Cara pace
"Cara pace" di Lisa Ginzburg
Sviluppare un carapace come solo alcuni animali sanno fare per proteggersi dalla propria famiglia e dal proprio passato: nascondersi dentro un guscio costruito ad arte per poi scivolare silenziosi nel mondo che è là fuori. Per molti (i più fortunati) il nido familiare è protezione e certezza, per altri è un salto nel vuoto che si traduce nell'incapacità di instaurare legami futuri durevoli e pieni di valore oppure nell'ossessiva ricerca di andare avanti per cercare qualcosa che gli adulti hanno reciso. Nell'ultimo romanzo della brava scrittrice, già apprezzata per il bellissimo Per amore, il legame tra due sorelle è il perno di una vicenda familiare raccontata dal punto di vista di una delle protagoniste. Nina e Maddalena, che in famiglia tutti chiamano Maddi, sono quasi coetanee, diversissime fra loro quanto indissolubilmente legate. Lisa Ginzburg ce le presenta ancora bambine quando sono travolte da un'infanzia davvero singolare: la madre Gloria, donna bellissima e affascinante, abbandona il marito e le due figlie ancora piccole per amore di Marcos, argentino come le sue origini. Seba, il marito, fotografo, decide di lasciare la provincia laziale e trasferirsi a Roma, comprando una casa sul fiume Tevere dove far crescere le bambine, mentre lui è in giro per lavoro. A tirare su Nina e Maddalena viene chiamata Mylena, una giovane ragazza francese, unica ancora di salvezza in un mondo di adulti assenti o incostanti. Mylene insegna alle bambine che poi diventano adolescenti e infine giovani donne a forgiare il loro carattere e a sfogare il dolore attraverso l'esercizio fisico, attraverso dei duri allenamenti a Villa Pamphili. Nina e Maddalena sono e crescono l'una l'opposto dell'altra: Nina, bella, egocentrica, torrentizia, spesso esagerata e senza freni; l'altra, timida, schiva, costretta a subire o a lasciarsi scivolare di dosso l'ingombrante presenza della sorella. Maddi si trasferisce a Parigi e si sposa con Pierre, Nina ha un compagno a New York. Maddalena però sa che se vuole chiudere i conti con il passato, le proprie origini e dire “addio ai fantasmi” deve fare pace con la sua infanzia e ritornare a Roma. Così in un flusso di ricordi che si alternano al presente, si erge la voce di Liza Ginzburg che dimostra con questo commuovente romanzo come sia possibile fuggire da quel generatore di infelicità che può essere la famiglia: ci si può salvare, trovare un'ancora momentanea o una salvezza stabile o, nel migliore dei casi, essere capaci di uscire anche dal proprio carapace.
Carolina (Biblioteca San Giorgio)
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Ultimo aggiornamento lunedì, 7 dicembre 2020
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"Cara pace" di Lisa Ginzburg
Sviluppare un carapace come solo alcuni animali sanno fare per proteggersi dalla propria famiglia e dal proprio passato: nascondersi dentro un guscio costruito ad arte per poi scivolare silenziosi nel mondo che è là fuori. Per molti (i più fortunati) il nido familiare è protezione e certezza, per altri è un salto nel vuoto che si traduce nell'incapacità di instaurare legami futuri durevoli e pieni di valore oppure nell'ossessiva ricerca di andare avanti per cercare qualcosa che gli adulti hanno reciso. Nell'ultimo romanzo della brava scrittrice, già apprezzata per il bellissimo Per amore, il legame tra due sorelle è il perno di una vicenda familiare raccontata dal punto di vista di una delle protagoniste. Nina e Maddalena, che in famiglia tutti chiamano Maddi, sono quasi coetanee, diversissime fra loro quanto indissolubilmente legate. Lisa Ginzburg ce le presenta ancora bambine quando sono travolte da un'infanzia davvero singolare: la madre Gloria, donna bellissima e affascinante, abbandona il marito e le due figlie ancora piccole per amore di Marcos, argentino come le sue origini. Seba, il marito, fotografo, decide di lasciare la provincia laziale e trasferirsi a Roma, comprando una casa sul fiume Tevere dove far crescere le bambine, mentre lui è in giro per lavoro. A tirare su Nina e Maddalena viene chiamata Mylena, una giovane ragazza francese, unica ancora di salvezza in un mondo di adulti assenti o incostanti. Mylene insegna alle bambine che poi diventano adolescenti e infine giovani donne a forgiare il loro carattere e a sfogare il dolore attraverso l'esercizio fisico, attraverso dei duri allenamenti a Villa Pamphili. Nina e Maddalena sono e crescono l'una l'opposto dell'altra: Nina, bella, egocentrica, torrentizia, spesso esagerata e senza freni; l'altra, timida, schiva, costretta a subire o a lasciarsi scivolare di dosso l'ingombrante presenza della sorella. Maddi si trasferisce a Parigi e si sposa con Pierre, Nina ha un compagno a New York. Maddalena però sa che se vuole chiudere i conti con il passato, le proprie origini e dire “addio ai fantasmi” deve fare pace con la sua infanzia e ritornare a Roma. Così in un flusso di ricordi che si alternano al presente, si erge la voce di Liza Ginzburg che dimostra con questo commuovente romanzo come sia possibile fuggire da quel generatore di infelicità che può essere la famiglia: ci si può salvare, trovare un'ancora momentanea o una salvezza stabile o, nel migliore dei casi, essere capaci di uscire anche dal proprio carapace.
Carolina (Biblioteca San Giorgio)
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