosto dietro il controllo forzato e inscalfibile dell’apparenza.
[Fulvio Paloscia, giurato del Premio Ceppo]
- Ultimo aggiornamento lunedì, 20 maggio 2024