Baci scagliati altrove
In collaborazione con l'Accademia Pistoiese del Ceppo, proponiamo le motivazioni dei tre vincitori dell'edizione 2014 del Premio Letterario Internazionale Ceppo Pistoia (vedi), dedicata al racconto.
Sandro Veronesi vince il Premio Ceppo Selezione Racconto con la raccolta Baci scagliati altrove per l’interpretazione della morte, che percorre le pagine dello scrittore, le accompagna sul bordo dei pozzi, le riempie di allarme, ammonisce che in ogni istante "può avvenire la caduta". Ce ne accorgiamo fin dal primo racconto, Profezia. È una riflessione carica di imminenza, scritta in seconda persona singolare, sull'ultimo periodo della vita del padre, invaso dal tumore. Tutto viene osservato al rallentatore. Tumulti interiori che sfuggono alla vista e alla coscienza qui trovano un'inquadratura prolungata, capace di sondare l'invisibile e ingrandire un dettaglio a dismisura: i ricatti del malato, i malumori, le dosi di morfina, i protocolli falsi, tutti i movimenti minimi di una psiche esasperata. Allo stesso modo, mantenendo affilato il suo artiglio, la morte ghermisce i racconti più irrequieti del libro – Sorella, La voce vecchia, Sotto il sole ai Campi Elisi, Le gatte, Elemosina per me stesso, Quel che è stato sarà – e fa sentire l'incombere della sua chiamata. Ma c'è un racconto magnifico, La furia dell'agnello, che la Giuria Letteraria ha eletto a miglior racconto del libro. Narra un evento "ancora più tragico e intrattabile della morte". Narra l'impossibilità di raggiungerla. Ci getta negli incubi più antichi e spaventosi. Un luogo che non è più la vita e non è ancora il nulla. La morte come premio negato. L'insonnia eterna del rimorso. L'invitante quiete proibita. Il confine affilato e demoniaco "dove non si può abitare". Il protagonista è Mete, un bambino di undici anni che, spinto dalla vicina di casa, spara a una tartaruga con la sua carabina a piombini. L'animale comincia a perdere sangue. Spaventati e impietositi, i due decidono di ucciderla. Dapprima tentano di affogarla nel lavandino, poi le danno fuoco e infine scavano una buca e la seppelliscono. Intanto si è fatto tardi e Mete deve tornare a casa. Passa un po' di tempo ed ecco che la donna suona alla porta, stravolta, fuori di sé, bisbiglia tra i singhiozzi: "E' ancora viva, è uscita, l'ho vista uscire, è viva...".
Milo De Angelis (poeta e critico)
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Ultimo aggiornamento venerdì, 28 marzo 2014
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Sandro Veronesi vince il Premio Ceppo Selezione Racconto con la raccolta Baci scagliati altrove per l’interpretazione della morte, che percorre le pagine dello scrittore, le accompagna sul bordo dei pozzi, le riempie di allarme, ammonisce che in ogni istante "può avvenire la caduta". Ce ne accorgiamo fin dal primo racconto, Profezia. È una riflessione carica di imminenza, scritta in seconda persona singolare, sull'ultimo periodo della vita del padre, invaso dal tumore. Tutto viene osservato al rallentatore. Tumulti interiori che sfuggono alla vista e alla coscienza qui trovano un'inquadratura prolungata, capace di sondare l'invisibile e ingrandire un dettaglio a dismisura: i ricatti del malato, i malumori, le dosi di morfina, i protocolli falsi, tutti i movimenti minimi di una psiche esasperata. Allo stesso modo, mantenendo affilato il suo artiglio, la morte ghermisce i racconti più irrequieti del libro – Sorella, La voce vecchia, Sotto il sole ai Campi Elisi, Le gatte, Elemosina per me stesso, Quel che è stato sarà – e fa sentire l'incombere della sua chiamata. Ma c'è un racconto magnifico, La furia dell'agnello, che la Giuria Letteraria ha eletto a miglior racconto del libro. Narra un evento "ancora più tragico e intrattabile della morte". Narra l'impossibilità di raggiungerla. Ci getta negli incubi più antichi e spaventosi. Un luogo che non è più la vita e non è ancora il nulla. La morte come premio negato. L'insonnia eterna del rimorso. L'invitante quiete proibita. Il confine affilato e demoniaco "dove non si può abitare". Il protagonista è Mete, un bambino di undici anni che, spinto dalla vicina di casa, spara a una tartaruga con la sua carabina a piombini. L'animale comincia a perdere sangue. Spaventati e impietositi, i due decidono di ucciderla. Dapprima tentano di affogarla nel lavandino, poi le danno fuoco e infine scavano una buca e la seppelliscono. Intanto si è fatto tardi e Mete deve tornare a casa. Passa un po' di tempo ed ecco che la donna suona alla porta, stravolta, fuori di sé, bisbiglia tra i singhiozzi: "E' ancora viva, è uscita, l'ho vista uscire, è viva...".
Milo De Angelis (poeta e critico)
- Ultimo aggiornamento venerdì, 28 marzo 2014
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