Approfondimenti tra gli scaffali
La biblioteca San Giorgio ha realizzato due rassegne biblografiche in occasione del 6° Festival del Giallo 2016 - Il noir metropolitano: una dedicata al noir metropolitano "Noir metropolitano italiano dall'Unità ai giorni nostri", l'altra dedicata allo scrittore Giorgio Scerbanenco, considerato uno degli autori più importanti del genere "giallo".
Noir metropolitano italiano dall'Unità ai giorni nostri
Il termine noir è usato per la prima volta nel 1946 dal critico italo-francese Nino Frank in riferimento ai film polizieschi hollywoodiani degli anni Quaranta tratti dai romanzi hard boiled pubblicati dall'editore francese Gallimard (con una semplice copertina nera) e paragonabile per longevità e contenuti a quella italiana dei "Libri gialli" Mondadori (vedi). Dagli anni Quaranta in poi il termine è stato fatto proprio dal gergo cinematografico di lingua anglosassone per indicare i film a soggetto "fosco", che trattano di gangster, detective, rapine, ricatti, intrighi, storie di adulterio che finiscono in delitto. Nell'uso italiano, noir si contrappone a "giallo", distinguendo quel particolare filone della letteratura poliziesca nel quale i crimini restano impuniti, o il protagonista è il delinquente o un personaggio che ne assume gli atteggiamenti. A differenza del giallo, il genere noir rifiuta i limiti dati da una struttura vincolante, non presuppone un lieto fine, non tende a rassicurare il lettore con l'individuazione di un colpevole e non accetta una netta distinzione tra Bene e Male. Caratteristica del noir contemporaneo è l'ambientazione in una città o in una metropoli: da qui nasce il noir metropolitano che è, appunto, quel tipo di romanzo noir ambientato in una città o in una metropoli (che non rappresenta solo il luogo in cui si svolge l'azione, ma diventa anche una vera e propria protagonista della narrazione). Elementi fondamentali di questo genere sono il degrado (urbano e morale), la criminalità e la violenza. Gli esponenti principali sono Ed McBain per New York, James Ellroy per Los Angeles, Jean-Claude Izzo per Marsiglia e Petros Markaris per Atene. A livello italiano abbiamo, per citare alcuni nomi, Loriano Macchiavelli per Bologna, Marco Vichi per Firenze e Paolo Roversi per Milano: l'Italia è vista come un luogo di conflitti sociali e solitudini inquietanti
Noir metroplitano italiano dall'Unità ai giorni nostri
(pdf, 385 Kb)
Giorgio Scerbanenco
Giorgio Scerbanenco nasce a Kiev il 28 luglio (secondo l'antico calendario ortodosso, per noi 10 agosto) del 1911, da padre ucraino e madre italiana. Si trasferisce in tenera età in Italia, prima a Roma e poi, a sedici anni, a Milano al seguito della madre. Il padre muore durante la rivoluzione russa, seguito pochi anni più tardi dalla moglie. A causa di problemi economici Scerbanenco non termina la carriera scolastica (interrotta prima della fine delle elementari), motivo per cui deve lavorare in diversi campi - studiando da autodidatta nelle biblioteche - prima di arrivare al mondo dell'editoria: collabora con molte riviste, tra cui noti settimanali femminili (in uno dei quali tiene la famosa rubrica La posta di Adrian), come correttore di bozze, autore di racconti e romanzi rosa e redattore. Scrittore prolifico in più generi di narrativa, dal western alla letteratura rosa, raggiunge la fama con il giallo, tanto da essere considerato uno degli scrittori più importanti di questo genere. Il suo primo romanzo giallo è Sei giorni di preavviso del 1940, in cui nasce la figura di Arthur Jelling (archivista della polizia di Boston), anche se il successo arriva con la quadrilogia dedicata a Duca Lamberti (giovane medico radiato dall’Ordine e condannato al carcere per aver praticato l’eutanasia su un'anziana signora malata terminale), che ha inizio con Venere privata del 1966. Nel 1968 Traditori di tutti viene giudicato il miglior romanzo straniero dal premio francese Grand prix de littérature policière . Scerbanenco muore all'apice del suo successo il 27 ottobre 1969 a Milano, a causa di un arresto cardiaco. Alla sua memoria è dedicato il Premio Scerbanenco, premio italiano per la letteratura poliziesca e noir.
Giorgio Scerbanenco
(pdf, 2 Mb)
Maurizio De Giovanni
Maurizio de Giovanni nasce nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Nel 2005 vince un concorso per giallisti esordienti con un racconto avente come protagonista la figura del commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Si tratta di un personaggio letterario dal carattere schivo che quando si occupa di un caso non smette di lavorarci fino a che non lo ha risolto; la sua caratteristica segreta è quella di poter percepire gli ultimi istanti di vita delle vittime di omicidi. Il commissario Ricciardi ispira un ciclo di romanzi, pubblicati da Einaudi, che comprende Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi (2007), La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi (2008), Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi (2009) , Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi (2010), Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi (2011) e Vipera. Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi (Einaudi, 2012). La serie è tradotta con successo in Germania, Francia, Inghilterra, Russia e Stati Uniti. De Giovanni ha vinto il Premio Corpi Freddi Award 2010, Il Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2011, Il Premio Scerbanenco 2012 e il Premio Fedeli 2012. Nel 2012 esce per Mondadori Il metodo del Coccodrillo, dove fa la sua comparsa l'ispettore Lojacono, ora fra i protagonisti della serie dei Bastardi di Pizzofalcone, ambientata nella Napoli contemporanea; nel 2013 escono per Einaudi rispettivamente il secondo e il terzo romanzo della serie, I bastardi di Pizzofalcone e Buio. Nel 2014 si aggiunge Gelo per i bastardi di Pizzofalcone e Giochi criminali (scritto con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli). In questo libro appare per la prima volta il personaggio di Bianca Borgati, contessa Palmieri di Roccaspina, sviluppato in Anime di vetro. Nel 2015 è uscito per Rizzoli il romanzo Il resto della settimana. De Giovanni collabora attualmente per Il Mattino di Napoli e Il Corriere dello Sport: da grande sportivo e tifoso del Napoli ha infatti pubblicato diversi racconti sulla sua squadra del cuore.
Maurizio De Giovanni
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Ultimo aggiornamento lunedì, 29 febbraio 2016
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Noir metropolitano italiano dall'Unità ai giorni nostri
Il termine noir è usato per la prima volta nel 1946 dal critico italo-francese Nino Frank in riferimento ai film polizieschi hollywoodiani degli anni Quaranta tratti dai romanzi hard boiled pubblicati dall'editore francese Gallimard (con una semplice copertina nera) e paragonabile per longevità e contenuti a quella italiana dei "Libri gialli" Mondadori (vedi). Dagli anni Quaranta in poi il termine è stato fatto proprio dal gergo cinematografico di lingua anglosassone per indicare i film a soggetto "fosco", che trattano di gangster, detective, rapine, ricatti, intrighi, storie di adulterio che finiscono in delitto. Nell'uso italiano, noir si contrappone a "giallo", distinguendo quel particolare filone della letteratura poliziesca nel quale i crimini restano impuniti, o il protagonista è il delinquente o un personaggio che ne assume gli atteggiamenti. A differenza del giallo, il genere noir rifiuta i limiti dati da una struttura vincolante, non presuppone un lieto fine, non tende a rassicurare il lettore con l'individuazione di un colpevole e non accetta una netta distinzione tra Bene e Male. Caratteristica del noir contemporaneo è l'ambientazione in una città o in una metropoli: da qui nasce il noir metropolitano che è, appunto, quel tipo di romanzo noir ambientato in una città o in una metropoli (che non rappresenta solo il luogo in cui si svolge l'azione, ma diventa anche una vera e propria protagonista della narrazione). Elementi fondamentali di questo genere sono il degrado (urbano e morale), la criminalità e la violenza. Gli esponenti principali sono Ed McBain per New York, James Ellroy per Los Angeles, Jean-Claude Izzo per Marsiglia e Petros Markaris per Atene. A livello italiano abbiamo, per citare alcuni nomi, Loriano Macchiavelli per Bologna, Marco Vichi per Firenze e Paolo Roversi per Milano: l'Italia è vista come un luogo di conflitti sociali e solitudini inquietanti
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Giorgio Scerbanenco
Giorgio Scerbanenco nasce a Kiev il 28 luglio (secondo l'antico calendario ortodosso, per noi 10 agosto) del 1911, da padre ucraino e madre italiana. Si trasferisce in tenera età in Italia, prima a Roma e poi, a sedici anni, a Milano al seguito della madre. Il padre muore durante la rivoluzione russa, seguito pochi anni più tardi dalla moglie. A causa di problemi economici Scerbanenco non termina la carriera scolastica (interrotta prima della fine delle elementari), motivo per cui deve lavorare in diversi campi - studiando da autodidatta nelle biblioteche - prima di arrivare al mondo dell'editoria: collabora con molte riviste, tra cui noti settimanali femminili (in uno dei quali tiene la famosa rubrica La posta di Adrian), come correttore di bozze, autore di racconti e romanzi rosa e redattore. Scrittore prolifico in più generi di narrativa, dal western alla letteratura rosa, raggiunge la fama con il giallo, tanto da essere considerato uno degli scrittori più importanti di questo genere. Il suo primo romanzo giallo è Sei giorni di preavviso del 1940, in cui nasce la figura di Arthur Jelling (archivista della polizia di Boston), anche se il successo arriva con la quadrilogia dedicata a Duca Lamberti (giovane medico radiato dall’Ordine e condannato al carcere per aver praticato l’eutanasia su un'anziana signora malata terminale), che ha inizio con Venere privata del 1966. Nel 1968 Traditori di tutti viene giudicato il miglior romanzo straniero dal premio francese Grand prix de littérature policière . Scerbanenco muore all'apice del suo successo il 27 ottobre 1969 a Milano, a causa di un arresto cardiaco. Alla sua memoria è dedicato il Premio Scerbanenco, premio italiano per la letteratura poliziesca e noir.
Giorgio Scerbanenco
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Maurizio De Giovanni
Maurizio de Giovanni nasce nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora. Nel 2005 vince un concorso per giallisti esordienti con un racconto avente come protagonista la figura del commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta. Si tratta di un personaggio letterario dal carattere schivo che quando si occupa di un caso non smette di lavorarci fino a che non lo ha risolto; la sua caratteristica segreta è quella di poter percepire gli ultimi istanti di vita delle vittime di omicidi. Il commissario Ricciardi ispira un ciclo di romanzi, pubblicati da Einaudi, che comprende Il senso del dolore. L'inverno del commissario Ricciardi (2007), La condanna del sangue. La primavera del commissario Ricciardi (2008), Il posto di ognuno. L'estate del commissario Ricciardi (2009) , Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi (2010), Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi (2011) e Vipera. Nessuna resurrezione per il commissario Ricciardi (Einaudi, 2012). La serie è tradotta con successo in Germania, Francia, Inghilterra, Russia e Stati Uniti. De Giovanni ha vinto il Premio Corpi Freddi Award 2010, Il Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2011, Il Premio Scerbanenco 2012 e il Premio Fedeli 2012. Nel 2012 esce per Mondadori Il metodo del Coccodrillo, dove fa la sua comparsa l'ispettore Lojacono, ora fra i protagonisti della serie dei Bastardi di Pizzofalcone, ambientata nella Napoli contemporanea; nel 2013 escono per Einaudi rispettivamente il secondo e il terzo romanzo della serie, I bastardi di Pizzofalcone e Buio. Nel 2014 si aggiunge Gelo per i bastardi di Pizzofalcone e Giochi criminali (scritto con Giancarlo De Cataldo, Diego De Silva e Carlo Lucarelli). In questo libro appare per la prima volta il personaggio di Bianca Borgati, contessa Palmieri di Roccaspina, sviluppato in Anime di vetro. Nel 2015 è uscito per Rizzoli il romanzo Il resto della settimana. De Giovanni collabora attualmente per Il Mattino di Napoli e Il Corriere dello Sport: da grande sportivo e tifoso del Napoli ha infatti pubblicato diversi racconti sulla sua squadra del cuore.
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